Creato da MarianneWerefkin il 26/10/2007

Il mignolo

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Un anno dopo o forse più.

Post n°241 pubblicato il 22 Luglio 2016 da MarianneWerefkin

Con WordPress non è mai stata scoccata scintilla, non ho trovato affinità e l'essermi sentita immediatamente dispersa nel nulla e per giunta non aver neppure tentato di rendere quell'ambiante leggermente familiare e accogliente ha fatto sì che anche questa fine, annunciata qui su libero, non fosse, come una marea di altre volte, definitiva. E' un discorso un po' lungo quello degli addii annunciati e poi con il tempo revocati, ma trovo veramente controcorrente e fico, al giorno d'oggi, rispetto agli esempi di testarda coerenza e lapidaria solennità che mi ritrovo davanti e mi circolano attorno, per non parlare di chi in passato ha attraversato la mia strada, ogni tanto riuscire a concedermi il lusso di cambiare idea, a maggior ragione se si parla di piattaforme informatiche. Che considero tutt'ora un passatempo.

Le cose non sono cambiate. Mi perdo in preamboli ai quali piace dar fiato solo a me.

Qui però, in questo pomeriggio come in molti altri, seduta su questa seggiola, a pochi giorni dalla partenza con la mia famiglia per la Francia, c'è un tarlo che non so più come mandar via e ricorre nei miei pensieri nelle notti insonni, nell'entusiasmo che metto nel trovar territori appassionanti da osservare lontano da casa, nel sentir la partenza nelle vene e la serenità di un sedile aereo in decollo.
Esiste poi un immagine muta che accompagna questo verme sentore e sono le mie figlie in contro luce che con i loro zaini in spalla si rincorrono ridendo di fronte alle grandi vetrate del Charles de Gaulle, che si affacciano alle infinite piste di atterraggio e decollo.
Agli sgoccioli di ogni partenza è diventato doveroso parlare in termini seri del comportamento da adottare in luoghi pubblici e di passaggio. La polizia è nostra amica. Questa è la cosa che aggiungerò questa volta in aeroporto parlando alle mie figlie di sei e otto anni, per smorzare l'ansia di eventuali controlli più accurati, che giustifico, preferisco e sostengo, perché possano con tranquillità porsi di fronte a divise sconosciute che guarderanno nei loro zaini, magari gli faranno sfilare le scarpe e gli chiederanno di mostrare le mani. La situazione al momento non permette sgarri, sono stata piuttosto categorica. Niente colpi di testa, niente zaini dimenticati chissà dove, niente proteste ai controlli. Assieme alla rigidità di questa nuova disciplina sono apparsi nel vocabolario di ogni viaggio parole come "attentato", "terrorismo", "bomba", "sostanze esplosive", "sicurezza" e "controlli". Un linguaggio alieno alla mie vacanze se ripenso al periodo della mia infanzia, quando si partiva per la Jugoslavia, quando ancora in effetti esisteva la Jugoslavia. La serietà doverosa nell'affrontare il passaggio al check-in viene poi smorzata dal rito della visita in libreria. Un mondo colorato che gradisco offrire alle mie bambine prima di affrontare i controlli. Lì si sceglie il giornale più accattivante, quello più divertente, l'ultimo Geronimo Stilton da divorare in aereo e nei successivi giorni, con buona pace per noi che attendiamo pazienti e le ammiriamo sfarfallare fra uno scaffale e l'altro.

La serietà non esclude il divertimento.

Poi però accade che le domande arrivino dopo i controlli di sicurezza.

-Vengono usati anche bambini per fare attentati?-.

E vedi tua figlia piegata dalla gravità della risposta che abbassa lo sguardo guardando il niente, e rimuove la risposta dopo due secondi tornando a ridere o litigare con la sorella, sopportando la realtà come può un bambino.

 

 

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Commenti al Post:
to_revive
to_revive il 26/07/16 alle 00:15 via WEB
In questo caso mi viene da dire: " beata fanciullezza!". Sono felice, tanto felice di rileggerti e come avrai notato, non avevo mai cancellato il tuo blog dalla lista amici e sono sempre passata a vedere se c'eri, se eri tornata; oggi sono stata ripagata e non posso che gioire mentre ti auguro una felice vacanza. Ti abbraccio forte amica mia!
 
 
MarianneWerefkin
MarianneWerefkin il 26/07/16 alle 13:53 via WEB
Grazie Greta, gentilissima come sempre. Riguardo l'argomento "attentati", se penso alla mia persona sono abbastanza fatalista, in sintesi si è aggiunta una nuova incognita riguardo la mia fine, rispetto a tante altre che già esistevano prima. Se penso alle mie figlie, mi viene invece la pelle d'oca. Combatto fra l'istinto protettivo e la sensazione di libertà che pretendo faccia parte della loro vita. Sino a questa mattina mi ripetevo che si poteva star tranquilli, si parte per la Normandia. Ora "tranquilli" un cazzo.La prossima volta prenoto in Siberia.Ti abbraccio.
 
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