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VOLODIVENTO...

Post n°444 pubblicato il 19 Marzo 2010 da Eyke

Talvolta mi distraggo...

In realtà mi capita spesso. Si, diciamo continuamente. Non è che non stia attenta alla realtà, a quello che sto facendo... perchè mi accorgo quando sono centrata e quando no. Però la fuga è necessaria come il respiro. Si, perchè di fuga si tratta. Ed è strano, perchè non mi è facile comprendere da che cosa io debba fuggire... noia? Stanchezza? Bisogno di altro? E di che cosa (oh oh oh, da brava egocentrica qui in realtà potrei far partire un papiro che in lunghezza potrebbe far concorrenza alla Muraglia Cinese!)...

Non ho una rsposta chiara, ne ho solo un pezzo.
Ho bisogno del mio passato. Di tantissimi piccoli frammenti che mi svolazzano in testa tra i meandri dei miei ricordi. Pezzetti importanti e fondamentali. Forse se ne perdessi uno, all'apparenza insignificante, potrei darei i numeri, chissà.
Pezzetti di me bambina, di me nell'età del "chissà che caspita sono", degli affetti, dei dolori, della crescita...
amori rifiutati e sofferti, vomito, cuscino fradicio di lacrime notturne. Amici di crescita, musica, il primo gruppo, la cicca masticata e scambiata senza schifo, la birra verde, il tappeto su cui mi sdraiavo a fine serata, i baci in macchina, desiderati e sfuggiti, i baci sulla fronte da chi già mi dava amore disinteressato, alcol, alcol e alcol, tanto ma non troppo. La voce, alta, elastica, l'incidente, la sosta forzata, la presa per il culo, la fiducia bruciata ed il mio egoismo a palla.
Avrei voluto vedervi, però, al mio posto. Stare lì e scoprire che infondo non ero così importante come mi avevate promesso. La frase che avevo stampata in testa in quel periodo era: "fin che sorridi, vai bene a tutti. Se smetti, però, son cazzi..."
Errori vissuti, che rifarei, ancora e ancora e ancora.
Son qui anche per quelli infondo.
Frammenti di bimba, al mare, in spalla al nonno, tra le onde impetuose il suo sguardo sempre rassicurante. Occhi scuri caldi e presenti, che vedevano tutto. Anche dentro
mi vedevano. Con mio padre mi è andata un po' così (e va beh), ma con il nonno ho vinto alla lotteria!
Ma è tutto veloce, e vedo sprazzi di lago, di boschi, verde smeraldo, cielo allargato dal vento, stretta a quell'amico sulla moto, che mi portava a casa, ed era tardi, tardissimo. Mi piace sapere che c'è. Ha un senso. Ho bisogno di sensi. Voi no?
Mamma mamma e conflitti a ruota libera. La bambina che cresce, ribelle ma poco, diciamolo che ero fin troppo tranquilla. Però poi c'è stato lo scontro, e che caos, non capivo più niente stando aggrappata a niente davvero.

Ma Beppe, di Genova, mi disse che siamo un po tutti Volo di Vento... e che volendo, Volo divento... e ho capito, lì, nel bel mezzo di una vera pasta al pesto, che tutto è relativo. Tutto, tutto quanto, senza esclusione alcuna.
Ed allora ho iniziato a crederMI  un po' di più. A credere nel mio essere concreta, ma soprattutto nel mio SENTIRE tutto quello che mi circonda.

E lo so, adesso, che questo ammasso di frasi sembreranno folli, ma è così che il mio pensiero vola, ogni giorno, ogni momento. Salta, s'impenna e vola. Poi cade e tace, e riprende, al contrario... un caos interminabile.
Allora cerco l'EMOZIONE. E se la trovo, in una voce, in uno sguardo, in una nuvola o in un suono... se trovo quell'emozione, allora è certo che mi fermo.
E lì respiro e resto.
E vivo, proprio.

(Ruggine, mi manchi tanto. Avevi la potenza di una scossa elettrica con la delicatezza di una carezza. E io me la ricordo e ancora mi funziona, a pensarti. Ma ciò non toglie che mi manchi)

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