Medioevo italiano

3 ottobre: manifestazione per la libera stampa

Ho deciso di far aderire moralmente il mio blog alla manifestazione a sostegno della libertà di stampa che si terrà oggi a Roma, in Piazza del Popolo, dalle 15.30. La manifestazione, che almeno sulla carta è apartitica, vedrà la partecipazione di un presidente emerito della Corte Costituzionale, di alcuni gruppi musicali ed esponenti della società civile, uno tra tutti Saviano. Aderiscono PD, IDV e le sinistre extraparlamentari, vari sindacati e il tutto viene supportato da organizzazioni indipendenti (Articolo 21, ad esempio). Anche la Federazione Nazionale della Stampa ha avuto un ruolo determinante. Più di 300 pullman arriveranno a Roma da tutta Italia e ci si attende che la partecipazione sia forte. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che questa è tutta una farsa e che l'Italia è il paese occidentale più libero di tutti. Oltre a leggere i post precedenti da ma pubblicati (molti dei quali parlano delle limitazioni alla libertà di stampa in Italia), potete farvi una idea sapendo che in Parlamento è già pronta una nuova proposta. Andrea Pastore, senatore del PDL, il 9 settembre ha presentato un disegno di legge, lo stesso che il 30 settembre è stato sottoscritto da altri trenta senatori. Se il DDL venisse approvato, alle parole dell'articoli 21 della costituzione "Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume" verrebbero aggiunte le parole "o lesive della dignità della persona o del diritto di riservatezza". Questa modifica, apparentemente adeguata è in realtà l'atto conclusivo della riforma che uccide la libertà di stampa in questo paese e la rende di fatto più simile a quella delle debolissime democrazie dell'est europeo o sudamericane. Come accade in tutto il mondo occidentale i leader politici e i personaggi pubblici sono sottoposti a costante controllo da parte dei media. Non esiste "calunnia" che tenga per la libertà di stampa. L'unico caso in cui si rischierebbe di essere condannati sarebbe quello di una pubblicazione evidentemente falsa, pubblicata senza curarsi minimamente di accertare la verità. In poche parole, è possibile, per il controllo del personaggio pubblico, pubblicare materiale non accertato ma plausibile o solamente non negabile. Per confronto, il materiale su Berlusconi di questo periodo per cui Repubblica e L'Unità sono stati oggetto di azioni legali, non è solo plausibile ma in molti casi è addirittura accertato e dunque in ogni altro paese occidentale non ci sarebbe stato neanche il pensiero di accusarlo, ma anzi, l'accusato avrebbe chiarito o si sarebbe scusato. Ora però, in Italia, a decidere sono i giudici. Se il DDL passasse, qualunque materiale, anche veritiero, potrebbe essere accusato di violare l'articolo 21 e dunque i giornalisti e i giornali potrebbero essere sottoposti a sanzioni pesantissime. In poche parole, noi cittadini, non avremmo il diritto di essere informati dalla stampa del fatto che un uomo politico sia stato indagato, sia indagato o condannato o che su egli circolino sospetti. E come tutti potete capire, l'incertezza del limite delle parole "o lesive della dignità della persona o del diritto di riservatezza" è molto ampia. Tutto questo si aggiunge alla proposta di legge sul rapporto stampa-giustizia, che impedirebbe alla stampa di parlare di processi in corso e alla proposta di legge sul diritto all'oblio, che imporrebbe la cancellazione delle informazioni su condanne e processi dal web entro un certo numero di anni. Siete ancora convinti che l'Italia sia il paese occidentale con maggiore libertà? Io sono certo del contrario: e se la mia è una farsa, allora lasciatemi alla convinta recitazione. Come diceva Pirandello tutti portiamo una maschera e chi la toglie, anche se sceglie la strada della verità, trova l'insicurezza e l'oblio. Io preferisco la certa insicurezza più che l'insicura sicurezza.