Creato da ariadnex il 27/04/2010
Quando i neuroni vanno in vacanza
 

 

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Il tele-voto per le prossime elezioni.

Post n°55 pubblicato il 18 Settembre 2012 da ariadnex
 

L’ estate è finita, i soldi pure e il 21 dicembre è alle porte. Non che mi preoccupi la fine del mondo, ma l’avvicinarsi della scadenza dell’ IMU da pagare qualche sincope me la fa venire. Speravo nelle prime piogge settembrine, ma siamo più “ a mare” ora che in estate. Un mare di guai.

Come già previsto, le vacanze le ho trascorse in salotto tra il condizionatore e la sedia a dondolo, perchéLui, lo Spread, come un solerte impiegato dell’ Enel, mi ha tagliato la corrente, al conto. Certo, manca qualche passaggio macroeconomico, qualche spiegazione scientifica, qualche calcolo tecnico, ma sta di fatto che l’altro giorno al supermercato ho sentito dire che il prezzo delle uova era aumentato per colpa Sua.


Nel tredicesimo secolo bastava la parola Inquisizione a far tremare le persone. Oggi basta la parola “Spread”. L‘Inquisitore entrava in possesso dei beni della vittima e non era consentita alcuna difesa. Praticamente dopo otto secoli non è cambiato un tubo. Come il confetto “Falqui”: basta la parola. Spread.

In poche parole non è altro che sinonimo di questa crisi mondiale che ci ha portato anche a rinnegare la nazionalità sul documento di identità.

Basta però che si giochino le partite di qualificazione ai mondiali e subito, come bravi figlioli prodighi, torniamo fieri d’esser italiani. Poi però, trascorsi i 90 minuti ,quando parte il telegiornale, ricominciamo con le invettive ai nostri detrattori, contro La Crisi che nemmeno più ci fa respirare gratis.

La parola “crisi” in realtà deriva dal verbo greco krino che vuol dire separare, discernere, in senso più lato: giudicare. Col passare dei secoli, nei tempi moderni ha assunto una connotazione negativa, ma il suo senso originario era quello proprio di valutare una condizione al fine di prenderne atto e migliorare in un momento successivo.

Purtroppo , nostro malgrado, noi Italiani non impariamo né dalla storia né dalla lingua tanto che la parola Crisi , svuotata del suo antico significato, è diventata la sineddoche per definire la nostra epoca. Un po’ come “Medioevo” (letteralmente età di mezzo, età buia), questo potrebbe essere definito il “krino-evo” ( età della crisi) .In effetti sembra più la marca di uno shampoo, ma se tanto ci dà tanto, una lavata di Capo non farebbe male a nessuno.

Se fossimo nell’antica Grecia, Crisi potrebbe essere una perfida dea dell’Olimpo, figlia illegittima di Democrazia e Tangente. Allo stesso modo, in Italia, appare qualcosa al di fuori di noi, una specie di calamità naturale disastrosa, uno tzunami invisibile, che ci fa escludere la genesi del mostro, mentre non capiamo che La Crisi siamo proprio noi. Kennedy diceva: “Non chiedete cosa possa fare il paese per voi: chiedete cosa potete fare voi per il paese.

Mitologia a parte, considerata la sfiducia planetaria -assolutamente condivisibile- nei confronti di questa classe politica, bisognerebbe risvegliare le coscienze degli elettori italiani, fargli capire che hanno un potere del quale non sono consapevoli, oserei dire un superpotere, ovvero: il diritto al voto. Uno strumento infallibile, se usato -certo- in maniera lungimirante e appropriata. All’occorrenza bisognerebbe creare un metodo “specchietto per allodole” che invogli i cittadini a riesercitare questo loro potere sopito.

Occorrerebbe, in pratica, eliminare la distanza tra le parti e creare un canale diretto tra cittadini e aspiranti governatori affinchè con la stessa foga da stadio o con lo stesso regionalismo da Miss Italia, gli italiani votanti si sentano coscienti del loro privilegio; un sistema che permetta di eleggere direttamente ministri e premier. In una sola parola: il televoto.

Sì, il televoto. Un programma televisivo dove vengono invitati tutti gli attendenti alla poltrona che dotati di numeretto, ad uno ad uno espongono le loro idee e progetti davanti a milioni di telespettatori osannanti.
Presenta Pippo Baudo:

“Ed ecco a voi PierLuigi Bersani, per tele-votarlo comporre il numero 123. Adesso convinca gli italiani a votarla”.

-“Cari Italiani, il mio programma non è un programma, perché il vero programma è non avere programmi! Basta, è giunta l’ora di parlare dell’ Italia: Buffon in panchina! Prandelli dimettiti!Berlusconi dimettiti!”

Oppure, già che ci siamo, Berlusconi: “Tele-votatemi, Tele-votatemi, io sono la Guida non basta il TV Sorrisi e Canzoni! Io sono il Santo, io vi condurrò alla vita eterna! Moltiplicherò i vostri pani e i vostri pesci e poi ve li ruberò senza che ve ne accorgiate!”

Monti che come numero porta il 41-bis: “ Io vorrei, non vorrei , ma se volete un Monti-bis, basta chiedere. D’altronde è grazie a me che la fine della crisi è vicina , mancano solo 4 mesi al 21 dicembre!”

Vendola: “Amici omosessuali il matrimonio è un diritto! Trovo ingiusto che non possa farmi accompagnare all’altare da mio padre! I confetti sono un diritto di tutti!”

Alla fine si raccolgono tutti i risultati e il nuovo premier è bello che eletto. Tanto, se considerate che per eleggere l’ultima Miss Italia sono arrivate un numero di telefonate – che tra l’altro si pagano- maggiore del numero di coloro che si sono recati alle urne nelle ultime elezioni, capite bene che lo stratagemma funziona.

Pensate sia un' idea assurda? Allora andateci a votare, almeno è gratis.

 
 
 
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Maestra nell'altissima arte del brontolio, regina dei rimuginamenti, paladina del nichilismo da retrobottega...mia madre voleva darmi in affidamento a Satana.

Il mio secondo lavoro di casa preferito è cucinare. Il primo è sbattere la testa sulla sponda del letto fino a svenire.

Le certezze che gli altri mi mettono addosso mi fanno venire una voglia insopprimibile di deludere.

 

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