Giù lungo le costole

Bella questa cura: tenera come una madre, affascinante come un'amante.

l'importante e' cambiare di continuo. anzi, accettare questo dato di fatto. questa natura.

com'e' la pelle di un insonne?

bello

magari ritroveremo il sapere antico?!?

Hai ragione. Mi è capitato di non volerla ascoltare, nemmeno sentire, la pelle. Ma lei non è un tessuto inerme, passivo, atto solo a rivestire una macchina perfettamente imperfetta. E apparentemente muta. Così ha vinto lei, quasi sempre. E lì mi sono accorto che era più viva di me, che pure credevo di esserle essenziale. Non ho cambiato pelle, forse un po' l'ho mutata. A volte l'ho persa, lasciata appesa a qualche spina lungo sentieri brevi. Altre volte l'ho aggiunta, o scambiata, nell'illusione che mi potesse servire a passare meglio la notte. Ma la storia era un'altra, e si stava scrivendo mentre ero distratto. Ora cerco, maldestramente, di leggerne i segreti impressi in braille sulla parte non visibile, quella interna. E la sento vibrare. Piangere, ridere, prendersi gioco di me, rimproverarmi e spronarmi. Avrei dovuto cambiarla prima, forse. O avrei dovuto prendermene più cura. Ma è difficile cambiare solo per sè stessi. Finchè non trovi un'altra pelle, per vestirti di nuova essenza, e bruciare la tua. Per farla rinascere. E solo allora scopri che stare bene è ancora possibile. E lo senti di nuovo, il vento, accarezzarti la Pelle.

credo molto neglio odori.. della pelle.. in quella carta non scritta.. con la quale anticamente comunicavamo...

Io credo alle certezze bugiarde e alle sensate incertitudini..credo : )

smetti di prenderti cura del suo sonno, indossa la pelle al contrario e ...torna.

Buon fine settimana... e un sorriso a te..Paola