Creato da i_ronica il 29/05/2007

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Fermate il mondo, voglio scendere! tra incontri e fuochi di paglia che sembrano veri amori! un blog che racconta l'amore (finto, vero o presunto), il sesso (in varie sfaccettature moooolllto personali!) e tutto ciò che dall'amore nasce ( attraverso la vita di una single non semplice da capire).

 

 

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NEL PRESENTE.

Post n°357 pubblicato il 28 Novembre 2011 da i_ronica

Lo scrittore chiama poco, però cucina bene.

Vabbè, le due cose non si compensano per niente, lo so, però almeno è già qualcosa…

 

Questa settimana, dopo che era sparito per circa quattro giorni, intervallati da due telefonate di lavoro e un incontro casuale (forse lui pensa che basti così poco, dopo che una ragazza si è concessa fisicamente a lui), HO FATTO “IL DISCORSO” ALLO SCRITTORE.

Lo so, “IL DISCORSO” è una cosa che ho sempre consigliato alle mie lettrici donne di evitare come la peste, e io stessa odio sottoporre “gli omoidi” a tale “shampoo + messa in piega”, però, lo scrittore andava strigliato per bene: QUESTO PERCHE’ TANTE VOLTE, GLI UOMINI PENSANO DI AVERCI RACCOLTE DALLA STRADA E NORMALMENTE QUESTO SUCCEDE SEMPRE QUANDO SONO ORMAI CERTI DEL FATTO CHE CI PIACCIONO.

È proprio una roba più forte di loro: ALL’INIZIO, QUANDO CI DEVONO CONQUISTARE E DEVONO FARSI CONOSCERE DA NOI, SCALEREBBERO L’HIMALAYA, PUR DI RACCATTARE UNA RISPOSTA AD UN MESSAGGINO.

MA QUANDO HANNO CAPITO CHE CI TENGONO IN PUGNO, TOCCA CHIAMARE “SCOTLAND YARD” PER CAPIRE SE PER CASO NON SI SONO ARRUOLATI NELLA LEGIONE STRANIERA, O NON HANNO INTRAPRESO UN VIAGGIO IN TIBET ALLA RICERCA DI SE’ STESSI!!!

 

Eppure, lo scrittore quando c’è, c’è con tutto sé stesso, e c’è con una frequenza di almeno una volta la settimana in modo esclusivo (almeno credo…bè, oh, speriamo bene…).

per questo io m’incazzo ancora di più: perché io e lo scrittore andiamo al cinema, andiamo a teatro, andiamo a fare una passeggiata, mangiamo una pizza, facciamo la spesa insieme, e poi, alla fine, facciamo anche l’amore da paura.

E quindi, non andiamo SOLO a letto insieme. Questo, rende la relazione abbastanza diversa da tutte quelle “di comodo” che ho avuto in passato.

 

Quando gli ho fatto “IL DISCORSO” e gli ho detto che questa settimana ero uscita con un altro per un aperitivo, e mettendolo di fronte al fatto compiuto, gli ho chiesto se dovevo andarmene da lui o meno (DELLA SERIE, IO AD ALZARE I TACCHI NON CI METTO NIENTE…PERO’ OVVIAMENTE SOTTO SOTTO INCROCIAVO LE DITA CHE MI CHIEDESSE DI RESTARE), la risposta è stata “OK, HO CAPITO”. Tre parole, tre parole sole giusto per non scordarmi che gli uomini sono essenziali e non fanno tanti giri di parole per arrivare dritti al punto.

DIFFICILE DIRE SE HA CAPITO VERAMENTE (PERCHE’ POI GLI UOMINI IN FONDO SON DEI GRAN BUGIARDI E INCOSCIENTI, COME CANTAVA MINA): FORSE QUESTA SARA’ PER ME LA SETTIMANA DECISIVA. LA SETTIMANA IN CUI SI DECIDERANNO LE SORTI DELLO SCRITTORE.

Fatto sta che, più vado avanti con le settimane, più mi sembra che il mio cervello si sia talmente girato e io mi sia talmente “persa” leggendo i suoi racconti e gli stralci dei suoi articoli, che ora come ora, è lui a decidere le nostre sorti, e non io le sue.

 

Comunque, abbiamo passato un bel week end. È successa una cosa: sabato mi ha invitata a cena da lui (lo scrittore cucina, e pure bene!), e normalmente, nelle settimane passate, quando ci incontravamo, lui tentava sempre di salutarmi con un bacio sulla guancia. Sabato, è stata la prima volta che mi ha dato un bacio sulle labbra dopo avermi detto “ciao”, e in effetti, io ero rimasta là ad aspettare questa mossa, perché forse, nella mia testolina di donna, il bacino sulla guancia, vuol dire “ciao amica, come va?”, mentre quello sulle labbra suona un po’ come “ehi tesoro, ciao”.

Considerando che ero ancora un po’ incazzata per la sua sparizione precedente, questo bacio sulle labbra, ha cambiato un po’ tutta la prospettiva della serata.

Siamo andati a fare la spesa, e poi ha preparato la pasta che gli riesce tanto bene.

IL DOPO, E’ STATO BELLO, COME SEMPRE.

Il giorno dopo ci siamo rivisti, perché io avevo manifestato la volontà di fare una passeggiata insieme, e di camminare nel sole del primo pomeriggio a Roma. E cammina cammina, lo scrittore si è aperto con me e mi ha raccontato del rapporto coi suoi genitori, di quello con suo figlio, di quanto è stato duro il distacco da lui, e anche della sua ex compagna, quella con la quale ha avuto il bambino. Poi ancora del lavoro, di quando un suo ex capo tiranno voleva farlo fuori, e di altre cose interessanti che mi hanno fatto capire qualcosa in più di lui.

Stare seduti su una panchina nel centro di Roma,  al sole con lo scrittore è bello. Lui si mette gli occhiali da sole, ma niente gli impedisce di essere sincero, anche se non lo guardo negli occhi.

MI SONO SENTITA STRANA A VEDERLO PER DUE GIORNI DI SEGUITO: NON SONO ABITUATA A VEDERE UN UOMO ASSIDUAMENTE. IL MASSIMO CHE POSSO CONCEPIRE AL MOMENTO, E’ DI VEDERE UN UOMO SOLO UNA VOLTA A SETTIMANA…DI PIU’ NON CE LA FACCIO.

HO LA MIA VITA, HO LE MIE COSE DA FARE, NON SI PUO’ LASCIARE ENTRARE UN UOMO NELLA PROPRIA VITA TROPPO VELOCEMENTE QUANDO PER UN ANNO INTERO TI SEI LECCATA LE FERITE DI UN AMORE FINITO, E HAI EVITATO IL GENERE MASCHILE COME LA PESTE.

Ho voluto dirglielo, perché quando mi sono svegliata, al pensiero che lo avrei rivisto il pomeriggio seguente, mi è salita l’ansia, mi sono sentita un blocco alla gola, ed è bene che lui sappia CHE AL MOMENTO STIAMO VIVENDO IL PRESENTE, ED E’ MEGLIO SE LO VIVIAMO CON CAUTELA.

IO, SONO FATTA COSI’.

Mentre raggiungevo San Pietro in metropolitana però, mi è successa un’altra cosa bella: mi sono sentita le farfalle nello stomaco e le mani hanno iniziato a sudarmi.

NON VEDEVO L’ORA DI VEDERLO.

QUANDO MI HA RIACCOMPAGNATA ALLA METROPOLITANA (ORMAI IO E LO SCRITTORE NON USIAMO PIU’ LA MACCHINA, PERCHE’ LA METROPOLITANA CI FA INCONTRARE SENZA STRESS NEL GIRO DI 20 MINUTI), HO VOLUTO ASPETTARE IL TRENO SUCCESSIVO: NON MI SENTIVO ANCORA PRONTA A DIRGLI “CIAO” DOPO CHE NEL SUO LETTO ERO STATA COSI’ BENE.

 

Come sempre, ci sono delle premesse buone, ma ci sono anche dei limiti: sono i limiti miei e i limiti suoi, e io li voglio rispettare, perché oltrepassarli bruciando le tappe non avrebbe senso.

Ha senso viversi, senza escludere un presente sereno.

Sono serena.

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roll on by,  don't wear fear or nobody will know
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