Creato da PurnioCiurlisko il 23/02/2010

Italia da salvare

Tra germi e cure, cerchiamo di indagare cosa non funziona e cosa c'è di buono in questo paese

FABRIZIO MORO: PENSA

 

Art 13

La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.

 

Art 17

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

 

Art 21

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'Autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'Autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

 

Art 34

La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

 

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Giornate di piazza

Post n°30 pubblicato il 13 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Si è da poco conclusa la manifestazione delle opposizioni, tenutasi in Piazza del Popolo dalle 14.00 di questo pomeriggio, Sabato 13 Marzo 2010. La manifesazione è stata aperta da Riccardo Noncini del PSI. Il secondo intervento ha visto protagonista Emma Bonino, accolta da un fragoroso "Emma! Emma!" da parte del pubblico. "Cittadini e non sudditi" ha detto. Lottare insieme, il messaggio: "sono con voi e voi siete candidati con me" perchè dalla data delle elezioni "può partire la riscossa democratica e civile". La Bonino invita anche a farsi sentire, citando una frase della giornalista russa Anna Politkovskaja: "Per conquistare la fiducia della gente, i sentimenti tiepidi non bastano". "Io non ho pensieri tiepidi e spero neanche voi". Segue Bonelli, dei verdi. In merito alle affermazioni di Berlusconi, che aveva definito la piazza come 'ammucchiata', afferma "Questa piazza, voglio ricordare al Presidente del Consiglio, non è il lettone di Putin". Tanti i temi trattati: scudo fiscale, condono edilizio, centrali nucleari, privatizzazione del servizio di distribuzione idrica. "Basta a chi ha legalizzato le illegalità" e chiude, lanciando un mazzo di fiori alla folla.

Al posto della politica, subentra la società. Parla una dipendente dell'Omsa, Emilia Liverani. Afferma che la crisi non è finita, che il peggio deve ancora arrivare e che si tenta di nasconderlo. Non è ammissibile, che nei canali televisivi non si parli di quelle storie. "Chi cerca di parlare delle nostre storie viene definito un pessimista che non ha a cuore il futuro dell'Italia". "I denari incominciano a scarseggiare". "Dalla crisi si esce investendo sul lavoro, non sulla pubblicità". Interviene una poetessa e legge uno scritto di Giuseppe Mazzini. Non è mancata neanche la voce dei dipendenti della scuola, con Barbara Evola. "Non si parla mai di quello che sta accadendo nella scuola". "La cosa che più spaventa è la censura, perchè la scuola fa paura". "I tg sono diventati un'alternativa a Maria de Filippi, è un puttanaio". E in merito alla riforma Gelmini "E' un massacro epocale... è il modello di società che si nasconde dietro questo ignobile progetto". Anche la stampa è stata presente con Iacona, conduttore di Presa Diretta. "Questo è il momento di non tirarsi indietro". "Noi un paese così, buio, senza democrazia vera, non lo vogliamo". Anche qui, molti i temi affrontati: i tagli all'editoria, la corruzione che fiacca la competizione, l'accusa ai rapporti tra organi di controllo, media e PdC. "Non è normale per niente". "Esiste una Rai che non si lascia intimidire dalla politica...vogliamo una Rai libera".

Sul palco anche Bersani, Di Pietro, Vendola e Ferrero, tutti con parole e proposte. Se Bersani incentra il discorso sull'importanza del lavoro e sul disinteresse del governo e della maggioranza nei confronti di questi temi, Di Pietro, punta più a sottolineare come la democrazia sia in pericolo, a sottolineare che c'è bisogno di un fronte comune che non ripeta gli errori del passato. Tonino indossa una sciarpa viola, forse in onore del Popolo Viola presente in piazza. E un tributo ai viola e alla CGIL, arriva anche da Ferrero in apertura di discorso, discorso nel quale parla dell'importanza della scuola, dell'emarginazione degli immigrati...e lancia tre proposte: portare avanti la protesta di tutte le opposizioni, una campagna referendaria contro nucleare, acqua privata e scavalcamento dell'art .18. Il più applaudito, a mio parere, è stato Nichi Vendola. "Il racconto Berlusconiano non convince più". "L'attacco alla Costituzione parte da quell'art1 che noi della sinistra abbiamo avuto la colpa di ridurre a un santino...il nodo libertà è lavoro è il vanto della nostra Costituzione". Passa poi a criticare duramente i metodi del governo: "Il processo breve l'hanno fatto l'altro giorno in Camera dei deputati, stracciando l'art18 dello statuto dei lavoratori. Anche per i migranti c'è il processo breve, ed è contenuto nell'equazione berlusconiana extracomunitario uguale criminale". "Il centro sinistra, ritrova la propria piazza". E forse, è proprio vero che l'ha ritrovata. In piazza del popolo, c'erano tutti i partiti tranne l'UDC, molti movimenti e associazioni. Uniti per ideali comuni.

Tuttavia, non si è manifestato solo a Roma. Anche a Milano, Torino, Bologna, Trieste, Cagliari, Palermo, Trento, Cuneo, Siracusa, Livorno, Bolzano, Mantova, Treviso, Venezia, Parma, Sassari, Massa e molte altre. Soprattutto, a Reggio Calabria, si svolge il NO MAFIA DAY, appuntamento organizzato con impegno e passione per dire no alla mafia, alle connivenze, agli accordi dei palazzi, al futuro dei giovani strappato via. E a proposito di giovani, ricordiamoci anche che ieri, insieme alla CGIL, non hanno scioperato solo i lavoratori ma anche gli studenti. Quegli studenti che chiedono sicurezze, quegli studenti che dimostrano solidarietà per i lavori e ne ottengono a loro volta. Quegli studenti che dicono no alla privatizzazione delle università e ai tagli miliardari della Gelmini mani di forbice. Forse, dopo molti anni, è possibile dire che qualcuno sta tentando di riemergere dalle putride acque dalle quali il paese è stato sommerso. Non è ancora abbastanza, deve essere solo l'inizio. Gli organizzatori della manifestazione odierna hanno parlato di 200.000 presenze. Qualcuno dirà che il dato è sovrastimato. Ebbene io penso che, sovrastimato o no, quel 200.000 si deve trasformare in milioni. La gente deve capire che tutto ciò che sta accadendo non è tollerabile. La gente deve riprendersi i diritti che ci sono stati strappati di mano attraverso un progetto sapientemente architettato. Manifestiamo, sempre di più. E non dimentichiamoci che l'arma più potente di cui ancora disponiamo è il voto. Usiamolo bene, il 28 e il 29 marzo.

 
 
 

Come nello Zimbabwe

Post n°29 pubblicato il 12 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Libertà di stampa nel mondo 2009

Lascio internet per qualche ora, giusto il tempo di una lezione di chimica organica e una di zoologia, torno, e trovo esploso un nuovo 'caso'. Allora è proprio vero, che il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è recidivo. Da mesi ormai, molte persone me compreso, tentano di spiegare agli accoliti di Berlusconi cosa sia il suo impero mediatico e come funzioni. Un uomo, l'autorità politica della nazione, che controlla direttamente tre canali. Sempre lo stesso uomo, indirettamente, con la maggioranza parlamentare, ne controlla altri due e tenta di influenzarne un terzo. Considerando che i canali principali sono proprio questi sei, e che alla pay TV ha accesso parte minoritaria della popolazione, questo dato avrebbe dovuto preoccupare. Allo stesso modo, avrebbe dovuto causare sgomento che il Cavaliere abbia portato in tribunale i due maggiori giornali di sinistra, ovvero l'Unità e la Repubblica. E di certo non apprezziamo il fatto che ci sia un giornale abbastanza venduto comandato da suo fratello. Per non parlare delle banche, delle case editrici. Si chiama "conflitto d'interessi" ed è quella condizione che, se presente, impedisce ai politici di esercitare posizioni di rilievo. Accade in Europa ovviamente. Accade in tutti i paesi sviluppati e anche in molti di quelli non sviluppati. Tranne in Italia. Noi, il monopolista mediatico, l'abbiamo messo a fare il Presidente del Consiglio, con tutti i rischi che ne sono seguiti dal punto di vista della libertà di stampa. Infatti, mica per altro (non finirò mai di ribadirlo) siamo l'ultimo paese europeo in classifica e siamo considerati "parzialmente liberi" da Freedom House. Come la Turchia, il Benin. Peggio della Namibia, del Cile e del Kiribati. Molto peggio dell'Uruguai, del Ghana e della Polonia. Se non ci credete, basta cercare la classifica 2009 (una immagine esemplificativa è quella della foto, vedete l'Italia colorata di giallo invece che di verde?)

Avere un'informazione pilotata, che spaccia come miracoli i fallimenti e nasconde sconfitte e problematiche...significa avere idee politiche basate su dati falsi, e votare di conseguenza. Significa mancanza di libertà e democrazia. Nonostante questo, qualche persona in malafede o qualche ingenuo, hanno negato che ciò costituisca un problema. Il caso esploso oggi, invece rivela che il problema c'è ed è immenso. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, direttamente, esercitava pressioni sull'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, sui vertici della Rai e sul direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per manipolare l'informazione. Berlusconi chiedeva insistentemente che la trasmissione Annozero venisse fatta chiudere. Si lamentava della presenza di Mauro e Scalfari (La Repubblica) nella trasmissione Parla con Me. Chiedeva a Minzolini (che chiamava Direttorissimo) di difendere, negli editoriali, le sue posizioni durante il Tg1 (maggiore tg italiano, seguito da sette milioni di persone).

In poche parole, nonostante la già limitata pluralità e libertà d'informazione, il Cavaliere ha voluto stringere ancora di più la morsa. Quella stessa morsa che ha portato l'organizzazione Reporters sans Frontieres ad ammonirlo, sottolineando che si sta avvicinando ad entrare nella "lista dei predatori della libertà di stampa". Ed ecco che, come per magia, i talk show politic in RAI vengono fatti sparire. E non per colpa della par condicio (che esiste da anni) come qualcuno ha detto. Dalla loro parte ci rimette solo Vespa, adeguatamente sostituito da due tg e dalla illimitata propaganda di Mediaset. Dalla parte della sinistra, si perdono le due maggiori trasmissioni. Colpo riuscito. Ma è di oggi la notizia che il TAR del Lazio ha sospeso il regolamento dell'Agcom (sì, proprio quella sulla quale B. faceva pressioni). La Rai, ha già convocato un cda straordinario per lunedì, nel quale, a rigor di logica, si dovrebbe decidere per il ripristino dei programmi sospesi.

 
 
 

L'impietosa figura: violenti e menzogneri

Post n°28 pubblicato il 11 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Non se la passa bene, il governo del fare. Mentre in Italia, come dimostrato dai dati, la crisi c'è e colpisce duramente...mentre la disoccupazione si aggiunge al precariato...mentre l'istruzione va in rovina...mentre il paese rimane indietro...il parlamento che fa? Approva il legittimo impedimento, la legge che consente a Berlusconi, di dire quando Berlusconi è disponibile a presenziare ai processi di Berlusconi. Chissà come mai allora Sua Dittatorialità trova tutto il tempo di presenziare a conferenze, presentazioni e, a suo tempo(?), festini. Dicono alcuni, che ciò non violi assolutamente la Costituzione: forse si sono dimenticati dell'esistenza dell'art 3 (e non solo). E il governo? Lo immaginate impegnato a decretare di qua e di là, a correre laboriosamente, a faticare per risolvere le emergenze, le urgenze. No. Stanno rimuginando sul modo in cui il Decreto Legge da loro incostituzionalmente approvato per salvare la lista PDL, non solo non ha salvato la lista PDL ma si è rivelato anche inutile, visto che autonomamente i tribunali avrebbero deciso di riammettere Formigoni e il Listino Polverini, dando dunque ad ogni elettore la possibilità di scegliere il candidato PDL. Eppure, di questo non si tiene conto. La lista PDL Provincia di Roma è stata esclusa? I giudici sono dei comunisti eversivi, quelli del TAR sono formalisti, i radicali fanno gli attentati e quelli del PDL, povere stelle, non hanno nessuna colpa...vittime del complotto. Un po' gli italiani se ne rendono conto. Oltre ad essere in gran parte contrari ai metodi recentemente adottati, alcuni, iniziano a negare la fiducia; così, nel giro di un mese, il governo perde più del 3% avvicinandosi al record negativo. Si può raccontare finché si vuole che la crisi non c'è, che l'Abruzzo è rinato, che la scuola si sta avviando alla meritocrazia, che i conti dello Stato sono in regola...ma dopo un po', la percezione della 'pelle', descrive ben altre situazioni. Tutta la tensione alla quale questo fallimentare esecutivo è sottoposto, si è mostrata ieri durante una farsesca conferenza stampa. Berlusconi leggeva parole non da lui scritte, cancellava la realtà e la riscriveva, negava le responsabilità effettive e condannava altri. Poi, un giornalista poco avvezzo a rispettare i turni, inizia a porre... DOMANDE! Chi se lo sarebbe aspettato. Domande vere! Berlusconi preso dal panico tenta invano di dare la parola ad altri e un assistente gli sussurra "Presidente, non esageri, le potrebbero fare queste domande. E' uscita una dichiarazione di Fini, le ho fatto un ipotesi di risposta". "Le potrebbero fare queste domande". Ma non dovrebbero, avranno pensato Sua Maestà e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Proprio quest'ultimo, percorre la sala conferenze, raggiunge il giornalista, gli impugna la giacca con una mano e gli dice con tono micciaso "Adesso vieni con me". In una qualsiasi altra nazione europea, poniamo il Regno Unito non sarebbe accaduto ciò. Il governo, costernato, si sarebbe recato in conferenza stampa, non senza qualche dimissione, si sarebbe scusato e avrebbe risposto diligentemente alle domande dei giornalisti. In Italia, il governo, arrabbiato e superbo, si è recato ad una conferenza stampa dove il PdC ha ribaltato la realtà incolpando altri e dove il ministro della Difesa in persona ha aggredito fisicamente un giornalista. Lo dico, semmai vi fosse bisogno di chiarire che non siamo più uno Stato di Diritto. E rinnovo l'invito: il 28 e il 29 marzo ci  sono le elezioni regionali! Sarebbe una buona occasione per dimostrare che nelle vostre teste c'è della materia grigia. Dimostratelo, perchè dalla "democratica espressione" di noi italiani negli ultimi anni, si deduce solo che non c'è o se c'è si sta atrofizzando. Seguono i video del fattaccio.

 
 
 

Da molti italiani, no alla caccia

Post n°27 pubblicato il 07 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

No alla cacciaQuesto governo, questa maggioranza...dicono sempre di voler fare gli interessi degli italiani, il bene degli italiani, la volontà degli italiani. Allora non si capisce come mai, nonostante gli italiani siano in maggioranza estrema avversi alla caccia, in  una delle loro maxi-leggi hanno inserito un punto che consentirebbe alle regioni di estendere i limiti dei periodi di caccia, creando pericoli enormi per la fauna e l'ecosistema in generale. Le associazioni ambientaliste e animaliste hanno protestato immediatamente e con forza. Perfino nella stessa maggioranza vi sono stati forti dissidi. Eppure, la proposta è comunque passata al Senato. A confermare quanto questo abbia fatto dispiacere alla popolazione, i sondaggi hanno rilevato una polarizzazione dell'opinione pubblica, radicalizzatasi. Ipsos, per conto ENPA, LAV e Legambiente ha condotto un sondaggio nelle 13 regioni interessate dalle elezioni regionali. Il sondaggio ha coinvolto un campione di 980 persone. In generale, nei confronti della caccia, il 70% è fortemente contrario, il 22% neutrale, l'8% favorevole. Il 52% del campione ritiene che la caccia sia una crudeltà e andrebbe vietata. Il 27% ritiene che debba essere ridotta istituendo regole più rigide. Il 14% ritiene che le regole attuali siano ben equilibrate. Il 4% ritiene che le regole debbano essere rese meno rigide. Ipsos è passata a chiedere che cosa dovrebbe fare il parlamento ora che è in Senato è passato il testo: il 37% risponde che dovrebbe approvare un testo che vieti completamente la caccia agli uccelli migratori; il 30% risponde che dovrebbe approvare un testo che riduca ulteriormente il periodo di caccia. Il 14% ritiene che vadano mantenuti i limiti vigenti. Il 10% ritiene che alla Camera dovrebbe essere approvato lo stesso testo passato al Senato.

Ma ipsos si è spinta oltre. L'87% degli intervistati è contrario a ridurre le sanzioni per chi uccide specie protette. L'89% è contrario ad autorizzare aree private a pagamento in cui esercitare la caccia. Il 90% è contrario ad aumentare la possibilità di caccia agli uccelli migratori. Il 92% è contrario ad autorizzare la caccia nei parchi e nelle aree protette. Il 92% è contrario a permettere la caccia di piccoli uccelli protetti. Il 93% è contrario ad autorizzare la caccia di specie attualmente protette.

Al contrario, l'86% degli intervistati è favorevole ad aumentare la distanze del divieto di caccia da case e sentieri. L'84% è favorevole a non rilasciare la licenza di caccia prima dei 21 anni. L'80% è d'accordo a vietare la caccia nei terreni privati senza l'accordo del proprietario. Il 78% è favorevole a vietare la caccia la domenica e nei giorni festivi. Il 77% approverebbe il divieto di caccia agli uccelli migratori. Il 71% limiterebbe la stagione di caccia ai mesi di ottobre, novembre e dicembre. Infine viene chiesto un parere su un ipotetico candidato che alle regionali proponesse regole per tutelare animali e natura: l'89% sarebbe estremamente o abbastanza d'accordo; L'8% sarebbe indifferente. Il 3% sarebbe contrario o totalmente contrario. Che i candidati lo sappiano.

 
 
 

No Razzismo Day

Post n°26 pubblicato il 07 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Ieri, sabato 6 marzo 2010, a Milano, ha avuto luogo il No Razzismo Day. Una manifestazione per ribadire i diritti degli immigrati e il loro contributo alla società italiana. C'erano bandiere di tutti i colori. Viola, rosse, bianche arcobaleno, nazionali...ma il colore fondante della manifestazione è stato il giallo. Piazza Duca D'Aosta è stata rivitalizzata da questi manifestanti che, tra le altre cose, ripudiano con forza anche la purtroppo più comune xenofobia e l'omofobia. Il corteo, di grandi dimensioni, ha attraversato diverse vie della città per fare poi ritorno in piazza. Luigi Grimaldi, coordinatore dell'evento dichiara: “Abbiamo detto a tutti di portare le bandiere per testimoniare la maggior apertura possibile. La rappresentanza, infatti,  va dal mondo cattolico ai centri sociali. Vogliamo partire da qui per portare avanti una piattaforma in dieci “sogni”, a partire dai 10 punti che l’Onu ha contestato al Governo italiano nel mancato rispetto dei diritti umani, ad esempio per quanto riguarda respingimenti, gestione dei Cie e discriminazioni nell’occupazione”. Anche Diego Marigo, uno dei coordinatori ha detto la sua: "Chiediamo ai politici e agli esponenti del mondo della cultura che interverranno oggi di impegnarsi per dire no a questa politica e di lavorare culturalmente da questo piazza, facendo dell’accoglienza la nostra parola d’ordine”. Finalmente l'Italia ha saputo dar vita ad una grande manifestazione antirazzista e propositiva. Speriamo sia solo la prima della serie. Nel video, alcune immagine del pre-manifestazione, degli interventi dal palco e del corteo.

                                    

 
 
 

E' un golpe?

Post n°25 pubblicato il 06 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Io sono stufo. Basta. Anche il golpe non lo accetto, leggete fino alla fine e capirete il perchè. Ieri, in serata, abbiamo assistito all'illegittimo via libera in Consiglio dei Ministri di un decreto legge studiato appositamente per salvare il PDL dagli errori  interni al partito, che non sono neanche stati ammessi ma addossati alla sinistra che obiettivamente non c'entra nulla. Abbiamo assistito alla solerte firma da Parte del Presidente della Repubblica di un atto doppiamente incostituzionale (art 72 e art 122) che egli avrebbe dovuto rifiutarsi di firmare in base al suo ruolo di garante della Costituzione. Abbiamo assistito a un CdM che si è arrogato poteri non suoi per cancellare la legge e riscriverla, in maniera che le illegittimità sparissero, nonostante ci fossero ancora dei tribunali in svariati gradi che sarebbero stati chiamati in tutta legittimità a giudicare, magari riammettendo le liste come già accaduto col listino Polverini.

Insomma, ieri c'è stato il rovesciamento della Costituzione, il rovesciamento del principio liberale, il rovesciamento della separazione dei poteri, il rovesciamento dello stato di diritto. Oggi, Napolitano fornisce le sue motivazioni. Afferma che non ha ravvisato profili di incostituzionalità: probabilmente pensa che nessuno abbia mai aperto un libro di diritto. Afferma che era l'unica soluzione fattibile, dimenticandosi che in realtà, l'unica soluzione fattibile, era attendere la decisione dei tribunali che sono stati preceduti e violati. Afferma che non sarebbe stato ammissibile escludere in una regione il partito principale. Forse voleva farci intendere che quelli minori, come già accaduto, possono essere esclusi? Grazie Presidente, ci da una conferma in più che la legge non deve essere uguale per tutti.

Ma ci sono anche delle verità. E stanno tutte sul fondo. Siamo veramente al centro di un golpe e in questo contesto diviene chiarissimo il comportamento del Presidente della Repubblica. Pochi hanno dato peso al giornale di Roma, il Messaggero che in un interessante articolo riporta come il colloquio al Quirinale tra Berlusconi e Napolitano sia stato molto più ostile di quanto emerso precedentemente. Pare infatti, che il Presidente del Consiglio Berlusconi abbia affermato di non aver bisogno della firma del Presidente della Repubblica e che se essa non fosse arrivata avrebbe trascinato con forza gli italiani nelle piazze contro l'atto inaccettabile di escludere le liste. A quanto pare escludere le liste per degli errori, col supporto della legge e le sentenze dei tribunali, senza che il Garante della Costituzione firmasse un decreto incostituzionale...per Berlusconi sarebbe stato valido motivo di guerra civile. Si apprende dunque perchè, nelle motivazioni fornite oggi pomeriggio, Napolitano indicasse un forte rischio di tensioni sociali.

Ora io domando: è ammissibile che il Presidente del Consiglio, minacci di trascinare il paese nell'instabilità, per costringere il Presidente della Repubblica a firmare un decreto incostituzionale come tale e nel merito, per cancellare le problematiche della lista PDL sulle quali i tribunali stanno giudicando? E' ammissibile che il Presidente del Consiglio abbia imposto questo immenso vulnus alla separazione dei poteri e agli organi di garanzia? La mia risposta è no. Perchè se è così, significa che da ieri sera questo paese non è più una democrazia liberale. Io, da semplice cittadino arrabbiato, preso in giro e preoccupato, pretendo che su queste vicende venga fatta immediatamente chiarezza in quanto se solo un centesimo di tutto ciò fosse vero, emergerebbero le motivazioni per chiedere le dimissioni del governo e lo scioglimento delle camere. Intanto, rinnovio il mio accorato invito a non fargliela passare liscia e ad andare in piazza.

 
 
 

E' morto il diritto

Post n°24 pubblicato il 06 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Ieri, è accaduto ciò che mai avrei pensato potesse accadere in un paese democratico e liberale come il nostro. Il governo si è riunito in un consiglio dei ministri nel quale ha varato un DL (decreto legge) che pone soluzione a tutti i problemi incontrati dalle liste Formigoni, Polverini e PDL provincia-Roma, cancellando le violazioni, modificando le regole.

Tutto questo è gravissimo per diverse motivazioni. La prima, è che in nessuno modo il governo può legiferare in materia elettorale con la decretazione d'urgenza. L'art 72 della Costituzione infatti, al comma 4, afferma: "La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale...". E' dunque responsabilità del potere legislativo, cioè del parlamento. La seconda motivazione che rente tutto gravissimo è che il governo è stato talmente irrispettoso ed eversivo da non attendere nemmeno che i tribunali si pronunciassero. Il listino Polverini, prima escluso, ad esempio era già stato riammesso. Ancora TAR e Consiglio di Stato avrebbero potuto pronunciarsi, senza bisogno che il governo intervenisse subito in maniera illegittima per sanare la faccenda. Faccenda, mi piace ricordarlo, causata da errori compiuti da esponenti del PDL stesso. Errori che invece di essere riconosciuti e ai quali avrebbe dovuto corrispondere un mea culpa davanti all'elettorato, sono stati addossati alla sinistra che non si sa bene che colpe abbia. Si è addirittura parlato di golpe, di privazione della democrazia. E invece io vi dico che non è la legge che soccombe alla democrazia, è la democrazia che si snoda nei limiti della legge come sancisce l'art1 comma 2 della Costituzione: "La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Gli elettori del PDL e i vertici del partito avrebbero dovuto attendere con fiducia i pronunciamenti dei tribunali, sperando che fossero positivi. Nel caso non lo fossero stati, avrebbero dovuto accettarlo. Nessuno li avrebbe obbligati a votare, nè a non votare, nè a votare per il PD. Avrebbero avuto il diritto di votare tutti i partiti che, avendo rispettato le regole, hanno potuto rendere effettiva la loro candidatura. Avrebbero avuto il diritto di votare scheda bianca. Avrebbero avuto il diritto di astenersi. Avrebbero avuto il diritto di votare scheda nulla. Ma a Berlusconi non andava bene. Così, per rimediare a un piccolo e temporaneo vulnus da loro stessi causato, hanno pensato bene di dar vita ad un vulnus gigantesco e che sovverde l'ordine istituzionale e costituzionale dell'intera Repubblica Italiana. Ciò che mi ha lasciato basito, è che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver detto che avrebbe firmato solo con largo consenso, dopo aver espresso perplessità sulla forma utilizzata (decreto) ha firmato il testo in meno di un'ora poco prima della mezzanotte. In realtà, essendo egli il garante della Costituzione, non avrebbe dovuto firmare in queste condizioni. Sono molto deluso e a questo punto sorge spontanea una domanda: Napolitano è pavido, connivente o sotto ricatto? Indipendentemente da ciò, resta il fatto che ieri lo stato di diritto è stato spazzato via e che abbiamo fatto un passo in più verso il disgregamento del nostro assetto liberale.

Fortissime le reazioni delle opposizioni. Di Pietro stigmatizza la decisione del governo che addita come golpista e parla di possibilità di attentato alla Costituzione e impeachment per il Presidente Napolitano. Il PD parla di decreto incostituzionale e di grave lesione della democrazia, così come SeL così come molti altri partiti di sinistra. Casini commenta per l'UDC "Un brutto giorno per l'Italia". Intanto, per sabato 13 marzo, è indetta una manifestazione generale straordinaria di tutta l'opposizione. Il Popolo Viola si mobilita da ieri sera, quando alcuni suoi esponenti iniziavano ad affluire davanti al Quirinale ancora prima che la firma giungesse. Si ritroveranno oggi a Roma, al Pantheon. La mia opinione personale è che sia necessario mobilitarsi fortemente, perchè è inammissibile che le regole vengano così stravolte. E' in pericolo lo stato di diritto, è in pericolo l'assetto liberale. Non si può stare a guardare, non si può accettare. Invito tutti a mobilitarsi affinché almeno questa volta non si lasci che la passino liscia.

 
 
 

Ha firmato

Post n°23 pubblicato il 06 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Io non voglio neanche crederci. Si è addirittura sbrigato. Io mi chiedo che ci sta a fare al Quirinale quell'uomo, se poi sembra COSTRETTO ad avallare ogni atto, anche il più ameno, anche il più incostituzionale. Napolitano, l'ho sostenuto e difeso per mesi ma ora non posso più perchè ritengo di essere un essere pensante e mi sento tradito e preso in giro. Questa volta, un più che mai doloroso "Vergogna" non glielo si può risparmiare. Non ha saputo alzare la testa neanche davanti a una DL incostituzionale, contro le condizioni che lui stesso aveva stabilito, coi centrali del Palazzo impazziti e la gente che iniziava a radunarsi in piazza. Dopo oggi, tutto è possibile.

 
 
 

Tutti davanti al Quirinale

Post n°22 pubblicato il 05 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Questa sera, il Consiglio dei Ministri, in violazione dell'art 72 comma 4 della Costituzione della Repubblica Italiana, ha dato via libera al Decreto Legge che 'salva' le liste Polverini e Formigoni. Prendendo come scusa il fatto che si tratti di un 'decreto interpretativo', il governo approva un DL incostituzionale, con la assoluta contrarietà delle opposizioni e l'estrema titubanza del Presidente della Repubblica. E fa tutto questo, per salvare il PDL da errori la cui responsabilità ricade solo ed unicamente su esponenti del PDL stesso, nonostante sia stata addossata ad altri. Per questo, il Popolo Viola, dalla pagina ufficiale, chiede a tutti i romani e a chi ne ha possibilità di recarsi sotto al Palazzo del Quirinale per una manifestazione spontanea e pacifica atta ad implorare il Presidente della Repubblica di non apporre la Sua firma al decreto.

 
 
 

Berlusconi e gli altri fuorilegge

Post n°21 pubblicato il 05 Marzo 2010 da PurnioCiurlisko
 

Napolitano e Berlusconi, il geloOggi in prima pagina sul Fatto Quotidiano campeggia un titolone esaustivo: "I Fuoriligge". Il sottotitolo: "Come ai tempi del fascio il governo riscrive le regole elettorali per favorire il partito del capo". Come dargli torto? Ho già parlato della situazione liste. Aggiorniamola un po'. La lista di Formigoni in Lombardia è irregolare per mancanza di centinaia di firme. La lista della Polverini ha problemi simili anche se di portata estremamente inferiore. La lista del PDL in provincia di Roma è stata consegnata oltre il termine massimo. Il listino Polverini, ieri riammesso probabilmente per la scarsa entità e per la risolvibilità del problema, aveva un simbolo troppo uguale a quello di un'altra lista precedentemente iscritta. Vista così, parrebbe non vi siano colpe addebitabili alla sinistra. Infatti non ce ne sono. Eppure, pur di non ammettere di aver commesso errori grossolani, alcune aree del PDL hanno preferito riversare la colpa sugli avversari politici, addirittura minacciando lo Stato e gridando al golpe. Forse, il concetto che la democrazia si regga anche sul rispetto delle regole, non è chiaro a tutti. Regole che tra l'altro, in questo caso, non negano la presenza di un forte garantismo. Dopo essere passati dalla prima decisione alla Corte d'Appello, rimangono ancora il TAR e il Consiglio di Stato a cui appellarsi. Una cosa è dunque certa: se qualche lista attualmente esclusa ha per qualche motivo il diritto di essere riammessa, lo sarà. Se non lo avranno, invece di stracciarsi le vesti parlando della morte della democrazia, i dirigenti del PDL farebbero meglio ad ammettere gli errori degli esponenti, a scusarsi con il proprio elettorato e ad accettare le regole.

Pare però che Berlusconi non la pensi così. Ieri aveva sostenuto che il PDL è vittima di un sopruso; a questo punto verrebbe da pensare che, essendo il detto sopruso auto-inflitto, il PDL possa considerarsi leggermente masochista. Ma questa è un'altra storia. Due sono le soluzioni che il governo proporrebbe per salvare il partito, scavalcando la legge e dando vita a un pericolosissimo precedente. La prima, è un decreto che riapra gli 'uffici' fino a una determinata data. Il secondo, è un decreto che faccia slittare le elezioni. Ieri, c'è stato il discorso tra il Cavaliere e il Presidente della Repubblica. Dietro al secco 'no comment' del Quirinale, si nasconde però il rifiuto di Napolitano di accondiscendere. "Firmo solo in caso di largo consenso", avrebbe detto, aggiungendo di essere preoccupato per l'utilizzo della decretazione d'urgenza. Ma il largo consenso, non c'è. PD e IDV si sono detti assolutamente contrari a qualsiasi tipo di modifica dei giochi in corso d'opera e anche l'UDC rimane estremamente titubante. Tra l'altro, fanno notare i conoscitori della Carta Costituzionale, l'art 72 impone che gli interventi in materia elettorale avvengano tramite legge ordinaria del parlamento. Il decreto sarebbe dunque incostituzionale. Insomma, gli scogli si fanno sempre più vicini e pericolosi e rischiano di far definitivamente affondare il transatlantico. Berlusconi pare non voler neanche aspettare che nei prossimi giorni tutti gli organi appositi si pronuncino, manifestando il suo elevato disprezzo per il concetto di regola, e di giustizia. E' probabile che oggi pomeriggio alle 18.00 si tenga un CdM straordinario. E in ballo c'è di tutto: crisi con il Colle, crisi del PDL e centinaia di migliaia di voti a rischio, crisi tra i banchi della maggioranza. E forse, anche qualcosa di più.

 
 
 
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