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WHAT JAMES DID NEXT

Post n°128 pubblicato il 26 Maggio 2014 da jamesmarshall.c

Sette anni perso nel mondo, sette anni senza fissare i pensieri su nulla, sette anni a lasciarsi portare, sette anni a guardarsi sotto il culo e notare appena che la marea è stata fin qui benevola.

Sette anni a non pensare che per quanto sei una testa di cazzo potevi finire giù, e invece sei su, sulla cresta dell'onda se vogliamo, nel senso che non hai nulla di che da lamentare, sette anni a non capire quanto la tua fortuna ti ha fatto uscire indenne, se non vincitore, da una crisi mondiale il cui ultimo aspetto è di carattere economico, quello di cui parlano i giornali.

Sette anni a non capire che in realtà in questi sette anni molte cose (ma non tu) sono andate a puttane.

Scrivo qui come allora, ma attorno a me non c'è più niente di ciò che c'era. No, seriamente, facciamo un'analisi di cosa è rimasto.
Lei: presente, anche un fringolo di mezzo- la priorità assoluta della mia vita e ciò che mi sprona a dare tutto.
Il cane: presente, speciale.
Casa: quella non c'è più, ce n'è una nuova, bene.
Chitarre: tolte le tre che vorrei portare con me nella tomba le altre sono andate e altre sono arrivate.
La band: lì, mezza viva, pretese di divenire delle rockstar mitigate, ma siamo a metà tra il voler compiacere il pubblico con puttanate rock-commerciali stile Have you ever seen the rain (quello che è diventata nell'immaginario, non la grande canzone che era) e la velleità di sfornare 4-5 nuove canzoni al mese. Galleggiamo tra un repertorio di cover dignitoso, e il ricordo di quando volevamo fare i dischi.
Amici: mah, qui casca un pò l'asino. Quelli veri sono dispersi nel mondo, e riesco a sentirli di tanto in tanto e una volta l'anno persino a vederli. Ad alcuni di questi non frega più un cazzo, è palese. Quelli che vedo qui in giro, a parte la band, sono più conoscenti o partner delle amiche della mia donna. Persino frustrante andare in giro e non voler parlare di un cazzo.
Family: good
Carreer: Yes.

DIMENTICO QUALCOSA, O E' TUTTO QUI?
(Vedete? Avevo in mente di scrivere un luuuungo post ma adesso mi fermo proprio a provocare: sono io che dimentico un bel pò di cose o no? Può essere che così tante cose sono sparite? O l'elenco sopra è in realtà un'enormità e non dovrei pormi domande? E che ne è stato degli ideali, del fervore, dei sogni... che ne è stato, cazzo? Forse non esistono più. E' questo che paventavo all'inizio. Se qualcuno ancora sta leggendo forse potrà dirmi... sta a voi.)

 
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Post N° 127

Post n°127 pubblicato il 31 Luglio 2008 da jamesmarshall.c

Una vita è troppo poco, una vita sola non mi basta. Se poi conti bene non sono neanche tanti giorni. C'e troppe cose da fare... troppe idee ... Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni? Perchè penso che e' passato un altro giorno... dopo mi commuovo... perche penso che sono solo. Un puntino nell'universo. I tramonti mi piacerebbe vederli com mia madre e una donna cha amo magari, poi invece le notti mi piacerebbe passarli da solo, da solo insomma ... magari con una bella troia che e' meglio che da solo. Ce l'hai ancora quella roba che ha lasciato il turco? "Nonso" si chiamava.
Grazie.
Se le cose andassero sempre cosi che ti portano via le armi e ti lasciano 'sta roba qua, ... si vivrebbe meglio no?
Mediterraneo, di G. Salvatores

 
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Post N° 126

Post n°126 pubblicato il 27 Dicembre 2007 da jamesmarshall.c

(Auguri)

Così stasera cena a casa mia, con Stefano e Marco. Quasi non ci credevo più.

Stefano e Marco sono i miei due più vecchi amici, roba che risale ai tempi dell'asilo.

Uno libero professionista lanciato negli affari in quel di Bologna, l'altro nuovo P.M. di Parma...non si vedono più molto, da queste parti.

Con Marco, una decina di anni fa, ci fu un brusco raffreddamento a causa di una ragazza che piaceva (troppo) a tutti e due. Lei venne con me, ma non credevo che...

Insomma, quel bonaccione di un metro e novanta di Stefano ce la mise tutta per farci riavvicinare, ma senza troppi risultati. A pensarci bene io mi comportai da stronzo, soprattutto dopo, quando spezzai definitivamente il cuore di quella biondina e non feci nulla, lì per lì, per recuperare quanto avevo perso.

Eppure a dispetto di tutto, dopo un fugace incontro ieri per un caffè (loro due sono rimasti molto uniti) mi parte la proposta quasi da sola...domani sera a casa mia, solo noi tre, due spaghi, una bottiglia di vino speciale e tutta la verità, nient'altro che la verità su cosa stiamo combinando.

So che per me non sarà difficile essere sincero, e so che Ste lo sarà, lo è sempre. Da Marco, francamente, non so cosa aspettarmi...insomma, gli voglio bene, e cercherò di cucinare al meglio, di farlo stare a suo agio e di essere naturale, ma non so se lui lo sarà altrettanto. Da tempo non lo inquadro, mi sembra un pò...falso. Come se non gli importasse nulla della nostra amicizia un tempo così forte. Quando parliamo non siamo mai io e lui- altrimenti non parleremmo, ma c'è sempre il buon vecchio Stefano, che vorrebbe vederci come un tempo, a fare da moderatore e a rompere il ghiaccio della nostra un-tempo-amicizia. E lui che sembra dirti con lo sguardo che se non fosse per Stefano non sarebbe lì.

Non ci sentiamo mai durante l'anno, e il buffo è che quando invece sentiamo Ste chiediamo sempre a lui dell'altro...ed è strano...sembra quasi una battaglia psicologica, una sfida a chi cede per primo di orgoglio e testardaggine.

Marco a Luglio si sposa. Io non sapevo neanche che si era fidanzato, ed in effetti è una cosa recente...una volta avremmo passato dei giorni a discutere la cosa, e la sua decisione sarebbe stata presa anche alla luce dei miei consigli. Poi è successo quello che è successo, ma sebbene quella ragazza oggi non significhi nulla per nessuno di noi due, non siamo riusciti a superare la cosa. Friends will be friends. Stasera saremo lì a parlare, come se nulla fosse, e io voglio tirar fuori l'argomento, voglio fare chiarezza, dirgli che  o ci mandiamo a quel paese o guardiamo avanti senza piùà remore...siamo grandi oramai, e troppo tempo è passato.

Quanto a Stefano...spero che faccia la sua solita parte di moderatore, e che ci dia una mano a ricucire lo strappo.

E poi voglio anche farmici quattro risate, con quei due disgraziati...chiedo troppo?

 
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HOW DOES IT FEEL?

Post n°125 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da jamesmarshall.c

Adesso lo so. Adesso purtroppo lo so. Non è servito a tal fine la perdita di due nonni e di un paio di amici, in circostanze poco felici.

I primi due sono andati in tarda età, ed era una cosa ovvia sebbene non la definirei normale, mentre gli altri, pur essendo andati via in circostanze drammatiche quanto improvvise, non mi erano abbastanza vicini perchè ne soffrissi oltremodo.

E non è stato un lutto a me vicino a spaventarmi così tanto, nè la paura di morire e di provare quel "qualcosa": ad angosciarmi, è stato il vedere chiaramente come deve essere, e come probabilmente sarà, vedere mancare dei pezzi al tuo fianco; un amico di infanzia, un compagno di giochi, un compagno dei tempi che furono della squadra di calcio dei pulcini, uno che era nel tuo istituto a scuola.

Un "coscritto", insomma.

Ed è toccato proprio a un coscritto di mio padre del paesino del piemonte dove lui è cresciuto, andare via strappato alla famiglia da una malattia terribile.

No, non solo coscritto, quanto compagno di giochi di infanzia, vicino di casa, migliore amico per almeno 20 anni. A tavola, oggi, ho visto le lacrime sospendere le parole di mio padre su "dall'asilo".

Ecco un pò di immagini che mi hanno spezzato il cuore:

La figura di mio padre scolaretto d'asilo degli anni 50 in quel freddo paesino delle  Langhe, che si recava verso scuola col suo amico, col grembiulino cucito in casa, lottando insieme contro i bulli del quartiere.

La figura di mio padre già più grande che rientra a casa troppo tardi per farsi sentire con le scarpe in mano e al buio, dopo aver dato la buonanotte sottovoce sul pianerottolo a Mario (questo era il Suo nome), altrettanto indaffarato a sgattaiolare a letto.

La Summer of Love di mio padre e Mario che si recano ai primi concerti assieme.

Mio padre e Mario che vanno al Cine con due ragazze e fanno la colletta tra loro in segreto per la benzina.

Mario che assiste dal backstage mio padre che suona la batteria, nel '73, durante il concerto più importante della sua vita.

Mio padre che parte per il Sud con la moglie, Mario ormai preso da mille impegni coi suoi due figli piccoli, il saluto fugace e distratto.

Le telefonate per Natale, sempre più rade e formali.

I capelli che abbandonano le loro teste negli anni, come i figli crescono. Le rughe sulle loro fronti.

Mio padre che torna dopo anni al paese, cerca di Mario e gli dicono che è in ospedale da tempo, grave.

Mio padre disperato dalla perdita del suo primo amico, il suo migliore amico d'infanzia.

Io so che queste cose mio padre le ha vissute davvero, anche se non saranno proprio quelli gli episodi. E so quanto sta soffrendo. Tutto sommato capisco quanto soffrirò io, un giorno.

Eppure bisogna andare avanti, me**a di mondo.

 
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Post N° 123

Post n°123 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da jamesmarshall.c

E alla fine è arrivato...o per meglio dire siamo arrivati:

Parto alle 07.05 di Sabato da Catania Airport alla volta di Torino Caselle, dove ad aspettarmi c'è la figlia dell'allevatore con Lui.

Pochi attimi fugaci, che bello che è...però dobbiamo correre al check in, nuovamente, per il volo delle 09.55, con annessa lotta per farlo viaggiare in cabina con me: vittoria.

Mentre gli impiegati se la discutono e io scambio documenti e convenevoli con la graziosa cessionaria del cagnolino, lo guardo per un lungo e intenso attimo negli occhi. Strani occhi obliqui e scuri, spaventati, ahimè.

Come previsto da Paint (eheh) quel momento mi regala il nome della bestiola, la quale, per sua enorme fortuna, smetterà di lì a poco di chiamarsi "Dragon" (bleurgh).

Ciao, 

I suoi occhietti, che ci posso fare, mi hanno immediatamente ricordato quelli del mitico Starkey, Starr...

Lei, al mio arrivo, ha concordato perfettamente.

Passa il resto della giornata, torno a casa, lui è spaventato nel cercare i suoi spazi, poi la timidezza lascia campo alla natura, e si impadronisce perfettamente del giardino di casa, nonchè della cuccia che pochi giorni prima gli ho amorevolmente costruito.

Ho voluto che fosse à la Snoopy- una vera e propria Peanut Shuffle, quindi è bianca col tetto rosso, e devo dire che è stata un buon lavoro.

Ora beh, è un grande impegno ma so di poterlo e volerlo adempiere con tutto il cuore.

Oggi, al mio risveglio, l'ho portato a passeggiare in spiaggia. Oh, è già una furia!

 
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Post N° 122

Post n°122 pubblicato il 28 Novembre 2007 da jamesmarshall.c
Foto di jamesmarshall.c

- Lei: Dai, ma diamogli un nome normale!

- Io: Ah giusto , "quello" può chiamare il figlio "Oceano" e...io non posso essere libero di chiamare un cane "Greenwich"???

 
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Post N° 121

Post n°121 pubblicato il 26 Novembre 2007 da jamesmarshall.c
Foto di jamesmarshall.c

E così l'ho fatto. Ho preso un cane. Bellissimo, si tratta di un pastore svizzero bianco.

Arriva Sabato, mamma che colpo di testa, mamma che responsabilità.

Nomi papabili:

1) Warhol

2) Bolan

3) Marshall (no...)

4) Fufi

Si accettano suggerimenti...

 
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Post N° 120

Post n°120 pubblicato il 22 Novembre 2007 da jamesmarshall.c

What a drag it is getting old...

 
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Post N° 119

Post n°119 pubblicato il 21 Novembre 2007 da jamesmarshall.c

Che strana sensazione, sognare di quando eravamo soltanto amici, di quando ti aspettavo in mezzo agli altri amici, anche solo per offrirti un chewing gum, solo per parlarti del mio ultimo concerto o dell'ultimo disco ascoltato. Parlarti e vedere quegli occhi profondi e scuri come l'abisso così interessati, così rivolti verso me, in perfetta sintonia col mio sguardo timido che li incrociava nell'abbassarsi.

Che bel sogno, stanotte. Quanto tempo, quanta Te.

 
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S T O P

Post n°118 pubblicato il 19 Novembre 2007 da jamesmarshall.c

I wanna go home

Take off this uniform

And leave the show

I’m waiting in this cell

Because I have to know

 

Have I been guilty all this time?

 

A volte mi capita di sentirmi come intrappolato in una ragnatela, come in stallo: non posso andare su, non posso andare giù.

 

Ieri è stato uno di quei giorni. Un giorno stranissimo. Come altrimenti definire un giorno in cui la persona a cui tieni più al mondo ti dice che ultimamente ti ha visto distante, e che di conseguenza si è allontanata da te, fino a dubitare del suo stesso amore?

            Come definire tale giorno, specialmente quando tu ritenevi di esserle stato vicino come non mai, e pieno di attenzioni, e quando sai che gli occhi ti brillavano al solo pensiero di quell’essere accanto a te, e la convinzione di stare assieme per sempre era più forte che mai?

 

            Come se nulla fosse successo, poi, sentirle dire di voler fare l’amore per lasciarsi tutto alle spalle, e che non ci saranno più problemi, che è stato solo un momento passeggero.

 

            Per me è stato come se qualcuno mi uccidesse, perché ritenevo di averle dato tutto, soprattutto nei mesi appena trascorsi, i mesi in cui, tra le altre cose, abbiamo deciso che presto andremo a vivere assieme. I mesi in cui stavamo pensando a come rifinire ed arredare il nostro nido d’amore. I mes…

 

Mi mancano le parole. Adesso lei mi chiama, mentre è al lavoro, e mi dice di amarmi tantissimo, che è tutto passato, che si ha dubitato del nostro amore, ma solo per un attimo.

E perché?

            Il sangue mi confluisce alla testa, mi impedisce di ragionare. Non vorrei vederla più , per chissà quanto tempo, fino a smaltire la rabbia, o forse solo fino a che riterrò di averla punita abbastanza per aver rifiutato tutto quello che ritengo di averle dato in tutto questo tempo.

 

            Mi viene in mente la metafora del padre irlandese di sette figli che fa di tutto per sfamarli, e solo per sentirsi dire che hanno ancora fame, e aspettare impotente i servizi sociali che li porteranno lontano da lui, via.

            Lei, per contro, mi ha visto più come l’uomo della mensa che a Oliver Twist negò un altro mestolo di minestra, dando piuttosto a quest’ultimo una mestolata in testa.

           

            Stamattina, al risveglio, mi sono sentito come un naufrago alla deriva su una zattera, come un cane abbandonato. Perché è questo che è stato fatto al mio amore. Una pugnalata in pieno petto senza nessun apparente motivo.

            E adesso, come puoi pretendere che tutto vada al suo posto senza conseguenze? Come, quando io non ritengo di aver cambiato nulla nei miei comportamenti, eppure tu mi descrivi come perfetto adesso, e un completo disastro qualche tempo fa? 

 

            E, ancora, perché quella tremenda pugnalata in un momento così dolce?

 
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