Creato da Janus_13 il 05/12/2006

Janus Reloaded

Sulla via di Damasco

 

 

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3° Capitolo : QUASI PERFETTO 8° Parte

Post n°21 pubblicato il 06 Aprile 2007 da Janus_13
 

Una pagina nera, scarna, spoglia, quasi fosse stata creata in pochi minuti.
Al centro della pagina un filmato aspetta che qualcuno prema “play”, mostrando solamente il primo fotogramma.
Sopra a questo, due lettere greche e sotto di questo un numero. Tutti scritti in rosso. Omega, Alpha e 5.

Guardo meglio il primo fotogramma del filmato. In primo piano, ben visibile, il ragazzo del vicolo. Merda.
Il mio sguardo si posa inevitabilmente sulla barra degli indirizzi. Il server non ha nome, soltanto un indirizzo IP, il che non dice molto, almeno per il momento.
Lancio una ricerca di tracing dell’indirizzo. Qualcosa ancora mi ricordo di quello che mi ha insegnato Trent, un tipo strambo con la fissa dei computer con cui sono uscita due anni fa per qualche tempo. E io che ho sempre pensato fosse stata una relazione inutile.

A dire la verità il termine “relazione” è molto generoso. Io e Trent abbiamo condiviso molto poco, a parte la mononucleosi. 

Lo sapevo. L’indirizzo IP è registrato al liceo Lincoln, server principale.
Basterà guardare la data di creazione della pagina. Due minuti fa, da remoto. Quindi è qualcuno di esterno alla scuola che però la conosce.
Cerco disperatamente di rintracciare l’indirizzo di chi ha caricato quella pagine sul server, ma ho come l’impressione che la risposta non mi piacerà per niente.

Infatti. 

Dopo aver rimbalzato da alcuni server a Vancouver, Londra, Atene e Guadalupe in Messico, arrivo all’ineluttabile conclusione. Lavoro da Hacker. Pulito, efficace, un filo paranoico.
Neanche avesse avuto addosso la CIA. E bravo Cheshire_Cat. Sei un nerd sfigato, ma di talento ne hai da vendere. Fossi stato in te avrei provato a forzare qualche sistema bancario, invece di intrufolarti nel “preziosissimo” server del Liceo Lincoln.  

Poi torno a guardare l’immagine e di colpo tutte le congetture e le ipotesi su chi cazzo è l’enigmatico hacker e perché ha contattato me, svaniscono nel nulla.
Meglio così. D’altra parte l’ipotesi è la madre di tutte le cazzate.

Indugio ancora un istante su play.

Forse dovrei chiudere la finestra e sbattermene. Ma sì, un bel vaffanculo e chiudiamo questa storia. Anche perché non so quanto il mio cuore reggerà ancora tutto questo stress. Ma ormai sono arrivata fino a qui. E poi che cazzo ci potrebbe essere di tanto sconvolgente ? Sarà sicuramente uno scherzo, o forse una trovata pubblicitaria per un nuovo film di Tarantino.
No, Alice non puoi permetterti di avere paura cazzo.

Play.

La qualità dell’immagine è scadente e così anche l’audio. Telecamere di sicurezza forse, o forse un cellulare. Riconosco immediatamente il posto. Il Gary Market. 

Il ragazzo avanza barcollante verso un signor Yu che sta urlando qualcosa in un inglese poco comprensibile. Si muove lentamente, in maniera totalmente scomposta, con gli occhi fissi nel vuoto. Poi dalla sua gola esce un suono.

Un lamento. Basso, gutturale, profondo, disperato, agghiacciante. E’ come il lamento che ho sentito stamattina.
Cazzo. Un brivido mi corre lungo la schiena.
Il signor Yu estrae una pistola e gli urla di fermarsi.
Ma il ragazzo sembra non sentire. Continua ad avanzare verso il bancone.
Ancora un passo e il signor Yu spara. E’ terrorizzato. Il colpo impatta sulla spalla del ragazzo, aprendo un buco largo quanto un dito tra le sue carni. Fa un passo indietro, spinto dall’onda d’urto della 9mm.

Poi ricomincia a camminare. Non una smorfia di dolore. Non un grido. Solo quel dannato lamento. Il signor Yu cade all’indietro terrorizzato, mentre come un verme il ragazzo striscia al di là del bancone.

Non si vede più nulla.
Anche il lamento sembra diminuire di intensità.
Poi, un urlo lacera il silenzio e per poco non cado dalla sedia.

E’ la voce del signor Yu.

Lo schermo diventa nero, ma solamente per un secondo.

Cinque figure entrano nel market. Poliziotti in divisa.
Si guardano intorno, con le pistole in mano. Uno di loro si avvicina al bancone.
Non riesco a vedere il suo volto ma sento solamente la sua voce “O mio dio. Non è possibile” mentre indietreggia di parecchi passi, portandosi la mano alla bocca.
Deve vomitare credo.
Il ragazzo spunta fuori dal bancone. Si è rialzato.
E in un istante capisco cosa intendeva il poliziotto.

La bocca è completamente sporca di sangue. No, sta GRONDANDO sangue.

Poi la scena diventa confusa.
Urla terrorizzate, spari. Ma il ragazzo continua ad avanzare mentre i colpi esplosi dai poliziotti distruggono le sue carni.
Altre urla, altri spari. Una trentina forse, prima che cada a terra, immobile. E ha continuato ad avanzare fino all’ultimo proiettile, come se non sentisse nulla.

Il filmato finisce.

Cazzo. Se l’autobus avesse tardato, anche di un solo minuto, lui mi avrebbe raggiunto. Adesso capisco da cosa stava scappando il barbone con il labbro leporino.

Da lui.

Bene Alice, stavolta la tua proverbiale sfiga con gli uomini ti ha salvato la vita, ma questo non mi solleva molto il morale.

Tutto questo non ha senso. Il filmato, quelle lettere e i numeri, il disegno di Iz, l’incontro/scontro di stamattina col barbone.

Troppe coincidenze.
Che cazzo significa ?

Sì. E’ da stamattina che niente ha senso, come se fossi in un incubo, come se non mi fossi ancora svegliata.
Altro che giornata perfetta.

Svegliati Alice, cazzo svegliati.

 
 
 
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