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Messaggi del 21/04/2018

Operazione tombola

Post n°2126 pubblicato il 21 Aprile 2018 da jigendaisuke

«OPERAZIONE TOMBOLA», la missione che inflisse il
colpo micidiale alla Linea Gotica

Il Resto del Carlino del 21 marzo 2010
di Matteo Incerti

«OPERAZIONE TOMBOLA», IL NOME IN CODICE della
missione che inflisse il colpo micidiale alla Linea Gotica. Era
il marzo del ’45 quando i parà del 2° regimento delle SAS
britanniche si unirono agli uomini del ‘Gufo nero’, partigiani
decisi a tutto, riuniti sull’Appennino reggiano. E insieme
andarono all’assalto del quartiere generale nazista, a Botteghe
di Albinea. Da lì i tedeschi ‘governavano’ la Linea Gotica. Ma
l’assalto all’arma bianca, e dopo un inferno di fuoco, piegò la
loro resistenza. Gli Alleati poterono varcare l’Appennino e liberare
l’Italia insieme ai partigiani. Una pagina di storia oggi ricostruita
dai superstiti del ‘Gufo nero’.


Reggio Emilia
DOMENICA 4 marzo 1945, il cielo è chiaro e fa risplendere tutta
la neve caduta sul crinale del Cusna il punto più alto dell’Appennino
Reggiano. A bordo di un Dakota statunitense decollato da Livorno
sette paracadutisti del 2° reggimento SAS, le squadre d’assalto
speciali dell’esercito britannico attendono la luce verde per il lancio.
Sono solo una parte del piccolo ma agguerrito esercito che sta per
scatenarsi contro il Quartier Generale avanzato del 51 Corpo
Motorizzato tedesco, insediato a Botteghe di Albinea a Villa Rossi
e Villa Calvi, a pochi chilometri da Reggio. Da lì i nazisti in colle-
gamento con Berlino comandano la Linea Gotica e spesso vi sono
ospiti sia il generale Kesserling che il generale Hauck. Al campo
di lancio di Case Balocchi ai piedi del Cusna i parà britannici si
dovranno congiungere con un altro gruppo composito, formato
da inglesi, russi, italiani, olandesi, canadesi, francesi, ma anche
austriaci e tedeschi disertori. Sono i migliori partigiani operanti
in zona e gli uomini della Missione Inglese guidata dal capitano
Michael Lees, uomo dello Special Operation Executive, una “testa
calda”, arrivato sull’Appennino dopo mille avventure in territorio
yugoslavo e piemontese. A guidare il manipolo del 2° battaglione
SAS è il maggiore Roy Farran che ha già visto la morte in faccia
tra Creta, Egitto, Sicilia, Normandia. Quando il Dakota oltrepassa
la cima del Cusna ed è sulla Val d’Asta, si accende la luce verde e
i commandos si lanciano. Inizia così l’«Operazione Tombola», una
delle più roccambolesche della seconda guerra mondiale in Italia,
ancora sconosciuta ai più anche se inflisse un colpo fatale alla Linea
Gotica. Farran, a cui era stato ordinato di rimanere al comando a
Firenze, si lancia nel vuoto, contravvenendo alle disposizioni avute.
Ad attenderlo tra Asta e Case Balocchi c’è un partigiano di diciassette
anni. Si chiama Bruno Gimpel, nome di battaglia “Bruno”. Parla
regolarmente inglese e per questo è diventato la spalla del capitano
Lees. Gimpel fa parte del “Gufo Nero”, il gruppo speciale di partigiani
creato da Lees e reclutati dal capitano Glauco “Gordon” Monducci.
Uomini scelti senza distinzioni politiche tra i migliori elementi operanti
sulle montagne reggiane. Nel “Gufo” combattono anche disertori
austriaci e tedeschi. E’ Bruno il primo ad incontrare Farran, che dopo
poco essere atterrato si reca nel piccolo borgo di Secchio, base della
Missione Inglese e dei “Gufi”. Lì incontra il capitano Lees e chiede
di poter disporre per le sue operazioni di un battaglione speciale di
partigiani. E’ una delle prime volte nella storia che le squadre speciali
inglesi combattono a fianco della Resistenza italiana.
Nasce il Battaglione Alleato.
Si prepara l’azione. Nome in codice “Operazione Tombola”. Al fianco
degli uomini di Farran e Lees ci saranno i partigiani del Gufo Nero
guidati da “Gordon” Monducci, uomini della 26° Brigata Garibaldi e
un battaglione di russi fuggiti dai campi di internamento.
TRA GLI UOMINI della Missione Inglese ci sono anche alcuni italiani.
Uno di loro è Gino Beer, nome di battaglia “Gino”. Di famiglia ebrea
ed originario di Chiavari è sfuggito alle deportazioni nei lager con i
genitori ed il fratello, poi è salito sui monti a combattere i nazifascisti.
E’ stato addestrato da vero commando. «Anche a sgozzare i tedeschi
con lamette da barba, mi capitò tre volte, una cosa orripilante». Tra i
partigiani della 26° Brigata Garibaldi volontari per “Tombola”, c’è
Roberto “Fanfulla” Trinelli. Originario di Castellarano sui monti dal
maggio 1944. Dal 7 al 24 marzo ai piedi del Cusna vengono lanciati
altri 33 paracadutisti britannici ed arsenali di armi.
A Giovanna Quadreri è affidata la più importante delle missioni.
Spetta a lei ed alle altre staffette tenere i collegamenti, operando tra
Reggio e la Montagna per accogliere informazioni sui movimenti
dei nazisti in zona. «Erano stimati circa 500 tedeschi alloggiati a
Botteghe», spiega oggi la Quadreri. Anche lei sarà sul campo,
seppure a distanza all’ora “x” fissata per la notte tra il 26 e 27 marzo.
Ogni battaglia ha la sua musica e per “Tombola” quella scelta è
quella dei più leggendari dei soldati: gli Highlander scozzesi.
«Il maggiore Farran ordinò che fosse paracadutato un soldato
scozzese ‘armato’ di cornamusa da suonare durante l’attacco», racconta
Gimpel.
Il Comando Alleato però da Firenze lancia l’ordine di sospendere
l’attacco. Preferiscono bombardare la zona. Farran e Lees non sono
d’accordo. «Sarebbe costata la vita di tantissimi civili della zona»,
commenta Gimpel. Disobbediscono e partono.A Gimpel viene
ordinato di rimanere alla base per trasmettere messaggi in “codice
morse”. Alle 2 gli uomini di “Tombola” arrivano a destinazione.
«Il mio compito era quello di raggiungere Villa Rossi e fare fuoco
di copertura alle finestre in basso. Gli inglesi entravano all’interno.
Lo facevano all’arma bianca coltello in mano», racconta oggi
Trinelli. Un imprevisto e parte l’inferno. Un colpo di lanciagranate
che doveva sfondare una portone non parte, si sente il “click”, le
sentinelle tedesche sono in allarme. I britannici a Villa Calvi
iniziano a sparare. Gino è nelle retrovie dell’attacco. La cornamusa
suona tra i mitra, mentre tutti si lanciano all’assalto.
«Un fuoco pazzesco, sparavano non meno di trenta mitragliatrici
da una parte e altrettante dall’altra”, dice Beer. «Il cielo era illuminato
a giorno dai razzi traccianti e pure la contaerea», è il ricordo di Trinelli.
«Io sparavo, i ragazzi dei Sas entravano nella villa pugnale in mano e
sgozzavano i nazisti, da fuori sentivo le urla», aggiunge.
A VILLA CALVI inglesi e partigiani hanno la meglio con poche
perdite. Tre feriti leggeri mentre viene incendiato tutto l’ufficio
cartografico. Mike Lees e Gordon Monducci entrano a Villa Rossi a
“caccia” di alti ufficiali nazisti. Kesserling ed Hauck pero’ quella sera
non ci sono. La resistenza a Villa Rossi è molto più tenace. I mitra
nazisti stroncano la vita a tre parà. “Gordon” Monducci e Lees
vengono feriti gravemente. Nei giorni seguenti con una operazione
roccambolesca verrano portati oltre la Linea Gotica a bordo di un
piccolo aereo. Il comando di Botteghe è distrutto, e deve essere
evacuato. La Linea Gotica è in “tilt”, pronta ad essere valicata dagli
Alleati. Ma non è finita. Gli uomini di “Tombola” sfuggono al
contrattacco camminando per 22 ore verso l’Appennino. Poi da lì,
divisi in quattro colonne, lanciano nuove offensive e colpiscono le
truppe nazifasciste in ritirata in tantissime località di montagna e
collina nel reggiano e nel modenese. Il bilancio finale di “Tombola”
è da signori della guerra e lo riporta Farran nel rapporto ufficiale:
300 nazifascisti uccisi, 200 prigionieri, 45 camion distrutti, 4 i caduti
del 2° reggimento Sas, 3 russi; 3 partigiani feriti, tra cui “Gordon”
Monducci e 7 tra russi e britannici.
Il 23 aprile i Sas di Farran ed anche Beer entrano da liberatori a
Modena, il giorno seguente i “Gufi” ed i “garibaldini” con Trinelli,
Gimpel e la Quadreri li seguono a Reggio.
(Ha collaborato Michele Becchi)

Tutti insieme il 25 aprile come 65 anni fa
CHE FINE fecero gli eroi di “Operazione Tombola”, alla quale la
Bbc ha dedicato anche un piccolo documentario nel 2006, ricor-
dandola tra le grandi operazioni delle SAS? Roy Farran, pluride-
corato, dopo un esperienza in Palestina andò in Canada, divenne
giornalista e ministro dello Stato dell’Alberta. E’ morto nel 2006.
Glauco “Gordon” Monducci, è morto nel 2007. Medaglia d’argento,
nel 1953 fu invitato all’incoronazione della Regina Elisabetta II
come riconoscimento da parte degli inglesi. E’ stato un importante
manager d’azienda ed ha sempre rifiutato di entrare in politica.
Michael Lees è scomparso negli anni ‘80.
E gli ultimi reduci ancora vivi?
Bruno Gimpel, oggi ha 82 anni vive a Milano ed è il presidente
della reconta Ernst & Young. Presidente dell’associazione italiana
revisori dei conti, firmava i bilanci di Mediobanca ai tempi di
Cuccia.
Gino Beer, 85 anni vive a Lavagna. Ingegnere all’Ansaldo, è stato
uno dei pionieri del fotovoltaico in Italia.
Roberto Trinelli, 85 anni originario di Castellarano (Re) oggi vive
ad Enna.
Poliziotto fu trasferito da Scelba in Sicilia perché ‘‘sospettato di
frequentare persone di sinistra”.
Giovanni Quadreri, ha 81 anni e vive a Reggio Emilia. Il 25 aprile
a Villa Minozzo, tra i monti dove operavano prima di scendere a
Botteghe, si ritroveranno per la prima volta dopo 65 anni.
m. i.

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 05/11/2006
 
 

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