Creato da ninograg1 il 16/01/2006

XXI secolo?

Vivere e sopravvivere nel nuovo medioevo italiano

Get the Radio DgVoice verticall no autoplay widget and many other great free widgets at Widgetbox! Not seeing a widget? (More info)
 

STO LEGGENDO E RACCOMANDO

 

 

siti

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: ninograg1
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 64
Prov: MS
 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 197
 
 

SHINY STATS; TROLLS

DIRECTORY

 

TCPA;OIPA

 
Leggi a questo link

 

      aumenta page rank

 

MOTORI

 immagine Best blogs ranking

 

 

XML, PULIZIA

 Basta! Parlamento pulito  Feed XML offerto da BlogItalia.it  immagine immagine Iscriviti I heart FeedBurner 

 

LIST

  Blogarama - The Blog Directory Powered by FeedBurnerIscriviti a RSS aggiornamenti dal titolo: Powered by FeedBurnerSono membro della AM Blog directory

 

GREENPEACE & ARCOIRIS

immagine immagine BlogGoverno    Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare. Federico Fellini  

 

 

MATRIX 1

un mondo senza regole e senza confini 

Il Fatto Quotidiano

http://www.ilfattoquotidiano.it/

Scudo della Rete

BlogNews

 

NESSUNO TOCCHI CAINO; PACS

immagine   immagine

 

VARIA GRAFICA

immagineDirectory dei blog italiani

 

BLOGITALIA

          BlogItalia.it - La directory italiana dei blog

 

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Isis, guerre di conquist...Archeologia: ritrovata i... »

L’Italia può farcela a uscire dalla crisi. Ma soltanto senza l’euro

Post n°3349 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da ninograg1
 

Fonte: Il Fatto Quotidiano di Alberto Bagnai | 30 novembre 2014

L’Italia può farcela, e può farcela da sola. Ma intendiamoci bene: “da sola” significa sciolta da un vincolo monetario che, per i suoi errori di progetto (ammessi dallo stesso vicepresidente della Bce, come abbiamo visto), che si traducono nell’atteggiamento schizoide rispetto al ruolo di Stato e mercato su cui ci siamo lungamente soffermati, sta portando un intero continente al suicidio. Sarebbe “retorica europeista di maniera”, come diceva il presidente Napolitano nel 1978, assimilare la scelta strategica di recuperare sovranità e flessibilità a un’opposizione al progetto europeo.

Non si tratta di opporsi all’“Europa”. Non si tratta di mollare gli ormeggi e vagare per il Mediterraneo (dove, fra l’altro, tutto saremmo tranne che soli, anche per effetto delle lungimiranti politiche di questa Europa che porta la pace, e che ha contribuito a trasformare la fascia costiera meridionale del Mare nostrum in un focolaio di disperazione e morte, lasciando a noi, e solo a noi, l’incombenza di gestirne le inevitabili conseguenze umanitarie: basti pensare alla vicenda libica, nella quale gli interessi del nostro paese e, visti i risultati, delle stesse popolazioni coinvolte, sono stati fortemente compromessi da iniziative di altri paesi, non particolarmente coordinate a livello europeo).

Si tratta di riconoscere che l’“Europa” non funziona perché non può funzionare, perché le élite che l’hanno costruita hanno dichiarato guerra non solo alle classi subalterne, ma anche e soprattutto alla logica (economica e politica).

Si tratta di prendere atto di questo errore e di trarne le conclusioni, che poi sono quelle a cui il Nobel James Meade era già arrivato nel 1957: finché persisteranno disparità strutturali rilevanti fra i Paesi europei, di tale entità per cui sia utopistico ovviare con dei trasferimenti, un percorso ordinato di integrazione economica e politica richiede che si mantenga la flessibilità dei cambi nazionali. I trasferimenti necessari per riportare un minimo di equilibrio strutturale in Europa sarebbero di un ordine di grandezza politicamente insostenibile per la Germania. Nessuno, fra l’altro, constata mai il rovescio della medaglia: se da un lato una politica di trasferimenti è improponibile per il Nord, che non vuole pagare, c’è da chiedersi quanto sia politicamente proponibile chiedere al Sud di vivere perennemente con il cappello in mano, mendicando sua vita frusto a frusto, e questo quando esiste da sempre la certezza tecnica, e ormai da un po’ anche la consapevolezza diffusa, che italiani, spagnoli, greci, portoghesi, potrebbero vivere benissimo a modo loro a casa loro, come hanno fatto per millenni, con risultati spesso superiori a quelli raggiunti dai cugini del Nord. Siamo proprio sicuri che gli italiani, nonostante gli sforzi titanici della propaganda autorazzista condotta dagli Scalfari, dai de Bortoli, dai Napoletano, accetterebbero questa vita da pezzenti? E siamo sicuri che chiedere l’altrui misericordia sia l’atteggiamento politico corretto per farsi rispettare in Europa?

Notate anche l’amaro dettaglio che, come sempre, fa la delizia, o in questo caso il disgusto, dell’intenditore. Meade parlava di maggior ricorso alla flessibilità del cambio come strumento difensivo nei riguardi di comportamenti ostruzionistici da parte della Germania (ecce hoc novum est!), e ne parlava nel 1957, quando il regime di cambi fissi (ma aggiustabili) di Bretton Woods era in pieno vigore e Triffin non ne aveva ancora evidenziato le incoerenze, le aporie logiche. In una temperie culturale in cui era egemone l’idea della rigidità, Meade indicava chiaramente, senza troppe formule, ma con il giusto quantitativo di logica, il da farsi: ricorrere alla flessibilità. Oggi, nel momento in cui l’egemonia culturale della rigidità si sgretola a livello mondiale, nel momento in cui perfino il Fondo monetario internazionale interviene a chiarire che il progetto di cambio fisso europeo è in controtendenza e creerà problemi, nel momento in cui ciò che Meade vedeva si sta realizzando, noi, qui, continuiamo a considerare tabù quello che da sempre (anche sotto il gold standard) è stato un normale strumento di regolazione degli squilibri: lasciare che un Paese abbia, nel bene e nel male, una valuta che rifletta i risultati economici della sua comunità nazionale.

A questo scopo è essenziale che si capisca che il ripristino di un minimo di razionalità economica, il ripristino della flessibilità buona, il seguire (anziché l’opporsi) alle grandi correnti della storia, che quella direzione indicano, è l’unica possibilità che abbiamo per tentare un percorso di mediazione degli interessi in gioco, sia a livello nazionale che a livello internazionale, ed evitare un conflitto catastrofico. Questo perché una razionale gestione dei rapporti internazionali richiede, come abbiamo osservato parlando del tracollo di Bretton Woods, che gli scambi siano gestiti in modo da garantire un sostanziale equilibrio nel lungo periodo, evitando l’accumulazione di sbilanci persistenti. Allo stato attuale l’istituzione più semplice da implementare per contribuire a questo processo in seno all’Unione europea è il ripristino di una naturale flessibilità del cambio fra Paesi membri, almeno finché questi avranno diversi mercati del lavoro (mentre, di converso ogni tentativo di introdurre il cambio fisso in Europa è sfociato in una crisi, prima nel 1992, e poi nel 2008).

Se si ritiene, come chi scrive, che l’integrazione economica europea sia un valore da perseguire, il percorso giusto è ancora oggi quello che ci additavano gli economisti degli anni Cinquanta e Sessanta: abolita l’aberrante integrazione monetaria, ricominciare dall’integrazione delle economie reali, cioè dei mercati del lavoro, dei sistemi previdenziali, dei sistemi educativi, mantenendo fra le economie nazionali quei normali presidi dati dall’autonomia delle politiche fiscali, monetarie e valutarie. Cooperazione e coordinamento possono realizzarsi anche senza integrazione, ma non senza volontà politica. Un eventuale successo di simili meccanismi di coordinamento, fra i quali quelli che abbiamo elencato, consolidato in un periodo di tempo sufficientemente lungo, garantirebbe di poter procedere verso forme di integrazione economica più penetrante, fra le quali forse anche quella monetaria, che però, fra economie allineate nei fondamentali (e quindi non sottoposte a reciproche oscillazioni dei cambio di ampiezza preoccupante), diventerebbe, come ci siamo già detti, sostanzialmente inutile.

Un eventuale insuccesso di questa sperimentazione, viceversa, segnalerebbe che la volontà politica che anima l’Europa dopo l’euro sarebbe la stessa che ha operato finora nell’Eurozona: quella della sopraffazione, della guerra di tutti contro tutti, dichiarata dal più forte e gestita secondo le sue regole. E allora, posti di fronte a questo dato di fatto, bisognerebbe riconoscere, molto a malincuore, l’opportunità di andarsene ognuno per la propria strada. Un percorso forse non ottimale, ma comunque possibile per un paese come il nostro, che ha più risorse ed energie per affermarsi sul panorama dell’economia globale di quanto un’informazione distorta a beneficio di interessi esterni voglia farci credere.

(Da Il Fatto Quotidiano del 26 novembre 2014)

p.s.

come dargli torto? Come sempre il problema è alla radice.. marcia come marce erano le radici del nascente Stato italiano nel lontano 1860

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2vento_acquaMaheoprefazione09elyravninograg1jigendaisukevirgola_dfamorino11maresogno67marabertowwhiskynsodapoeta_sempliceMiele.Speziato0acer.250
 

ULTIMI COMMENTI

2 ore buttate
Inviato da: cassetta2
il 10/04/2024 alle 17:27
 
Ciao nino. Buongiorno. Ormai ci siamo. L'anno che...
Inviato da: virgola_df
il 31/12/2023 alle 12:23
 
Nel mondo c'è un numero di camaleonti di gran lunga...
Inviato da: cassetta2
il 14/07/2023 alle 17:09
 
BUON ANNO 🍾🍾🎊
Inviato da: giampi1966
il 02/01/2023 alle 16:23
 
Nino, amico mio carissimo. Come stai? mi manchi. Mi mancano...
Inviato da: ormalibera
il 25/03/2022 alle 20:02
 
 

I MIEI BLOG AMICI

- The BoNny
- piazza alimonda
- considerazioni
- Giovani e politica
- vivazapatero
- montagneverdi...
- melodie dell'anima
- bruno14
- *Serendipity*
- Di tutto, di piu'
- Ali Rosse...
- La dea Artemide
- ora ci penso..
- solo per satira; ogni tanto guardo e nn c'era il tuo profilo....
- sterminatore1986
- ossevatorio politico
- blog dedicato ai fumetti: wow!
- neverinmyname
- SOLI CONTRO LA MAFIA
- Gira e Rigira
- Prodi vs SilvioB 3-0
- (RiGiTaN's)
- Job interview
- l'edicolante
- ricambio generazione
- BLOGPENSANTE
- Geopoliticando
- Frammenti di...
- EARTH VIRTU'
- Reticolistorici
- BLOG PENNA CALAMAIO
- Lapiazzarossa
- Il mondo di Valendì
- Italia democratica
- piazza carlo giuliani
- In Equilibrio..
- PENSIERI IN LIBERTA
- MOSCONISMO
- GIORNALE WOLF
- ETICA & MEDIA
- siderurgika
- Il mondo per come va
- lecosistema...
- MONDO NOSTRUM
- IlMioFavolosoMondo
- *STAGIONI*
- LA VOCE DI KAYFA
- NO-global
- hunkapi
- Writer
- alba di nina ciminelli
- imbrogli i
- ippogrillo
- PENSIERO LIBERO
- Perle ai Porci
- ROBIN HOOD
- Un blog demo_cratico
- Aderisci al P.G.M.I.
- rinnegata
- RESPIRA PIANO
- Anima
- Cose non dette
- PersoneSpeciali
- diario di un canile
- Sassolininellascarpa
- disincanto.....
- Dolci note...!
- STAIRWAY- TO- HEAVEN
- vivere è bello
- bijoux
- mecbethe
- my goooddd....
- ...riflettendo.
- BOBO E ZARA
- la Stella di Perseo
- forever young
- ECCHIME
- Regno Intollerante
- io solo io
- MONICA
- coMizia
- Femminilita
- @Ascoltando il Mare@
- nel tempo...
- Non vinceranno!
- Doppio Gioco
- cigarettes & Coffee
- MOONCHILD
- Avanguardia
- Il Diavolo in Corpo
- Angolo Pensatoio
- Assenza di gravità
- cera una volta
- DI TUTTO E DI PIU
- ORMALIBERA
- FATAMATTA_2008
- TUTTOENIENTE
- ZELDA.57
- Triballadores
- club dei cartoni
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

NON LASCIAMOCISOLI & CHE

O siamo Capaci di sconfiggere le idee contrarie con la discussione, O DOBBIAMO lasciarle esprimere. Non è possibile sconfiggere le idee con la forza,perchè questo blocca il libero Sviluppo dell'intelligenza "
Ernesto Che Guevara
  

XXI secolo?

↑ Grab questo Headline Animator

 

IDEOGRAMMA DI PACE; EMERGENCY

GRILLO

  No TAV

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963