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Messaggi di Agosto 2015

Borse a picco, cinesi imprevedibili. Ma l’Occidente non ha colpe?

Post n°3532 pubblicato il 31 Agosto 2015 da ninograg1
 

articolo scritto da Loretta Napoleoni sul Fatto Quotidiano del 30/8/2015

Il lunedì nero della borsa cinese ha fatto riversare fiumi di inchiostro sulle prime pagine dei giornali finanziari. Le critiche nei confronti del governo di Pechino sono tante e tutte sembrano avere la stessa matrice: la Cina è ancora comunista.

In un articolo del Financial Times, pur ammettendo che il panico che il crollo degli indici di borsa cinesi ha prodotto nel mondo era infondato, si accusa il governo di essere incompetente in materia finanziaria. Se è vero che in finanza ciò che conta sono i risultati, un motto che dal crollo della Lehman Brothers è diventato il mantra delle banche centrali e dei governi occidentali, allora il semplice fatto che venerdì Piazza affari cinese ha chiuso in attivo guadagnando più della metà di quanto è stato perso lunedì (- 8,5 per cento), basta per affermare che, almeno nel brevissimo periodo, il peggio è stato evitato.

Il problema di fondo è che la politica monetaria e finanziaria cinese sono imprevedibili. Naturalmente anche quella occidentale è poco chiara rispetto al passato, sappiamo se la Riserva Federale alzerà i tassi d’interesse o meno nelle prossime settimane? Assolutamente no. L’economia globalizzata condiziona le politiche delle singole nazioni a quelle delle altre, quindi un crollo degli indici cinesi della portata di quello di lunedì scorso può costringere la Riserva Federale americana a posporre l’aumento dei tassi, perché ha indebolito i mercati finanziari mondiali trascinando in rosso tutte le piazze affari, inclusa quella di Wall Street.

Ma in Occidente le relazioni tra banche centrali, governi e mercato finanziario sono molto ‘intime’. L’élite del denaro e quella della politica si muovono nelle stesse cerchie sociali. La gente parla e lascia intendere. Quindi è più facile farsi un’idea di quello che succederà. Ad esempio, nessuno mette in dubbio che la Banca Centrale Europea continuerà a sostenere la Grecia. Certo anche da noi ci sono le sorprese, nessuno si aspettava che la Banca centrale svizzera abbandonasse da un giorno all’altro la difesa del tasso di cambio franco nei confronti dell’euro. Ma in generale, questo tipo di evento straordinario è raro.

Diverso è il discorso nei confronti dell’élite cinese. Nessuno vanta un legame abbastanza stretto per poter ‘prevederne’ le mosse. Senza parlare della struttura mista dell’economia, dove decisioni a carattere ‘socialista’, come la svalutazione dello Yuan e l’abbandono del pegging con il dollaro, possono essere prese senza alcun problema.

Sarebbe meglio ammettere che il sistema cinese è diverso da quello occidentale e proprio a causa di queste diversità strutturali funziona in un altro modo. Sicuramente la svalutazione ed il crollo degli indici di borsa fanno parte del meccanismo di aggiustamento cinese, lasvalutazione, ad esempio darà impeto alle esportazioni ed il crollo finanziario ha sgonfiato la bolla. Per ora tutti questi aggiustamenti sembrano funzionare, la Cina ha rallentato la sua corsa verso lo sviluppo, ma mantiene ancora un tasso del 7 per cento, che noi occidentali non ci permettiamo neppure di sognare.

Tra le tante critiche mosse alla politica di Pechino questa settimana c’è la perdita della fiducia dell’investitore occidentale, che con il crollo di lunedì ha perso bei soldi. Si vuole ammonire la Cina che se continua così allora non vedrà più in borsa i nostri soldi. Nessuno riflette che forse la bolla è legata proprio a questo, al massiccio ingresso degli investitori globali nel mercato finanziario cinese grazie al progressivo processo di liberalizzazione, un fenomeno che Pechino ha sempre temuto. Forse un’interpretazione alternativa è la seguente: il crollo non vuole solo sgonfiare la bolla ma ripulire la piazza dalla speculazione occidentale. Staremo a vedere.

p.s.

spero che serva a fare chiarezza...

 
 
 

la nuova finanza globale

Post n°3531 pubblicato il 30 Agosto 2015 da ninograg1
 

       

siamo ciò che siamo....

pecore che imitano i lupi

buona domenica         

 
 
 

USA in recessione come nel 2008: crisi globale imminente

Post n°3530 pubblicato il 29 Agosto 2015 da ninograg1
 

Fonte: eskander su altervista

L’economia statunitense sta crollando a un ritmo che non si vedeva da 2008-2009. Le vendite al dettaglio stanno evidenziando segni di deflazione, facendo calare le contrattazioni ad un ritmo mai visto.

Il settore al dettaglio non è l’unico a manifestare segni di debolezza: General Electric (GE), JP Morgan (JPM), Microsoft (MSFT), IBM (IBM), Citigroup (C), Johnson & Johnson (JNJ), Intel (INTC), Coca-Cola (KO), Oracle (ORCL), Honeywell (HON), Goldman Sachs (GS), e American Express (AXP) hanno tutte registrato un calo delle vendite anno su anno per il secondo trimestre del 2015.

Queste aziende non sono le uniche in questa situazione: su tutta la linea Standard & Poor’s 500   le aziende hanno annunciato un calo dei ricavi del 4%. Il danno è più pesante nel settore delle materie prime, in particolare in quello dell’energia, ma l’unica parvenza di crescita si ha nel settore dellaSanità, dato alterato dall’aumento dei costi per effetto dell’ “Obamacare”. Escludendo l’assistenza sanitaria, la maggiore prospettiva di crescita si limita ad un mero 2,4% , conseguenza per altro di alcune rare eccezioni in settori chiave.

Questo quadro definisce un secondo trimestre in netto calo rispetto all’anno precedente, unfatto che non si verificava dall’ultima recessione del 2009.8-14-15

Inoltre, anche gli utili, (che potrebbero essere sovrastimati per spronare alla crescita), stanno mostrando segni di debolezza. La crescita degli utili per le società S & P 500 è al suo punto più debole dal 2009. Questo perché, in realtà, non c’è alcuna crescita di profitto.

I guadagni previsti da Standard & Poor’s 500 per il primo semestre dell’anno segneranno una contrazione dello 0,7% rispetto a un anno fa, secondo i dati della ricerca FactSet. Nel primo trimestre si è registrato un modesto +1,1%, ma il secondo trimestre sarà anche peggiore, portando al 2,2% la previsione su base annua. L’ultima volta che l’indice S & P 500 ha segnato una flessione anno su anno per il primo semestre di un anno era il 2009, alla vigilia di una recessione globale che segnò un crollo complessivo dei mercati del 30,9%.

Fonte: Wall Street Journal

In sintesi, tutto fa presagire un imminente crollo dei mercati internazionali.

Fonte: http://www.zerohedge.com/news/2015-08-14/three-clear-signs-us-back-recession

p.s.
vuoi vedere che la "crisi" cinese serve come spauracchio per distogliere l'attenzione dai problemi "casalinghi"?
 
 
 

.. in libertà

Post n°3529 pubblicato il 27 Agosto 2015 da ninograg1
 

Ormai dire che danno numeri è quasi anacronistico e scontato ..... ma almeno vogliamo prendere atto che ormai è tale la spudoratezza che per le menti ottenebrate dal vivere quotidiano val bene qualunque cosa? 

Giorni fa si è strombazzato a destra e a manca che dei mitici 600 mila posti a tempo indeterminato che erano stati creati: i gufi erano serviti.. ma poi ecco la sorpresa: oops ci siamo sbagliati, sono (solo) la metà!!! Qualcuno verrà licenziato per questo? non si sa; qualcuno chiederà scusa? Macchè, era solo un errore umano e via dicendo.. ma l'effetto annuncio ha funzionato eccome: un ondata di indignazione contro i gufi si levò e fior di soloni pontificarono, sempre a destra e a manca, quanto fossero pericolosi i gufi per il morale nazionale (ammesso che questo paese abbia ancora un morale e non l'abbia svenduto alla troika.... insieme a tutto il resto); ma come ben sappaimo c'è stato un cambio di scenario ed è venuto fuori un altro scenario ossia tutto va bene, comunque, ma i numeri sono un tantino diversi...... pronto è stato il soccorso mediatico (hanno dato la notizia dell'errore senza richiamare quella precedente, che furbi vero?) per gettare sabbia ma la cosa è esplosa comunque è i "gufi" hanno visto le loro perplessità confermate in pieno: qualunque legge, job act compreso, non funziona e non funzionerà per il semplice motivo che chi fa impresa, crisi o non crisi, non fa beneficenza ma impresa e, di conseguenza, a fronte di una ennesima legge debole nelle sanzioni che colpiscono i furbi, non assumeranno mai qualcuno se lo Stato non ci mette dei soldi (per esempio con sgravi fiscali e non con regali alle banche che dovrebbero, col cavolo che lo fanno, aprire i cordoni delle proprie borse), e tanti per giunta..... il vero problema non è il lavoro ma il "rimetterci dei soldi" e quindi o li si lascia fare come vogliono o si continua con l'attuale andazzo: ti licenzio poi ti riassumo e mi rifaccio dei soldi, facile no? siamo in Italia e fin dalla nascita di questo paese lo Stato-bancomat ha sempre funzionato benissimo...

 
 
 

la balla della bolla... cinese

Post n°3528 pubblicato il 26 Agosto 2015 da ninograg1
 

Credo tutti conosciamo quanto accada nelle borse cinesi, ma proprio di bolla si può parlare o c'è, come ammettono anche alcuni osservatori qui in occidente, altro? 

Qualcosa non torna: la Cina non è crisi di produzione, anzi... semmai c'è il suo opposto ossia è in sovrapproduzione e il monolite che è rappresentato dal partito ben sa che ormai all'estero c'è poco spazio per altro e quindi quei beni in sovrappiù dovranno essere venduti all'interno, ai ceti emergenti e a quelli che stanno beneficiando del boom del paese. Dal punto di vista finanziario anche qui non torna qualcosa perchè la potenza di fuoco della Banca centrale è semplicemente impressionante, al punto che semmai dovessero essere venduti i titoli di stato stranieri che la Cina possiede più di un paese occidentale si ritroverebbe in una situazione "greca".. USA in testa. Quindi dov'è il problema? Non è che qualcuno nelle sale di Wall Street ha deciso di fare pressioni sull'oligarchia cinese per... mettere sotto controllo anche quel paese, sotto il proprio controllo. Già perchè sembra questo il focus: i "democratici" mercati occidentali non possono correre rischi: la cina dev'essere normalizzata e per farlo sono disposti a tutto: tanto sanno che, anche se dovesse andar male, gli stati occidentali faranno fronte alle loro eventuali perdite se la guerra, per ora finanziaria, dovesse esplodere sul serio.... già perchè di questo si tratta, guerra... guerra normalizzatrice di un sistema si potere contro un paese; funziona sempre ma la Cina è particolare, però, e i conti potrebbero essere stati fatti male.... succede anche questo: il punto debole è proprio il monolitismo politico cinese a fronte della vitalità della società e dell'economia; ormai il mix liberismo economico-comunismo partitico alla società fa da tappo e, se messo sotto pressione, potrebbe saltare con tutte le conseguenze del caso che i mandarini al potere ben hanno presente e temono: questo in occidente è noto..... perchè non cercare di dare una spallata? Con la Russia ha funzionato, in parte, bene perchè quindi non provare con il colosso cinese? Chissà magari la s'imbrocca..... il problema però rimane: il debito sovrano in mano ai cinesi che rappresenta un arma potente di distruzione delle economie occidentali.  Come sempre siamo di fronte a un domino, la Cina:

 

  • è presente, in varie forme, in africa, asia, america latina, europa, usa;
  • fa parte dei Brics, anzi ne è uno dei pilastri e fa concorrenza alla finanza internazionale occidentale predatoria..... attenzione non ho detto che sono migliori ma sono un alternativa all'abbraccio venefico occidentale;
  • è uno scomodo vicino per gli interessi americani in asia: dal Giappone a Taiwan alle ex tigri asiatiche ecc. tutta l'area non può far finta di nulla e deve, volente o no, per forza di cose avere rapporti con il gigante cinese...
  • è, ormai, la prima potenza economica e la seconda dal punto di vista militare: ciò, soprattutto per gli americani armati fino ai denti,  rappresenta un bel problema....
  • come detto ha un bel gruzzolo di titoli di stato stranieri, soprattutto americani, e se dovesse decidere di venderli.. si potrebbe scatenare un enorme tsunami finanziario, altro che bolla!!!
  • sta partecipando alle trattative per i vari Trattati di libero scambio... ma lo fa alla propria maniera ossia con un piede dentro e uno fuori e ciò da fastidio.. molto fastidio.

E' un paese che fa gola a molti e vederlo piegato farebbe piacere ad altrettanti... magari ridotta a quel che era prima di Mao non dipsiacerebbe ad altrettanti: avranno fatto tesoro i cinesi e i loro governanti della storia?

Vedremo...

 

 
 
 

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