Kremuzio

In questi giorni su tutti i mezzi di informazione ci sono notizie sui preparativi di quello che come al solito viene definito “il matrimonio del secolo” o “da mille e una notte” o qualunque frase fatta degna da essere pubblicata sui giornaletti di gossip, anzi di pettegolezzi, che sennò gli si da’ una connotazione che vorrebbe sembrare seria. Ricordo ancora nel secolo scorso il precedente matrimonio del secolo, finito miseramente tra Carlo e Diana. Non a caso, quello attuale vede come protagonista un loro figlio. Di certo c’è che la nonna è ancora al potere da 60 anni, e la cosa mi turba. Sapere che una simpatica nazione sia un regno, nonostante il tempo passi con i suoi movimenti, con la storia che cambia, con le mille strane vicissitudine che sembrano confondersi con la vita di tutti i giorni, non finisce di stupirmi. Ma se ci penso bene, lo stupore si trasforma in rassegnazione.

La vita del popolo sembra scorrere in ammirazione dei ricchi, dei famosi e dei regnanti. Colpa delle favole? Quanta colpa della inconsapevole sottomissione va imputata alle storie di Andersen o dei fratelli Grimm? Racconti che sono ambientati in regni lontani, con re, regine, principi e principesse che come dalle pagine patinate dei giornaletti d’oggi saltano fuori con le loro debolezze, le loro violenze ed avventure che non hanno nulla di attuale e di interessante se paragonate al giorno d’oggi. Mi si dirà che forse è proprio in questo il fascino. Può essere. Però mi piacerebbe sapere quanti di voi abbia ricevuto una maledizione dalle streghe il giorno della propria presentazione in pubblico. Qualcuno alzerà la mano, ma quanti di costoro sono stati punti da un fuso e caduti in letargo?  A parte il fatto che ben pochi ne avranno mai visto uno, e la probabilità di esserne punti è vicinissima allo zero, al massimo ai primi sintomi di sonnolenza si prende un caffè o si va dal medico per un controllo della tiroide. Lo so che ancora in molte, con la testa nel reame romantico dei ricordi di bambine stanno ancora cercando il principe azzurro. E sono sicuro che se lo incontrassero, vestito come nelle illustrazioni, ne sarebbero sconvolte a vederlo con la calzamaglia color puffo ed uno strano copricapo dalla lunga penna. Gli orchi ci sono ancora, ma a mangiare i bambini ci pensano i comunisti. Hansel e Gretel possono ingrassare senza timore se non quello di diventare obesi.

Ma tutti questi personaggi sono rimasti saldamente attaccati ai neuroni della gente comune. Non si spiegherebbe altrimenti la curiosità invidiosa che si ha verso i regnanti di ogni parte della terra. Per noi italici, cresciuti con le misere avventure di casa Savoia, sempre più oscenamente scaduta con le ultime due generazioni, tra un Vittorio Emanuele che veniva deriso fin dagli anni 60, per poi essere compatito quando divenuto assassino e quindi puttaniere, fino al figlio Emanuele Filiberto famoso solo per la poca conoscenza della lingua italiana e della coppia con Pupo.

Nel mondo in cui si muovono e respirano costoro, si intrecciano strani rapporti affaristici e nobiliari, per cui non ci si stupisce se i “sovrani” di una delle maggiori nazioni mondiali vadano ad invitare alle cerimonia alcuni dei più osceni capi di stato, dittatori, despoti di cui vergognarsi perché appartenenti al genere umano. Da una parte si bombarda in nome dei diritti umani, dall’altra questi diritti si gettano direttamente in discarica rendendo pubblici i rapporti con i re da operetta come quello dello Swaziland, uno dei posti meno democratici al mondo, dove ogni anno il popolo gli offre una vergine da aggiungere alle mogli che possiede in gran numero (qualcuno potrebbe dire che, meno male, almeno se le sposa invece di farle diventare onorevoli, ma queste che conosciamo non penso siano proprio vergini), o invitando rappresentanti diplomatici da paesi chiacchierati.

Meno male che c’è Rowan Atkinson, ovvero mr. Bean a tirare su la media dei convitati… E che nessuno dica che sono così astioso perché non mi è ancora arrivato l'invito... Tanto non ho nulla da mettermi!