Kremuzio

Fuori c’era l’eclissi. Però all’interno del palazzo un altro sole meno infuocato ma altrettanto luminoso mi era comparso in alto sopra la mia testa. O forse era la Luna?

Mi giro nel letto. È notte, e oggi è stata una bella e diversa giornata. Sapevo che tutti stavano aspettando qualcosa e la radio ricordava ogni tanto di non perdere l’appuntamento. Sarebbe accaduto una volta ogni tantissimi anni, e noi eravamo fortunati perché un fenomeno raro accade solo una volta nella vita. Sono giovane, di che mi devo preoccupare? Vado a scuola. So leggere e faccio disegni, ho un piccolo telescopio e a volte vedo anche le stelle. Quando non faccio i compiti, gioco tutto il giorno in cortile con i miei amichetti e qualche bambina che vuole sempre giocare a marito e moglie e niente altro. A me ed al mio amico Sandro non ci lasciano giocare a pallone e poi si mettono in mezzo e piangono ogni volta che una pallonata le colpisce. Non so proprio perché non se ne stanno a giocare tra di loro.

Mamma mi dice che tra pochi minuti comincerà qualcosa di bellissimo. Il cielo diventerà nero ed il sole scomparirà per poco, ma poi non devo avere paura perché ritornerà come prima.

Voglio correre subito dai miei amici in cortile, ad avvertirli della cosa misteriosa e bella, così che, vedendola insieme, possiamo tutti divertirci. Mia madre mi da un pezzo di vetro annerito con una candela ed un negativo di pellicola, e mi avverte di non guardare mai direttamente il sole, altrimenti potrei diventare cieco.

Con il mio prezioso pezzo di vetro nero, esco dalla porta di casa e scendo le scale di corsa. Arrivo al piano terra, mentre sento mia madre, affacciata dal pianerottolo che si affaccia e mi dice: "“mi raccomando, non guardare direttamente il sole o ti farai male!”

Sollevo la testa per guardarla e risponderle quando mi accorgo che a pochi metri sopra di me sta scendendo le scale una ragazza, mai vista prima, più grande di me, che avrà avuto 18-20 anni. Scende lentamente le scale sfiorando il mancorrente. Rimango quasi senza fiato, da sotto la gonna corta vedo le gambe e sopra delle mutandine bianche. Era la prima volta, e rimango stupito, folgorato, e per la prima volta un senso nuovo mi prendeva allo stomaco, anzi, sotto la pancia, e per quella decina di secondi in cui il mio sguardo seguiva quell’altalenare di gambe oscillare avanti e piegarsi e poi l’altra con la gonna che balla e si alza e si abbassa e fa vedere quella stoffa bianca, poi non più, e poi ancora una volta per tredici scalini. Scendevo anche ad occhi chiusi, perché tanto sapevo che gli scalini erano tredici, o meglio, prima quattro, poi l’angolo e poi i tredici, e si arrivava al piano. Tredici scalini ed  ogni volta vedo e non vedo.

Mi accorgo di avere la bocca aperta, ed il mio cuore batte stranamente. A volte dicono che si può avere un tuffo al cuore. Si, era proprio un tuffo, ma non come quelli che fanno i tuffatori, un tuffo che fa male, una panciata. Il mio prezioso pezzo di vetro nero mi cade in terra, ma per fortuna non si rompe. Quella ragazza mi guarda, mi fa un sorriso ed esce dal portone. Sento che non la rivedrò più e neanche le sue mutandine bianche. Corro in cortile, ormai la luce se ne sta andando. Con il vetro nero guardo in alto e vedo che il sole sembra essere morsicato da un enorme animale. Forse un drago, ma ho capito che, anche se non si vede, in mezzo c’è la Luna.

Dicono che la Luna sia femmina ed il sole maschio. Quindi quella che ho visto per le scale è la Luna? Bianca come una falce crescente. In alto sopra la mia testa.

Ed ora nel buio della mia stanza, nel letto caldo, metto le braccia sotto la testa e penso alle cose che sono in cielo e quanto di simile e strano e bello accade sulla Terra. Penso alle ragazzine che piangono ed a quella ragazza che mi sorride. Chi se ne importa dell’eclisse. La prossima, totale, a Roma accadrà quando avrò intorno ai 130 anni. Nel duemila andremo sulla Luna come se andassimo al mare, e forse vedremo le eclissi al contrario.

Comincio a fare i calcoli mentali su quando passerà la cometa di Halley. Chissà cosa vedrò di bello quel giorno?