Kremuzio

Il mistero si infittisce, i capelli anche, ma a giorni alternati. Una sera ad un matrimonio di mezzanotte i capelli ci sono, in pompa magna ad uso dei fotografi di scena, mentre qualche ora dopo per mostrarsi ammalati e convalescenti, i capelli spariscono con tutti i bulbi che sarebbero stati trapiantati da posti innominabili o donati da accondiscendenti donatori. Mica si tratta di un rene che ti danno una botta in testa quando sei ubriaco e la mattina dopo ti ritrovi con una lunga e vistosa cicatrice su di un fianco. Si tratta pur sempre di peli, magari venduti da qualche barbiere, come facevano una volta per le parrucche di capelli veri (orrore). O forse è la Luna, come ai lupi mannari a far crescere a dismisura la pelliccia? Vabbè, io parlo ma non è che abbia una capigliatura come Bobby Solo ai tempi suoi. Me ne mancano abbastanza da essere nominato “er pelato” o “belli capelli”, ma fortunatamente non ne soffro e mi tengo l’alopecia. Ho anche un paio di amici carissimi che tentano sportivamente un riporto da sopra le orecchie fino alla parte opposta dopo una circumnavigazione burrascosa ed una incollatura per mezzo di strani gel o brillantine o lingue di vacca, ma non mi permetto certo di dir loro qualcosa. Ma lo direi se si facessero un trapianto. Ma quello che vediamo nelle foto in questi giorni sulle prime pagine dei migliori giornali è un trapianto modificabile o un parrucchino? L’operazione “estetica” è così evoluta da poter essere tarata a seconda delle occasioni o è solo uno strato sottile e colorato come un lembo di muschio da poggiare sul presepio?

La robotica e la cibernetica fanno passi da gigante e già esistono da tempo bambole che oltre a defecare, si fanno anche crescere i capelli da tagliare a piacimento. Ricordo una di queste che avevano all’interno del cranio una pasta simile al pongo che veniva spremuta come se fosse maionese dal tubetto, e fuoriuscendo da un certo numero di buchi disposti sulla sommità, sembravano grassi capelli che si potevano tagliare ed impastare per recuperarli e reimmetterli nel serbatoio. Gli pseudo capelli sembravano inquadrati e coperti come tanti soldatini, come nei brutti toupet che una volta avevano personaggi come Mike Bongiorno o Pippo Baudo. Terribili a vedersi, ed anche a considerarsi, neanche volessero dare ragione al complesso di Sansone. Almeno prendete esempio dal direttore del tg1 che se ne frega di quello che pensano gli altri sulla sua testa anche perché uno quando lo vede cambia canale con disgusto, anche se avesse capelli bellissimi.

Capisco che quando uno non è troppo alto, la testa viene vista da più persone di statura superiore alla media, quindi si potrebbe sentire osservato più del solito, sempre che non avesse qualcosa di migliore da mostrare, come ad esempio la propria statura morale. Il ministro Brunetta da quel punto di vista è fortunato in quanto di capelli ne ha da vendere, e forse li ha venduti.

A volte immagino quanto sia difficile per i fotografi, immortalare quelle parti, anche perché questi personaggi si trovano all’interno delle mura di carne formate dai loro gorilla, altissimi e massicci, pronti a coprire con il loro corpo eventuali scatti galeotti di paparazzi in cerca degli scoop a base di gossip ed irsutismo. Non credo che possano essere utilizzati satelliti militari, quelli che riescono a leggere il giornale tenuto in mano da un pensionato su una panchina del parco, da centinaia di chilometri di altezza, con la risoluzione e definizione che compete loro e le loro ottiche sofisticatissime...

Comunque per me il mistero è bello che svelato: trattasi di parrucchino, non esagerato come quel ciuffo che ha Lucio Dalla, che era meglio con lo zucchetto di lana, anzi oserei dire quasi artistico, modificabile per ogni occasione. Geniale e meglio della coperta di Linus, per chi è purtroppo complessato.