Kremuzio

Ogni mattina quando scendo per andare al lavoro, mi carico di buste dell’immondizia. Una generica ed una per la plastica e metallo. La carta la butto una volta a settimana, quando riempio lo scatolone che tengo sul terrazzino. Tra qualche tempo quando cambieranno il modo di riciclaggio, ci saranno giorni ed orari, ed in più anche l’umido che rimarrà ad impuzzolire il portone condominiale. Ma sempre meglio che metterlo nelle buste di plastica chiuse per essere buttate in discarica.

Guardo i telegiornali ed ecco che vedo Napoli, cumuli di buste di plastica chiuse mischiate a buste di plastica rotte da cui esce di tutto, e condite di bottiglie di plastica e vetro e cartoni. Queste montagnole riempiono le strade e le piazze, magari non è così, e dipende dai videoreporter che ci fanno vedere o meno i cumuli e gli scorci poco romantici invasi da depositi maleodoranti.

Poi le immagini vanno agli scontri tra polizia e manifestanti che non vogliono le discariche.

E quello che mi viene in mente non è bello. Non so a chi dare più torto, in quanto non mi sento di dare ragione a nessuno. A partire dal servizio di nettezza urbana. Perché non c’è il servizio di differenziazione? Perché è tutto in mano alla camorra che lucra sui siti di stoccaggio? Pare di aver sentito che in questi siti vengano nascosti rifiuti tossici sfruttando il caos. E poi questi siti sono in mezzo alla popolazione che vive sulle pendici del Vesuvio, aggiungendo rischio vero oltre al rischio preesistente relativo alla prossima eruzione del vulcano. La salute sembra essere un optional da quelle parti. Ma perché non si risolvono i problemi?

Eppure sarebbe semplice, se con la stessa energia con cui si gettano molotov o si bruciano i cassonetti, si effettuasse una protesta a monte, in un modo semplice. Basterebbe non acquistare merci che abbiano un imballo eccessivo. Una volta se compravi due fettine te le incartavano in un pezzo di carta giallina e porosa. Oggi ci danno giù con plastica, atmosfere protettive e polistirolo. E tutto va in discarica. Una volta ti portavano il latte a casa in una bottiglia di vetro e la mattina dopo ridavi il vuoto. Oggi o ti becchi il tetrapak, che si tratta di un wafer indistruttibile e non riciclabile (dicono che lo fanno, ma mi piacerebbe sapere come) formato da cartone plastica ed alluminio. Se ti dice bene scegli la plastica che poi porti a riciclare. Se funziona la differenziata, senno via, si brucia e ti respiri la diossina.

La stessa diossina teratogena, tossica e cancerogena che si crea quando degli idioti bruciano i cassonetti. E questo nei riguardi della plastica. Gli inceneritori o gassificatori nel migliore dei casi distruggono, dicono, anche questa, evitando la dispersione degli agenti tossici. Ma dai rifiuti che vengono interrati, si forma metano, che è un gas che si mangia l’ozono. Ma furbi i capi delle discariche, come a Malagrotta vicino Roma, che fanno, incanalano il metano che sgorga dai cumuli sotterrai e lo rivendono, guadagnandoci moltissimo. Niente male se non fosse che questo servizio gli frutta due volte: la prima incassando le tariffe sui rifiuti, abbastanza esose, che noi cittadini dobbiamo pagare, e la seconda rivendendo energia ed il compost, ovvero quel terriccio concimato, che risulta dopo aver succhiato il gas.