Kremuzio

Quando venni mandato in missione esplorativa su questo pianeta, tanti tanti anni fa, l’incarico al quale dovevo asservire era quello di studiare usi e costumi di questo habitat riscaldato da questo piccolo sole giallo. Sul mio pianeta d’origine (Kremooxy0, quarto pianeta del sistema solare binario SFTM1701 detto dalle mappe TCIspaziali: Stanfrontammé), certe cose sono ben diverse da quelle svolte elegantemente su questo. Ad esempio cerchiamo di essere seri e non abbiamo la televisione, oltre al fatto che non ci laviamo mai tra le dita dei piedi, anche perché siamo altissimi ed il nostro naso è così lontano dal suolo che non ci importa cosa accade laggiù.

Ma quello che è accaduto ieri mi ha fatto mandare chili di spaziogrammi in direzione di Kremooxy0.

Secondo il costume di queste parti, ieri era festa, una ricorrenza religiosa per una parte di terrestri, anche se in modi diversi. Per qualcuno era l’Epifania, per altri il Natale. Per qualcuno era un giorno in cui starsene a casa a vedere la partita, ma questa è un’altra storia.

Narra la tradizione, per la parte geografica in cui ho la residenza terrena, che tanti anni fa, tre astrologi dagli strani nomi da comici, saltarono su tre cammelli perché l’oroscopo che avevano calcolato diceva che sarebbe stata una buona giornata per i viaggi e l’amore. Decisero di partire per SharmElSheik. Stradafacendo notarono un fenomeno luminoso non identificato, e decisero di seguirlo perché c’era anche in ballo un trigono tra venere e mercurio in quarta casa, che notoriamente voleva dire “posta in arrivo”. Portarono le prime cose che capitarono loro a tiro. Tranne Gaspare che dovette girare tutti i supermercati per trovare la mirra. Già che c’era si portò anche una cassetta di birra, che tutti i commessi avevano a portata di mano, e che si rivelò molto utile durante il cammellaggio.

Poi la storia la sapete, seguono la luce, arrivano ad una grotta, lasciano i doni, stanno un po’ e poi ripartono abbronzati (specialmente uno) e rilassati.  

Ieri infatti i miei concittadini li ho visti quasi tutti uscire a portare doni alla loro divinità. Sono molto religiosi i miei concittadini. Hanno fatto la fila prima dell’orario di apertura dei templi per portare le offerte. Ed il loro simbolismo era chiaro anche ad occhietti alieni come i miei.

L’oro come ricchezza e benessere, l’incenso per adorare e la mirra per purificarsi e dicono per prepararsi al trapasso. Purtroppo non è che abbiano portato proprio tutto, ma solo l’oro, e pure questo non direttamente con lingotti o monete, ma con tesserine di plastica che infilavano in una fessura votiva che sputava poi una lingua di carta bianca che dimostrava l’accettazione del dono da parte del dio. A dire il vero, qualcuno andava con resine profumate, flaconi, spray e bastoncini di incenso al vario aroma di patchouli o sandalo, ma la fessura votiva non tirava fuori la lingua.

E’ bello vedere tutte quelle frotte di umani contenti per le offerte, tornare a casa con le reliquie all’interno di bustoni di carta variopinta, con sopra impressi simbolo religiosi a caratteri cubitali. E quei templi stracolmi, con canti sacri, rituali di ricerca, misurazione ed indossamento di paramenti liturgici, la felicità dell’essersi immolati, sacrificati, beatificati e rinnovati, ha reso tutti più leggeri, contenti di aver fatto buoni acquisti, secondo l’accezione tramandata da generazioni. Ed a sentirli, dicono pure che con meno oro del solito, potevano avere una maggior remissione dei peccati e penitenza sacramentale. Dal 30 al 70% in meno. Risparmio assicurato.

Dio consumismo facci la grazia, miglioraci, depuraci e portaci tutti, nell’ora finale, nel grande magazzino dove saremo felici in eterno

Amen