Kremuzio

Purtroppo non ho mai avuto la possibilità di essere la reincarnazione di Groucho Marx, se credessi nella metempsicosi. E questo è uno dei crucci che ho. Meglio per lui che visse qualche anno in più dopo la mia nascita, praticamente 20. Se lo fossi stato, avrei fatto cose interessanti anche se solo dette a voce e non esplicate da buffi baffi ed occhieggianti occhialetti. Avrei anche imparato a fumare il sigaro.

Quando telefonava all’amico Leo Rosten a qualsiasi ora del giorno e della notte, si esprimeva in questi modi alla risposta: “parla il professore Waldemar Strumbellknauff”. “Chi?” e “Non divaghiamo”, disse freddamente l’interlocutore. “Non vi vergognate di battere I vostri figli a quell modo? Se foste un uomo, verreste qui e mi buttereste giù tutti i denti a forza di pugni. Se foste un mezz’uomo me ne buttereste giù la metà…”. Altre volte si presentava come un raschiatore di carene di nome Formosa Greulenheimer, o come presidente della Società per le Banconote False, anche come il capitano Raoul P. Clamhead del Servizio Segreto dell’Ira. Un’altra volta venne svegliato alle ore più inverosimili per sentirsi chiedere se voleva far riseminare il prato, se voleva cambiare moglie o vendere i bambini. A volte venne definito ad estranei come un contrabbandiere messicano di tapioca o come il direttore del noto cinema di Mosca “il Cremlino”. Pure la moglie venne informata del fatto che il marito, una volta, avesse due teste. I redattori del suo giornale furono avvisati che scriveva sotto lo pseudonimo G. B. Shaw, ed il figlio accusato di essere un nano che si è laureato all’università di Yale nel 1908 e che il padre riusciva a mantenerlo piccolo mediante iniezioni di estratti antiglandolari. Per Rosten non è stata una vita facile.

Mi piacerebbe avere la capacità di conversare come lui.

Una volta mandò il seguente commento all’editore di un libro umoristico: “Dal momento che ho preso in mano questo libro, non ho mai smesso di ridere. Un giorno spero di leggerlo.” . Con coloro che credono nella logica, ebbe un contegno micidiale. Nel bel mezzo di una discussione politica fu capace di alzarsi ed annunciare solennemente “Signori, Napoleone è fuggito dall’Elba”.

Al tempo in cui i quattro mitici fratelli Marx erano i beniamini di Broadway, si facevano spesso dispetti sul palco. In mezzo ad una farsa Groucho interpretava una scena in cui, nelle vesti di Napoleone, rivolgeva frasi di folle amore a Giuseppina. Chico pensò di interrompere l’idillio entrando in scena per annunciare, di punto in bianco: “Imperatore, c’è l’uomo delle immondizie.” Il sorriso di Chico scomparve quando Groucho gli rispose : ”Ditegli che non ne vogliamo.”.

In un’altra farsa, interruppe improvvisamente una scena e, avanzando alla ribalta chiese al pubblico: “C’è  un medico in teatro?” Quando un medico senza alcun sospetto si alzò, il nostro gli disse: “Se siete un medico, perché non ve ne state all’ospedale a far soffrire i vostri pazienti invece di sprecare il tempo con quella biondina?”.

Una volta intervenne ad una seduta spiritica con alcuni personaggi di Hollywood entusiasmati da una medium. Questa fece udire voci d’oltretomba, parlò in dialetto indiano con una principessa pellirossa e si dimostrò un’ottima intermediaria tra gli abitanti di questa terra e l’aldilà. Alla fine della seduta, soddisfatta del proprio trionfo, la medium chiese: “Avete nessun’altra domanda da fare?” Saltò su allora Groucho : “Qual è la capitale dell’Australia?”.

Lo spirito della battute da lui sparate con un’espressione di leggero disgusto, è una forma di surrealismo che ha fatto di lui il beniamino degli intellettuali e degli strambi. Groucho era l’Einstein della scemenza e il suo articolato/disarticolato processo mentale ricorda quello di un certo filosofo tedesco che sognava un coltello senza lama e senza manico…