Kremuzio

Si svolgono dei veri e propri dialoghi a distanza tra i governi e le opposizioni sulle mura della città. Ogni giorno mi chiedo quale sarà l’argomento che la notte gli attacchini hanno espresso e reso visibile agli occhi dei passanti. Il dialogo a forti tinte di solito comincia con l’opposizione che manda a quel paese la giunta o il sindaco o la regione per qualche cosa che a loro dire è stata fatta male. Non è che ci voglia poi molta fantasia a tirar fuori le magagne visibili a tutti. Gli argomenti soliti sono quelli relativi al dissesto del manto stradale. Sopra i quali il giorno dopo, attacchini notturni hanno incollato la risposta. Che la colpa è della giunta precedente, ovvio.

Ma se mettessero le risposte affiancate alle domande, allora sarebbe una cosa più intelligente, che se uno si perdesse una delle puntate precedenti, non capirebbe troppo e si perderebbe il pathos e quella sottile sceneggiatura a base di dialoghi che intride le mura cittadine.

Poi c’è la sanità che spetta alla regione. Potete immaginarvi le scritte dell’allora opposizione quando c’era Marrazzo. Ora con altri termini invece si condanna la Polverini, rea di chiudere i servizi di pronto soccorso e favorire le cliniche. In effetti a me hanno tolto il pronto soccorso che avevo a poche centinaia di metri da casa, e la prossima volta che mi taglierò un dito, preferibilmente l’indice sinistro, sporcherò le strade di Roma del mio sangue. E non sarà un bello spettacolo.

Glisso sapientemente sulle tonnellate di carta sprecate quando è tempo di elezioni, che raggiungono spessore di diversi centimetri, e poi invariabilmente crollano sotto il proprio peso, intralciando il passo a chi si avventura. E quando questi poster vengono incollati alle mura, usando colla poco adesiva, quando si staccano portano via anche l’annerimento dovuto allo smog e qualche parietaria. Ma se dovessero mettere quelle impalcature tubolari tra il bordo del marciapiede ed i palazzi, ecco che in alcuni posti meno visibili vengono trasformati in vespasiani di fortuna.

C’è poi il momento in cui dopo le elezioni, quelli che hanno vinto bombardano di ringraziamenti a seconda delle preferenze ricevute. Tipo “27542 grazie” o qualcosa di simile come se anche tu che non c’entri niente e che neanche sei andato a votare, o avresti votato contro, ti becchi questo attestato di stima e ti senti spinto a bussare all’eletto per chiedergli grazie e favori, anche un cognato da far lavorare al comune.

Un discorso a parte meritano i gruppi di destra che non partecipano al grande banchetto, e che hanno soldi da spendere in cartelloni. Questi mettono solitamente alcune riproduzioni di manifesti del ventennio con frasi roboanti, o frasi latine con traduzioni nei sottotitoli intrise di celticità neanche fossero padani, ed in questo mix di celti ed antichi romani ci mostrano messaggi che troppo spesso non si capiscono. Bellissime sono le prese in giro dell’ahimè nostro premier. Ad ogni piccolo scandalo fuoriescono pasquinate sia stampate bene sia scritte con i pennarelloni ma con battute salaci da far vergognare, per lui, chiunque le legga.