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Post n°101 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Pugpug

Non mi voglio più ricordare cosa vuol dire sentirsi importante per qualcuno. Mi farebbe troppo male.

A questo pensava Giada, mentre ripuliva le spinatrici, dopo una serata passata a guardare la pioggia scendere dalle vetrate del bar.

Era stata una serata fiacca, pochi clienti, lei, il capo e la sua tristezza. E poi quello stupido litigio con Renato via sms. Avrebbe voluto andare da Renato subito e chiarire ma non poteva. Doveva lavorare.

Le sfuggiva qualcosa di importante, forse anni di vita, forse soluzioni pratiche, forse ... Se stessa.

Mentre guardava l'ora sul display della cassa e cercava qualcosa da fare, mentre pensava a quanto dovesse accettare il fatto che a volte le cose vanno storte nonostante tutto, e che vanno accettate come parte integrante della vita capi che non avrebbe mai nemmeno potuto dire "sto male" a quel mondo.

Tutti l'avrebbero incolpata cercando il capo d'accusa. Nessuno, nessuno mai le avrebbe detto che in fondo anche lei ogni tanto poteva stare male. Tutti e dico tutti si sarebbero sentiti incolpati di non fare abbastanza.

"e quando mai sei felice?" le avrebbero detto.

Ecco cosa non andava. Giada era troppo se stessa in ogni momento e in ogni situazione. Gli altri giocavano a nascondino ma Giada era triste o tremendamente felice senza filtri. Era lei.

Gli altri invece mettevano le maschere, i filtri, le,protezioni...e mentre parevano sempre uguali a se stessi in realtà gioivano o stavano male, ma dentro. Dentro. Ben nascosto.

Cosi forse era per quello che avevano smesso di farla sentire speciale. Non era speciale. Era scomoda come un gatto che ti pianta le unghie sulla pancia mentre dormi.

C'erano state delle volte che aveva creduto di essere arrivata da qualche parte tenendo fede a sé stessa. Ma poi il mondo le aveva ributtato indietro tutto. Chi con disprezzo, chi con cattiveria.

Ora lei era davvero triste. Aveva finalmente capito che se anche intorno a lei ci fosse stato qualcuno come lei, non lo avrebbe mai incontrato. Perché se era furbo si nascondeva o aveva smesso di sperare e fingeva.

E che per non sentire più tutta quella solitudine avrebbe dovuto fingere anche lei.

Non si sarebbero incontrati mai. E non sarebbe mai stata davvero speciale per nessuno.

E forse non le importava più.

Giada tornò a casa, accese la Tv e pianse.

Quella era una nuova inaspettata tragedia.

 
 
 
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