Creato da Pugpug il 03/05/2006

Life on Mars

una terrestre su Marte

 

 

Il fantastico mondo (di internet)

Post n°110 pubblicato il 06 Gennaio 2016 da Pugpug

Sono del parere che in fondo, a cercare bene e a scegliere meglio, del buono...c'è un po' dappertutto. Perfino in internet, dove, nonostante la mania di alcuni di continuare a cercare qui quello che gli manca nella vita reale, puoi intravedere perfino il loro il tentativo di gettare la maschera.

Ma ragazzi...che fatica.

Io difficilmente contatto qualcuno...o cerco qualcosa qui. Semplicemente, scrivo. Non cerco approvazione o indignazione e nemmeno contatto umano (non invito persone nel mio spazio amici, non chatto, non cerco). Il mio unico bisogno in questo spazio si avvia e si conclude con la scrittura, che è la mia passione prima. Prima ancora di scopare..mangiare....prima della musica (che viene subito dopo), perfino prima del mio cane (ebbene si) esiste un bisogno fondamentale : scrivere. E qui lo assolvo (qui e altrove....perchè io scrivo sempre). Che quello che scrivo possa incontrare l'approvazione, o meglio, il gusto altrui...mi compiace. Che ci volete fare...è un piccolo vezzo.

Purtroppo però cado ancora a vote nella tela del ragno che ogni tanto si diverte a filare...sotto "casa mia" le sue potenti chiacchiere.

L'ultimo ... che dire....è riuscito perfino a creare una bella amicizia epistolare con me.

E poi, per motivi davvero sconosciuti, è stato assorbito da altre case dove tessere tele. In poche parole è scomparso adducendo una giustificazione che , se la riporto qui, vi darà la sensazione di "MA CHE DIAVOLO HA DETTO?"

Un uomo, vi dirò, che mi racconta di cercare cappellini e sciarpine profumate (nonostante la compagna) e...beh...lasciamo stare...credo che quando ha capito che io non volevo fargli annusare le mie sciarpine abbia lentamente tirato i remi in barca.

Questi individui che NON HANNO NELLA VITA REALE ciò che davvero desiderano e vivono di malinconie, rimpianti, attese e sospiri del "tempo che fu", DEVONO TASSATIVAMENTE STARE ALLA LARGA DA ME alla pari del mio ex ragazzo, dei suoi amici e del mio passato. Perchè ultimamente (parlo di vita vera e reale) mentre io annaspo per costruirmi un futuro, vengo contattata da alcuni individui del mio passato o che amano vivere nel loro passato e lo trovo deprimente.

E tramite che mezzi vengo contattata? QUI. SU INTERNET.

Se internet è uno spazio per arricchirsi e crearsi un futuro, per me deve essere superato ormai, perchè qui su internet vengo contattata dal passato. O da personaggi che mi ricordano il passato o vivono nel loro. E intanto...TEMPUS FUGIT.

Fortunatamente non sono qui per farmi ascoltare da tutti o per farmi capire da tutti , altrimenti avrei un bel lavoro da fare.

La riflessione che volevo portare è questa : preferisco scrivere i miei pensieri qui o sul mio WORD e incontrare persone NUOVE nella mia quotidianità, piuttosto che utilizzare questo mezzo per approcciare qualcuno o farmi approcciare da qualcuno.

L'ennesima ultima esperienza, quella dell'aspirante annusatore di sciarpine e cappellini, mi ha fatto comprendere l'importanza fondamentale di scegliermi bene il prossimo partner e di non farmi ammaliare da quattro parole sviolinate. Perchè credetemi...c'è tanta tanta gente che ha compagno...compagna....marito...moglie E NON HA LA BENEDETTA INTENZIONE DI ESSERE DAVVERO SINCERA CON il partner.

Ragazzi miei...se il vostro partner vi sembrava amore e con gli anni si è trasformato nella zucca di cenerentola, abbiate i coglioni di mollare la zucca e stare da soli. non potete elemosinare "brividi" da una foto sullo schermo.

O dal vostro ex.

 

 

 
 
 

Niente paura (se volete)

Post n°109 pubblicato il 09 Dicembre 2015 da Pugpug

"Per favore non cercatemi se avete paura perchè io la paura...la prendo a pugni ogni giorno. Poi la aiuto a rialzarsi stremata e la accompagno fuori dalla mia vita"

Invincibile io? Si, un po' mi sento così. Anzi...sarò spocchiosa e antipatica (ma giuro che non voglio esserlo) Si, sono invincibile. Soprattutto con le mie paure.

La paura, quella che ti placca alle gambe mentre stai per chiudere gli occhi e dormire, la stessa che la mattina ti salta alla gola e ti ricorda quanti problemi possano sorgere se fai quella scelta o se prendi quella strada...

La paura è un meccanismo primordiale che aiutava gli uomini delle caverne a salvarsi di fronte alla tigre dai denti a sciabola. Ma francamente...mi ritengo più tranquilla oggi.

State pensando al terrorismo...alla criminalità...alla violenza? (al posto delle tigri ?)

Ci dovete pensare per forza? No. Potete anche rifiutarvi di pensarci. Tanto basta accendere la tv e vi vomitano addosso le peggio disgrazie. Ecco..a quel punto io spengo la tv.

Anima libera, un po' controcorrente, ma solo per amore della vita, io ho deciso di smettere di avere paura.

E ve lo giuro...se annuso la paura di un altro essere umano scappo. E' la verità. Nuda e cruda. Perchè la paura è come il sorriso. Contagioso. La prima però ...mi contagia "male".

Quando ho fatto scelte drastiche e "paurose"...oh mamma...apriti cielo. Ho visto la "massa di predicatori instancabili" passare per casa mia e dirmi "cosa hai fatto?"

(fi fo ni...)

La mia risposta è stata "Mi sono liberata ... e senza ripensamenti".

I predicatori spariscono in fretta se non gli dai retta.

Non è colpa loro. Ma devono correre spediti fuori dalla mia vita.

C'è una seconda razza di fifoni, di cui per un pezzo ho fatto parte anche io, che lungi dall'essere una predicatrice (mi son sempre fata abbastanza i cazzi miei), ero più simile a una conformatrice. "OK- dice il conformista triste - ok...non ho di meglio...allora in fondo va bene anche così"

Sono quelli che un po' si crogiolano in un passato che in quanto passato non esiste più, ma in loro vive...ancora...presente...come un ologramma in proiezione quotidiana.

Anche queste persone hanno su di me un effetto "fuga".

Scappo. O scappano loro, perchè alla terza lagna sulla consapevolezza della tristezza di fondo della vita, io li legno. Non lo faccio con cattiveria. Ma con un certo scazzo...si.

Perchè...io le mie paure le prendo a pugni ogni giorno.

Lo dimostro ogni giorno con ogni mia scelta.

E lo so...come faccio a dimostrarvelo se non vi porto fatti concreti delle mie scelte.

Avevo tutto. Ho deciso di perdere tutto. Perchè quel tutto non era più tutto. Perchè si cambia.Ma mentre lo facevo guardavo il baratro e pensavo "cadrò giù...". Invece ho fatto un salto e mi sono spuntate le ali. E sto imparando a volare. Nonostante le paure, che prendo a calci in culo ogni giorno.

E quando vedo o conosco qualcuno che ha fatto come me ed è arrivato dove voleva arrivare, credetemi...io comprendo il senso di ogni mia parola precedente.

La mia vita diversamente non ha più senso.

E non torno indietro.

 

 

 
 
 

Libertà

Post n°108 pubblicato il 30 Novembre 2015 da Pugpug

"Libertà è un concetto semplice, se non ne sai il significato", dice una canzone di Malika Ayane. La canzone è Tempesta. Nel video lei balla con un vestitino giallo su un palco improvvisato in un locale elegante, circondata di ballerini con la maschera.

La prima volta che ho visto questo video, non ho nemmeno ascoltato le parole. Mi sembrava un clip molto stupido. Molto frivolo.

La seconda volta che l'ho visto sono riuscita a seguire anche le parole. Di un certo peso. Di un certo valore. ( e del resto, in questo Malika non mi ha mai deluso).

Quella canzone è diventata suo malgrado uno dei miei "inni" del momento.

Non so dirvi precisamente quando mia madre mi parlò del concetto di LIBERTA'. Forse non me ne ha mai parlato "davvero" , ma mi ha trasmesso senz'altro il senso di quella parola in ogni suo gesto quotidiano. Erano i particolari, in questo caso, a fare la differenza. O forse, cosa devo dirvi, ce l'avevo nel DNA come lei, questo senso di LIBERTA'. Che più che un senso , col tempo è diventata una realtà, una realtà per cui lottare a modo mio ogni giorno.

I periodi di conformismo mi hanno aiutato ad adattarmi in taluni casi a regole del gioco che non mi piacevano ma erano solo il mezzo tramite cui avrei raggiunto i risultati desiderati.

Non sempre però, soprattutto quando si parla di sogni da raggiungere, di desideri che hai sin da quando eri piccola, puoi stare alle regole del gioco. Devi liberartene.

Conosco chi si è infelicemente ma diligentemente adattato a quelle regole in ogni loro forma. Riconosco chi non vuole sentirsi libero nemmeno nel privato, forse perchè sa che il rovescio della medaglia della libertà è il coraggio e la decisione di sacrificare parte di un passato obsoleto per andare oltre. Forse perchè sa che in quei sogni, in quei desideri, è necessario crederci davvero tanto. Avere fiducia nella propria capacità di rendere al meglio, avere fiducia nel mondo...anche. Non è da tutti. E in alcuni momenti non era nemmeno per me. Per quello che ero.

Coraggio, fiducia, e....?

Solitudine.

Si, anche la solitudine fa parte del concetto di LIBERTA'. Non si sa come, non si sa perchè, ma chi si lascia andare alla LIBERTA', deve spesso attraversare quel mare immenso chiamato solitudine. Non tutti sono capaci di questo. Non tutti sono capaci di affrontare da soli una vita in cui nessuno regala niente. (e se te lo regalano non sempre vale quanto sembra).

La libertà è una parola molto alta. Alta tanto quanto il sacrificio che costa raggiungerla. La libertà è una conquista quotidiana, fatta di molti no. E di pochi SI urlati. (urlati interiormente)

E' abbastanza normale che chi sogna e lotta per i suoi sogni sia una persona LIBERA.

Libera da cosa?

Secondo la mia personale esperienza la persona veramente libera, lo è da tutto.E' una condizione interiore che lentamente si manifesta in ogni realtà della persona.

 

Lo è innanzitutto dal passato.

Lo è dal giudizio degli altri, sia quello che potrebbe subire (e che non le interessa più) sia da quello che potrebbe dare lei (assenza di giudizio, ti lascio libero di agire, mi faccio un'opinione di te, e in base a quella decido se farti entrare/restare o se sciogliere ogni legame e ogni relazione).

Lo è dalle paure. O cerca di esserlo. Si rende conto che la paura è una catena. Una palla al piede. Un peso che non ti permette di muoverti "libera".

La persona LIBERA non è l'arrivista che non calcola la traiettoria e ferisce consapevolmente o inconsapevolmente , nella caduta, chiunque graviti attorno a lei, senza considerare le conseguenze della caduta o del lancio.

La persona LIBERA non costruisce i suoi sogni nuocendo alla vita degli altri.

La persona LIBERA, quella che davvero "conosce il significato" della parola libertà, abbandona tutti i vecchi schemi mentali , si alleggerisce con responsabilità da ogni peso... è complicato spiegarlo ma ... è come se scegliendo ogni giorno il suo posto nel mondo, essendone consapevole, si collocasse nella sua fascia di realtà. Chi trova il suo posto nel mondo, non rompe le scatole a nessuno.

 

Vorrei che tutte le persone si sentissero libere di scegliere, perchè alla fine dei conti...lo sono, in potenza e se lo vogliono, in atto. Ma vorrei che fossero libere di scegliere nel termine più alto per loro. Che fossero libere di scegliere il MEGLIO, non quello che gli capita. A tutti nella vita capita di incrociare qualche scorciatoia, qualche via di fuga. Se sei libero riesci a capire se è una via di fuga buona o una nuova prigione. O uno "scappare" dalle responsabilità che hai verso di te. Che sono tutte riassumibili in un bellissimo "crea e metti in scena sul palcoscenico la tua più grande opera d'arte - ovvero la tua vita".

Farlo con leggerezza, con un vestito leggero ballando su un palcoscenico improvvisato, ma farlo trasmettendo concetti di un certo valore...è un buon modo, secondo me, per conquistarsi un posto nel mondo.

 

 

(grazie a Malika Ayane)

"se ti sorprendi a ridere solo tu sai perchè, come un contagio passa già da te a chi ti guarderà"

 

 

 

 
 
 

Hello from the other side

Post n°107 pubblicato il 16 Novembre 2015 da Pugpug

E' passato moltissimo tempo, non ho guardato la data dell'ultimo post, ma credo siano quasi "anni" che non scrivo. Forse perche nell'ultimo anno soprattutto ho deciso di dare una svolta alla mia vita. E di togliermi di dosso quella polvere "noir" che mi stava soffocando un po'.

Ora abito in un'altra città, vivo una nuova vita, ho un nuovo lavoro e ... dopo anni di relazioni sbagliate, sono single. Single da mesi.

No, non mi piace stare da sola, preferirei avere un compagno, uno di quelli giusti, seri, con le credenziali giuste, non i soliti cazzoni/mammoni/insicuri. Ma dal momento che non c'è l'uomo giusto, sto da sola.

Ho provato ad uscire con qualcuno ma non scatta nemmeno la scintilla di un cerino.

Abito con i miei colleghi di lavoro in un appartamento in un paesino che si sviluppa tutto su una via. Da un lato la chiesa, dall'altro il bar centrale , il tabacchi e la posta. No, non è stato semplice abituarsi a convivere con persone che non sono tue amiche, in un paese piccolo e privo di stimoli, con un lavoro che amo molto ma...mi impegna quasi tutta la giornata. Eh però...però...trovo che abbia più senso di prima.

Cerco di sorridere, nonostante tutto, lo faccio più di prima. Perchè ora faccio qualcosa che mi piace e anche se ho ancora qualche ferita da ricucire, stringo i denti e quasi in completa solitudine mi arrangio.

L'autostrada è diventata la mia terza casa. Viaggio spesso per lavoro. La seconda casa, quella natale, è un po croce e un po delizia. Quando torno non provo quella nostalgia che provano le persone che hanno lasciato un luogo natale pieno di gioie e bellezza. Non fraintendetemi....forse tornerò ad amare la mia città. Ma sarà solo quando avrò trovato un'altra città da amare. Prima devo sopportare i ricordi, vedere di metterli ogni volta da parte e farmi lunghe passeggiate col mio cane. O semplicemente un giro in  centro con mia madre.

Mia madre...l'ultimo baluardo di una famiglia migrata. Mio papà, nove anni fa, semplicemente si è spento. Mio fratello, in Luglio, partito per il Brasile ( e senza ritorno) e io ...non così lontana ma pur sempre assente. Lei è davvero l'unica persona che non mi stancherò mai di ritrovare in questa casa, la mia seconda ormai, da cui ora scrivo. Lei sta bene tra queste mura vecchie e ristrutturate. Con tutti i suoi ricordi. E gli armadi ormai troppo grandi.

Lei sta bene anche se ogni tanto mi domanda "ma secondo te me lo trovo un moroso?"

Le rispondo "se lo vuoi...lo avrai"

Sono del parere, lo sono diventata, che tutto quello che noi vogliamo, lo possiamo ottenere. Che la volontà, la determinazione, l'impegno sono alla base di ogni piccola vittoria, di ogni grande vittoria. Dietro sta tutto il lavoro...di denterminazione, di centrare i proprio pensieri su quello che vuoi, di mantenere alta la concentrazione.

 

Si, lo so. Non è facile. Lo so per prima. Ma ora che ci sono dentro non è nemmeno così difficile. E' tutta questione di impegno. E di scelte.

 

Quando sono partita per una crescita professionale e di ruolo sapevo che stavo lasciando tutto. Le sicurezze, l'amore (sono stata lasciata solo un mese dopo la partenza...alla fine dei conti ho fatto bene a lasciar andare una persona che è corsa subito a scaldare il letto di qualcun'altra...ci stavo perdendo tempo...sentimenti e vita),il mio cane e i miei amici. E soprattutto mia mamma. Ho perso quasi tutto.

 

 

Ma ho guadagnato me stessa. Una me stessa che ogni giorno scopro e conosco e riconosco.

 

Piango? Certo, ogni tanto piango. Piango quando sono stanca morta e non riesco a lavorare come vorrei. Piango quando non ho nessuno che mi chiama amore. Piango quando mi lecco le ferite.

 

Ma poi rido. Rido con poco. E poi sorrido. Sorrido moltissimo. Quando sorrido sento che quel sorriso non è la risposta falsa e falsata a un dolore. E' la risposta alla gioia. E' la risposta a vedere che ce la faccio da sola. Che riesco a sistemare un pc da sola, che riesco a sistemare questioni pratiche da sola, che riesco a STARE da sola. Che quando sto in compagnia sono me stessa. Che non ho più paura. Ecco quando sorrido.

 

Perdono ogni giorno chi mi ha ferito e gli chiudo ogni giorno la porta in faccia.

Quelle persone non esistono più. Nemmeno quell'Anna esiste più.

Esisto ora, per quello che sono. E per quello che ho deciso sarò. Nonostante gincane e qualche altalena, mi merito il meglio.

 

 

........."Hello from the other side".......

                                                                                Anna Maria

 
 
 

Clarisse a Susy. Lettera a caso

Post n°106 pubblicato il 25 Settembre 2014 da Pugpug

Menphis. Luglio 1989.

C'era  chi mi voleva accasciata a terra, mentre tendevo la mano disperata, in cerca di aiuto. Invece...come sempre, mi sono rialzata e con la mia faccia da sberle ho puntato in alto il mio...dito medio.

Mi sono r i a l z a t a.

Non ho mai dubitato della cosa. Ma tu ... Si.

Credo che le tue velenose maledizioni, Susy, siano arrivate, ma qui, in questo buco grigio di città, lo sanno tutti che qualunque cosa accada , io mi rialzo.

A differenza di te ho l'agilità fisica e intellettuale per farlo.

Ieri ho visto Gessy. Mi ha detto che giu, al tuo paese che puzza di fiume, continui a parlare male di me. Puttanate. Tutti sanno chi sei e la terra bruciata attorno a te dovrebbe essere un valido motivo per farti smettere.

C'è stato un tempo in cui, un momento in cui, ho pensato che forse in parte avevo sbagliato anche io. Ma si sa...le amicizie finiscono e bisogna pur farsene una ragione. Non ho costretto Gessy a scegliere me, Gessy è un uomo che sa fare da sé le sue scelte. Io penso che ognuno sia libero di andare e venire come vuole e comunque avevo il mio giro di uomini in città.

Ma tu, Susy, non hai capito che non c'era calcolo. Era cuore. E di fronte a due cuori ribelli ma innamorati sarebbe stato meglio alzare una bella bandiera bianca.

E per un po, hai alzato l'asta, dopo aver incontrato tuo marito. Ma certi livori, in certe persone, non si addormentano mai. Cosi hai pensato bene di cominciare a parlare male di me e Gessy. Inizialmente solo in paese o con amici comuni, poi hai allargato il cerchio. E raccontavi a tutti di quell'amico e delle sua ragazza, la chiamavi "merda". Quella merda di Clarisse, dicevi.

Io francamente non ho mai provato ne dolore ne sofferenza per le tue parole. Un tempo eravamo due stronze e andavamo in giro insieme e io lo facevo perché volevo capire se sotto il peso delle tue chiacchiere ci fosse un po di sostanza. E invece era fumo. E puzzava. Ho sempre avuto intuito con le persone. Non c'è niente da fare.

Quando ho saputo che stavi spargendo veleno su me, Gessy e le nostre famiglie, ho avuto paura.

La gente maligna può rovinarti.

Ma poi ho pensato. Mi sono fermata a riflettere. Susy, io non ho bisogno dell'approvazione del mondo per vivere. Tu si. Io non ho bisogno che di me si parli per forza bene, che la gente si complimenti con un "ben fatto" per dormire bene la notte.

Susy. Io non ho bisogno di sentirmi dire che sono bella, per sentirmi bella.

Mi dispiace. Mi dispiace per la rabbia in cui ogni giorno ti consumi se una persona decide che non gli vai più bene, ma sono lutti che andrebbero affrontati domandandosi anche " cosa ho fatto io perché questo fosse il risultato che mi porto a casa?". Mentre tu facevi il can can in piazza, io ti ho ignorato. E ho aspettato. E ti ho osservato da lontano come quei matti per la strada che non capisci se ti sorrideranno o ti tireranno un ceffone. Sono matti. Non è colpa loro.

Non è colpa tua.

Ma adesso finiscila. Ho saputo che in paese la gente non ti sopporta più. Credo di comprenderli. Una vita trascinata nel livore e nelle chiacchiere non ti fa una buona pubblicità. E in città ci vieni al volo solo per prenderti un caffe dopo le commissioni, come se avessi paura.

Mentre io mi risollevavo, ho alzato il mio dito medio in alto e ti ho pensata, Susy. Ho pensato a quando tutto finirà. A quando cioè avrai quello che vuoi e nonostante tutto saprai che è solo un ripiego.

Che le fragilità ti avranno seguito anche li, dentro un altro specchio in cui guardarsi, dentro un altro piatto di amarezza e hamburger. Dentro tutti i mancati perché. Smetterai di essere velenosa perché il tuo stesso veleno ti esaurirà lentamente.

E tutte le tue piccole grandi maledizioni lanciate a random, a caso, per piccole grandi cose, ti torneranno indietro fiaccando le tue gambe e il tuo sorriso tirato.

Non hai colpe Susy. Come non ne hanno i pazzi.

 
 
 

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