Creato da Desperation4 il 03/04/2012

LICKIN' LOLLIPOPS

Love & Sex

 

 

L'UOMO IMMAGINARIO

Post n°15 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da Desperation4

A letto chiudo gli occhi. Nella mia stanza, solo, con la sola luce di un una candela appoggiata ai piedi del letto, la mia fantasia inizia a viaggiare. Non mi piace essere gia nudo. Cosi pian piano la mia mano inizia a scoprirmi. Alza laa maglia e dolcemente afferra il capezzolo, lo solletica e lo irrigidisce. L'altra mano fa lo stesso. Immagino un uomo, ma non e' lui che mi tocca. Lui sta fuori sulla terrazza. Non puo' entrare. Puo' solo guardare. Una mano scende ed entra nelle mutandine gia calde. Afferro il membro rigido e me lo massaggio con piccoli gesti. Mi lecco due dita dell'altra mano che raggiunge la prima e mi bagno la cappella. Sento i primi accenni del godimento salire dal membro alla mia testa passando per tutto il resto del mio corpo. Faccio scendere le mutandine fino a meta' coscia. Ora il mio membro duro puo' erigersi in piedi ma anche il mio culo richiede attenzioni. Allora scendo con le mani fino al buchetto e lo accarezzo. Mi rilecco le dita e me ne infilo una dentro il culo. Un sussulto, e' solo il primo. Poi il mio culetto si abituera'. Finche' cn una mano mi sego e con l'altra mi faccio un dito, giro lo sguardo verzo la finestra. Ora mi immagino che l'uomo sia li. Attaccato al vetro. Riesco a vedere il suo fiato che appanna una piccola parte di vetro all'altezza della sua finestra. Il suo membro ancora dentro i pantaloni viene strofinato sul vetro mentre con occhi vogliosi mi fissa in ogni mio movimento. Continuo ad accarezzarmi, bagnarmi e masturbarmi sul letto immaginando quell'uomo. Ora ha liberato il suo animale, lo sta puntando verso di me. Lo sbatte sul vetro, forse immaginando di sbatterlo sul mio viso. Tengo gli occhi fissi su di lui e su quell'uccellone mentre mi mastrurbo. Mi stanno facendo eccitare sempre piu. Mi metto a novanta sopra il letto. Il culo rivolto verso la finestra e la faccia schiacciata sul materasso. Ho tolto la maglia e le mutandine sn rimaste aggrappate ad una caviglia. Ho preso il lubrificante ed ora mi sto masturbando cn tre dita nel culo. Ma le mie dita mi hanno stancato. Prendo il dildo che ho di fianco, lo lubrifico per bene e. Me no infilo nel culetto. Altro sussulto. E' piu' grosso di tre mie dita messe insieme.Immagino che la finestra si sia aperta e quell'uomo sconosciuto sia entrato nella mia stanza ed ora sia entrato dentro di me prendendo il sopravvento. Immagino la foga che c mette ora che finalmente sta abusando del suo oggetto del desiderio. Lo immagino mentre mi sbatto con violenza il dildo nel culo e cn l'altra mano mi mastrubo. Ansimo e godo solo nella mia stanza immaginando uno sconosciuto che mi scopa. Grido. Schizzo. Una bella schizzata sulle lenzuola che comunque sarebbero state da lavare. Ora mi sdraio. Il mio corpo, il mio cazzo, il mio culo e quell'uomo immaginario hanno avuto cio che desideravano. Forse la mia testa no. Beh, nn si puo' mica accontentare tutti.

 
 
 

CLIMAX Pt.2

Post n°14 pubblicato il 04 Novembre 2012 da Desperation4

Arrivai nell'ufficio del mio Master trafelato. Avevo corso, ero eccitato all'idea di raccontargli le mie scoperte. Di narrargli quelle sensazioni mai provate. Quella fu una situazione indescrivibile. Spero di fargli capire il meglio possibile.
Il Master stava li in piedi, nn aveva fatto caso al mio arrivo. Era girato di spalle e ammirava quel cielo ricoperto di polvere di stelle dall'enorme vetrata del suo ufficio. Le luci dei palazzi, le insegne e le stelle creavano un bellissimo panorama sullo sfondoormai nero del cielo. Il resto dell'ufficio era immerso nella luce artificiale rilasciata dai grandi lampadari che scendevano dal soffitto, e questa luce, rimbalzava su tutte le superfici in vetro che arredavano la stanza. Nonostante fosse tarda notte, l'ufficio era illuminato a giorno.
Guardavo la schiena perfetta del Master, chiara e possente. Seguivo la linea della sua  spina dorsale fido ad arrivare al suo culo. Sembrava tonico, morbido e succulento. Da prendere a morsi. Mi sorpresi fare questo tipo di pensieri sul Master, sul suo corpo. Non era mai successo. Ero imbarazzato ed eccitato. Sentivo il sangue scorrere dentro di me, il calore ed il mio pene che stava crescendo. Dovevo smetterla e concentrarmi sull'esito della mia missione e sul resoconto da fare al Master.

Per evitare il flusso dei miei strani pensieri, lo chiamai. Lui si voltò. Aveva capelli castani leggermente lunghi tirati indietro. Occhi scuri profondi ed un viso perfetto e liscio. Il petto era ampio e ben definito, gli addominali si vedevano chiaramente ed il suo pene stava li a riposo. La cappella chiusa dentro la pelle e le due palle liscie al suo posto. Non aveva l'aspetto volgare e selvaggio come i cazzi dei due terrestri, ma in me creava comunque attrazione. Avrei voluto far indurire quel cazzo e strofinarmelo su tutto il corpo, leccarglielo e succhiarglielo. Volevo soddisfare il mio Master.

Evidentemente stavo impazzendo, quei pensieri insani si infiltravano nella mia testa all'improvviso. Erano sbagliati, contrari alla nostra natura di essere superiori perfetti. Quel viaggio tra gli uomini selvaggi mi aveva deviato la mente. Dovrei essere rinchiuso in una gabbia come gli animali. Che mi era preso? Sentivo addirittura il mio pene indurirsi. Dovevo placcare il tutto prima che il Master se ne accorgesse.

Iniziai a parlargli del mio progetto, del mio viaggio, di quei due uomini strani, dei loro corpi ed i loro modi di riprodursi. Ero entasiasta delle mie parole, dellle mie scoperte ma il Master sembrava non comprendere, Cercai di descrivergli le azioni e le sensazioni il più realisticamente possibile. Non ci credeva, metteva in dubbio la mia parola e le mie esperienze. Sembrava scettico e per niente incuriosito. Avevo il cazzo duro ripensando alla mia avventura terrestre. Non sapevo più che altro dire per convincerlo sulla verità delle mie parole. La mia mente era anche traviata dal suo corpo.
Poi un idea.
Mi inginocchiai davanti al suo cazzone floscio, lo presi in mano e con la lingua iniziai a leccarglielo. Lui mi guardava sbalordito dall'alto. Lo scappellai ed cominciai a succhiarglielo cn forza. Il Master mi minacciò se non avessi smesso subito di far ciò che stavo facendo. Disse che mi avrebbe fatto imprigionare. Io insistevo nello spompinare. Sentivo che il suo uccello si stava indurendo dentro la mia bocca. Le sue parole cattive pian piano scemarono e furono sostituite da un ansimare timido. Evidentemente stava dando credito alle mie parole. Disse che non aveva mai provato emozioni simili ed un tale piacere. Era confuso ed estasiato. Io succhiavo con vigore inginocchiato davanti a quell'uomo. Al mio Master. Mi piaceva aver ragione e mi piaceva quel cazzone. Non aveva lo stesso gusto selvaggio di quello dei terrestri, ma era comunque eccitante.

Quando fu abbastanza mi alzai, lo fissai e gli dissi che avevo anche altro da fargli provare. Incuriosito seguì le mie direttive e si sedette sulla sedia della scrivania. Presi in mano il suo cazzone duro e mi misi a cavalcioni sopra di lui. Mi infilai due dita in bocca e con la saliva mi bagnai il buchetto del culo. Ripresi in mano quel cazzone e inizia a strofinare la cappella bagnata sul mio buchetto. Strinsi le chiappe e gli feci una spagnola. Poi gli dissi che la porticina del mio paradiso era stata già aperta e poteva entrare. Non capiva. Presi in mano la situazione e mi ci sedetti sopra. In un attimo il suo cazzo fu inghiottito dal mio culo ancora ingordo di minchia. Saltavo su di lui come un matto. Quel palo duro mi stava riaprendo il buchetto. Lui gemeva dal piacere e mi guardava senza sapere che dire. Gli avvicinai la testa ai capezzoli e gli dissi di succhiarmeli mentre io pizzicavo i suoi. Eravamo entrambi in estasi, avremmo dovuto scoprire questi piacere tempi indietro. I nostri corpi emanavano calore ora. Erano sensazioni strane. Piacevoli. Confondevano e mandavano in tilt la nostra mente. 

Mi fece alzare. Mi fece mettere davanti alla vetrata a fissare il cielo mentre da dietro sentivo che mi baciava il collo, mi accarezzava tutto il corpo. Mi strizzava i capezzoli come poco prima io avevo fatto a lui. Appoggiai entrambi le mani alla vetrata e sporsi il mio culo verso di lui. Recepì subito il messaggio questa volta. Con una mano mi premette più in basso la schiena per farmi mettere a novanta mentre con l'altra infilò la sua minchia nel mio culo ed iniziò a spingere. Uno spirito selvaggio si era impossesato di lui, mi stava sfondando il culo con una foga impressionante. Non aveva mai provato quelle sensazioni e ora stava impazzendo, avaro, ne voleva sempre più. Godeva. Gridava quanto stava godendo senza un freno. La timidezza iniziale era sparita ed ora aveva il controllo di tutto. Avevo le mani e la faccia completamente schiacciate su quella vetrata. Vedevo di sfuggita le luci della città sottostante e le stelle nel cielo. Stavo godendo come un animale. Quelle primitive forme terrestri erano esperti nell'arte del godimento. Perchè il mio popolo ne era estraneo? che ne sarebbe stato di me se non avessi scoperto questi piaceri? credo nn riuscirò più a vivere senza quello che i terrestri chiamano sesso.

Ad un tratto mi sento venire. La sborra calda fluiva fuori dal mio cazzo e veniva schizzata a terra sul pavimento lucido. Ad ogni schizzata il mio buchetto si stringeva ed il piacere del Master aumentava mentre mi fotteva. Non sapeva fermarsi. Poi dei versi che sembravano quasi animali uscirono dalla sua bocca. Aveva il fiatone, i suoi colpi erano diminuiti e si stavano per placare. Estrasse il suo cazzone dal mio culo ed una colata di sborra usci dal mio buco con esso. La sborra calda del Master stava ora colando lungo le mie cosce. Lui era esausto e si sedette  a terra. Io mi voltai a guardarlo ancora bagnato. Era sbalordito. Cose mai provate. Mi chiese scusa per non avermi creduto e poi mi chiese riuscivo a portarlo sulla Terra per fargli studiare ancora più da vicino questo pianeta con le loro usanze.
Credo non ci siano problemi a fare un altro viaggio. Ma ora era meglio andare a farsi una doccia e riposare. E' stata una giornata devastante. Anche per il mio culo. 

 
 
 

CLIMAX Pt.1

Post n°13 pubblicato il 23 Ottobre 2012 da Desperation4

Sono Climax e non vengo dal vostro pianeta. Nel mio pianeta vige la tecnologia e la scienza. Siamo intelligenti, evoluti e ricercatori. Siamo perfetti. Il mio aspetto è quello di un uomo. Ho capelli biondi, lisci, corti e perfetti. Gli occhi azzurri. La pelle del mio viso è liscia e morbida. Come il resto del mio corpo. Petto liscio, pene liscio, culo liscio, gambe lisce. Nessun segno d'imperfezione.
Nel mio pianeta non abbiamo contatti fisici. Siamo esseri perfetti e ci riproduciamoscientificamente. Inseriamo il nostro pene in dei macchinari, loro assorbono il seme e tramite procedimenti complessi agli esseri umani, riusciamo a creare la vita. Come ho già detto siamo perfetti. E viviamo senza ricoprici di abiti, ci piace sfoggiare la nostra perfezione ed ammirare quella degli altri.


Quest'oggi, io ed il mio gruppo di esperti stiamo collaudando una nuova invenzione, una macchina che ci permetterà di tornare indietro nel tempo per conoscere le nostre radici. Monto con sicurezza all'interno del macchinario, chiudo gli occhi per evitare di rimanere accecato dal flash e do il via. Sento il rumore della partenza. Poi il silenzio.
Appena sento voci provenienti da dietro e da davanti a me riapro gli occhi. 
La temperatura è nettamente superiore a quella presente nel mio pianeta. Attorno a me c sono cose sconosciute. Mi volto, e alle mie spalle una scatola piena di colori che strasmette persone che corrono su un prato d'erba. Fa rumore e cn il pensiero la faccio tacere. Mi rivolto e davanti a me, seduti su quella che sembra una prima forma di divano, c sono due uomini. Avranno entrambi sui 35-40 anni e mi fissano paralizzati ed ammutoliti. Li guardo bene, erano coperti da buffi pantaloncini a righe di un tessuto povero (sarà stato cotone, studiato nei libri di storia). Guardavo i loro corpi, erano spaventosi. Peli su gambe, braccia, petto ed uno dei due ne aveva anche in faccia. La loro pelle era più scura rispetto alla mia e sembrava anche più ruvida. Li guardavo con occhi curiosi.
Chiesi se comprendevano la mia lingua e l'uomo cn la barba annui. Mi presentai e chiesi loro come si chiamassero e dove mi trovavo. L'uomo con la barba (evidentemente il più coraggioso) disse che mi trovavo sulla terra, era il 2012 e lui si chiamava Alessandro. L'altro uomo invece si chiamava Giuseppe.
Qualsosa non tornava, io non dovevo viaggiare tra i pianeti dell'universo, ma spostarmi nel tempo per vivere il passato del mio pianeta.

Sentii un odore strano e mi avvicinai ai due uomini che mi fissavano. Annusai il collo a Giuseppe, scesi lungo il petto e poi verso l'ascella. Gli alzi il braccio e scopri che anche li aveva del pelo. Feci lo stesso con Alessandro. Ero seduto a cavancioni sopra di lui e iniziai a leccargli l'ascella pelosa. Volevo capire. Perchè tutto quel pelo? Perchè quello strano odore? Nel mio pianeta non emaniamo odori. Siamo freddi. Quei due uomini invece emanavano anche calore. Gli dissi che ero venuto solo per scoprire come sono fatti, non ero pericoloso, ma solo curioso di scoprire il loro mondo ora. Mi rimisi in piedi e chiesi loro di alzarsi.
Ubbidirono.

Non appena furono eretti in piedi, mi spaventai e mi inginocchiai a terra. Erano armati. Dentro quei pantaloncini c'era sicuramente un arma ed era puntata verso di me. Li implorai di non uccidermi ed entrambi si scambiarono un occhiata di sorpresa mista ad incomprensione. Stringevo le loro caviglie e gli guardavo dal basso verso l'alto. Avevo gli occhi lucidi e sospiraro. Dissi loro di riporre le armi che tenevano dentro i pantaloncini e li capirono. Cercarono di spiegarmi che non erano armati ma io non ci credevo. Così poco dopo si abbassarono entrambi i pantaloncini ed io chiusi gli occhi.
Non successe nulla, superai il timore e riaprii gli occhi. Loro due stavano la in piedi davanti a me. Mollai la presa delle loro caviglie e mi fissai a guardarli. Tolti i pantaloncini, riuscivo a vedergli il membro. Ma erano strani. Ricoperti di pelo, gonfi e duri. Stavano eretti verso su puntando nella mia direzione. Con incertezza guardai il mio. Il mio era piccolo, morbido e liscio. L'esatto opposto del loro! Quale strano tipo di malformità avevano contratto? Non sapevano cosa rispondermi. Per loro era la normalità. Incuriosito mi avvicino con il mio e li scruto attentamente. Li tocco, li annuso. Anche il loro membro aveva lo stesso odore del resto del corpo. Li guardo senza capire. Perchè quel membro stava li duro? come facevano a vivere tenendo quella cosa dura sempre tra le gambe?
Ad i miei interrogativi sembrava esistessero risposte palesi, ma che io non capivo.

Mi spiegarono che servono per riprodursi. Loro infilano quel membro dentro un altro corpo umano e lo inseminano. Era pazzesco. Ero curioso. Ripensavo a come c riproduciamo nel nostro paese e lo trovavo una cosa affascinante. E poi, se coglievo l'occasione, potevo essere il primo della mia specie ad essere fecondato da un umano. Immaginavo già la mia fama ed il mio successo una volta tornato in patria. Dovevo farlo. Era una svolta per la mia vita.

Afferai i due mebri (che loro chiamano "cazzo") e chiesi se uno dei due poteva fecondarmi. Si guardarono un attimo in silenzio e poi, cn un sorriso furbo, Alessandro mi dice che per aver più possibilità di fecondazione, potevo usarli entrambi. 

Ero al settimo cielo, dissi però che non sapevo cosa fare. Mi risposero che non dovevo preoccuparmie  avrebbero pensato a tutto loro. Alessandro si avvicinò e mi mise il cazzo nella bocca, in un attimo la mia bocca si riempi di un gusto strano, quasi salato, che mi piaceva. Succhiavo quel cazzo nella speranza di estrarne il succo. Volevo diventare qualcuno. Giuseppe intanto aveva infilato la testa tra le mie natiche ed aveva iniziato a leccarmi il buco del culo. La sua lingua creava cerchi intorno a quel buchetto, con la punta provava a penetrarmi. Mi piaceva, stavo provando sensazioni, sensazioni che non avevo mai provato. Il loro calore preveva contro la mia pelle. Era un esperienza straordinaria. Sentivo le dita di Giuseppe solleticare il mio buchetto del tutto bagnato mentre Alessandro mi teneva la testa contro il suo cazzo e mi diceva di "mangiare tutto il suo uccellone" mentre me lo infilava ripretutamente in gola.

Feci un enorme sussulto quando sentii il dito di Giuseppe entrare nel mio buchetto. Intimoriti si bloccarono. Alessandro mi chiese se ero mai stato penetrato nel buchetto e dissi innocentemente di no. Mi spiego che loro oltre che dalla bocca riescono a fecondare anche dal culo. Annui soddisfatto delle nuove nozioni accuisite e ricominciai a succhiargli "l'uccellone".
Alessandro disse a Giuseppe di far cambio, se ero ancora vergine, allora sarebbe stato compito suo fecondarmi dal culo in quanto più grande tra i due (quante strane regole hanno gli abitanti della terra). Ero messo a novanta e avevo appena iniziato a succhiare Giuseppe quando il cazzone duro di Alessandro inizio ad entrare pian piano nel mio buco. Credevo di morire. Mi si stava squarciando il culo. Cercai di impedirglielo ma Giuseppe mi bloccò la testa tra le sue gambe e mi schiffò in bocca il suo uccello. Alessandro spinse finchè non entro tutto. Gridai, ma l'urlo fu soffocato dalla bocca piena di cazzo. Poi Alessandro iniziò a scoparmi con voracità. Anche Giuseppe iniziò a scoparmi la bocca. Ero immobile. Combatutto tra sensazioni di dolore e  piacere. Poco a poco xò il dolore scemò e rimase solo quell'irrefrenabile voglia mai provata di prendere cazzi. Ero eccitato, volevo che i corpi di quei due uomini mi toccassero, mi bagnassero con il loro sudore, mi strofinassero il pelo e mi scaldassero. Entrambi poi si staccarono da me. L'interruzione improvvisa di quel piacere mi mandò nel panico e creò in me una maggiore voglia di cazzo. Si diedero il cambio. Giuseppe mi disse di girarmi a pancia in su e spalancare le gambe. Qunado lo feci, con stupore, scoprii che anche il mio cazzo era diventato gonfio e duro. Non era mai successo, forse questi due uomini animali emanavano qualche tipo di sostanza o aroma che faceva andare in tilt le funzioni del mio corpo.

Alessandro mi infilò tutto il cazzone nella gola e Giuseppe mi scopava il culo. Mentre mi scopava si sdraio sopra di me pressandomi contro il pavimento gelido. Ero tra il freddo delle piastrelle sulla schiena ed il violento calore del suo petto villoso contro il mio petto.

Emanavano gemiti, sudore ed odori. Io non so in che stati ero ridotto, mi sentivo sporco, voglioso di quella forma di vita sconosciuta. Non ero mai sazio.
Alessandro intimò a Giuseppe di scambiarsi nuovamente il posto perchè lui stava per venire. Venire? che voleva dire.
Quando cominciò a penetrarmi Alessandro gridava. Il sudore gli scorreva lungo il viso e sgocciolava sul mio petto. Sembrava furioso. Giuseppe invece mi sbatteva il cazzo sul viso.

D'un tratto Giuseppe mi disse di aprire la bocca. Dal suo membro zampillarono fuori gocce di un liquido denso e caldo. Le prime mi bagnarono le guance, poi si sporse e mi infilò il cazzo in bocca e fini di svuotarlo li. Mi disse di ingoiare per essere fecondato ed io ubbidì. Guardai Alessandro che ancora mi stava scopando, aveva il viso contratto e completamente rosso perlato di sudore. Poi un grido senza suono e dal cazzo che teneva in mano schizzo fuori lo stesso liquido bianco e denso. Mi bagno il petto e poi me lo infilò nel culo anch'egli per finire di svuotarlo. Mi dissero che si chiamava "sborra" quel liquido, ed era grazie a quello che sarei stato fecondato.

La mia missione, iniziata per errore, sembrava esser terminata. Mandai il segnale ad i miei assistenti e mi fecero tornare indietro.

Alessandro e Giuseppe rimasero li a terra sdraiati. Ancora sudati, bagnati e svuotati. Si guardarono e scoppiarono in una risata di soddisfazione mista incredulità.

Io non appena arrivai alla base sul mio pianeta, decisi di correre dal mio Master a raccontargli le mie scoperte. 

 
 
 

ANGELI E DEMONI

Post n°12 pubblicato il 24 Settembre 2012 da Desperation4

Apro lievente gli occhi, nel buio della mia stanza mi era sembrato di vedere una luce passarmi davanti al viso. Buio, è tutto completamente buio. Chiudo gli occhi e mi giro dall'altro lato. Poi minuti dopo, di nuovo quella luce. Li riapro e non mi sembra vero. C'è un ragazzo nella mia stanza, accerchiato da luce. E' alto. Biondo con gli occhi chiari e con un corpo perfetto. Liscio e scolpito. E' coperto solo sul pene da un lembo di seta bianca che riflette la sua luce. Mi agito, accendo la luce e lui è ancora li. Le sue labbra sottili e sensuali iniziano a parlare. Dicono che non mi sto comportando bene. Che il mio corpo non è strumento di lussuria e devo salvare la mia anima. Stavo seduto sul mio letto ipnotizzato dal suo volto. Ascoltavo le parole  che uscivano da quelle labbra che avrei voluto baciare.
Una voce rauca alle mie spalle dice di non essere d'accordo.
Mi volto e vedo un uomo, anch'esso alto ma moro. Occhi scuri e barba incolta. Seguo le linee del suo corpo ed ha un petto villoso, muscoloso. Scendo e vedo che lui sta li nudo. Il suo grosso membro non è coperto da nulla. E' peloso e senza vergogna. I due si guardano male. Si chiamano demone ed angelo mentre discutono su cosa è meglio per il mio corpo e per la mia anima. Poi il demone si accorge che lo straccetto di seta che porta l'angelo si alza sempre più. Probabilmente anche lui è attratto dall'uccello del demone.
Il demone se ne accorge e si avvicina all'angelo. Lo accarezza, gli sussurra parole sul bene e sul male all'orecchio. Gli bacia il collo. L'angelo era chiaramente contrariato ma non riusciva a far niente. Non voleva far nulla per fermare quell'uomo che lo stava portando alla tentazione. Vedo il cazzo del demone strofinarsi sulla coscia dell'angelo ed indurirsi. Era assurdo, ma mi eccitava. Sentivo anche il mio cazzo indurirsi. E quello dell'angelo aveva quasi raggiunto la completa erezione. Il demone gli pizzicava i capezzoli grandi e soffici. Decido di non star li a far lo spettatore e mi avvicino al cazzone ormai bello duro del demone ed inizio a leccarlo.
Succhio con voracità quel frutto del peccato mentre l'angelo è completamente perso sotto le volgari carezze del demone. Mentre sbocchino il demone, do un'occhiata sotto le piccola veste di seta e scopro che anche l'angelo ha un cazzone niente male.
Il demone assiste alla scena e senza dire una parola gli strappa di dosso la pezza di seta e mi invita a succhiarlo anche all'angelo.

Alternavo i due cazzi nella mia bocca. Avevano anche due gusti diversi, uno dolce e l'altro selvaggio. Non sapevo quale scegliere, volevo prenderli entrambi.
Poi il demone mi mette a novanta sul letto e inizia a fottermi. Fa mettere a novanta anche l'angelo e gli infila due dita nel culo. Io e l'angelo c guardiamo ansimanti mentre il demone c fotte in modo diverso. Bacio quelle labbra da prima desiderate e sento che il cazzone del demone non mi sta più sfondando il culo. Ora c sono le sue dita e il piacere maggiore è riservato all'angelo. Gode e soffre, probabilmente è ancora vergine pensavo. Mi alzo e mi metto a pancia in su con le gambe divaricate daavnti alla faccia dell'angelo e mi faccio leccare il buchetto ormai gia aperto dalla forza demoniaca. La sua lingua è delicata e gentile. Fa cerchi intorno a quel buco e lo bacia. Poi una lingua più preotente si aggiunge alla sua. Il demonio aveva preso il sopravvento e leccava  e mordeva con insisteza facendo passare in secondo piano il movimento delicato dell'angelo.

Il demone fa sdraiare l'angelo al centro del letto e mi ordina di cavalcarlo. Prendo il mano quel cazzone liscio e bianco e me lo infilo tutto dentro. Inizio ad andare su e giù con lentezza, ma ben presto il ritmo sarebbe aumentato. Il demone in piedi si godeva la scena e mi schiafeggiava con il suo cazzone succulento. Poi tutto in bocca fino alla gola. Il suo odore era sempre più forte. Soprattutto mentre gli leccavo le palle pelose. Insultava l'angelo. Gli diceva di fottermi sempre più forte e l'angelo obbediva.
Poi il demone mi spinge contro il petto dell'angelo e inizia a scoparmi anche lui. Avevo il bene e il male dentro di me. Due fottiti cazzoni che mi sfondavano il culo. Li sentivo godere ad ogni colpo. Eravamo tutti e tre sudati. Sentivo il demone che da dietro mi prendeva i capezzoli e mi li strizzava. Mi schiaffeggiava il culo come fossi un cavallo al trotto. L'angelo mi baciava e mi accarezzava i capelli. Sensazioni contrastanti viaggiavano lungo il mio corpo. Fremevo sotto le loro mani. Godevo sotto i loro colpi.

Il demone si toglie dal mio culo e ci presenta in faccia il suo cazzone. Noi lo lecchiamo e lo succhiamo. Le nostre lingue si scontrano mentre lecchiamo quella cappellotta calda e bagnata. Poi uno schizzo ci riempe ad entrambi il viso e le bocche. Quel liquido caldo ed infernale sembrava non smettere. Da quel cazzone usciva sborra calda a litri. Ci lechciamo a vicenda la sborra sul viso, mentre quel cazzone ancora sbatteva sulle nostre bocche. Mi rimetto in posizione eretta ancora seduto sopra il cazzo dell'angelo. La sborra mi colava lungo il viso ed il collo. Il demone mi lecca i capezzoli. Li solletica, li bagna. Mi fa godere. Ancora saltando sopra l'uccello dell'angelo inzio a schizzargli sul petto liscio e bagnato. Ora bagnato anche di me. Il demone ride e accarezza i capelli biondi dell'angelo. L'angelo contrare il viso in una smorfia di dolore, piacere, sorpresa e il mio culo viene riempito di sborra calda. Il demone gli tira fuori l'uccello, gli lecca la cappella e mi infila dentro il culo due dita.
Quando le tira fuori erano piene della sborra dell'angelo. Le lecca e poi infila la lingua nel mio culo. Lo sento scavare dentro di me. Evidentemente non aveva mai assaportao un sborra dal gusto angelico.

L'angelo chiude gli occhi ancora sotto di me, io mi sdraio su di lui e gli chiudo anch'io. Poi un peso su di me, il demone si era sdraiato su di me. Sentivo il suo petto villoso contro la mia schiena e il suo cazzone peloso, ora sfloscio, contro il mio culo. Poi il buio.
La mattina mi sveglio con questo ricordo. Ma non c'è nessuno nel letto con me. Sono nudo. Non ricordo neppure com'ero e se ero vestito quando sono andato a letto. Probabilmente è stato solo un sogno dovuto al troppo alcol della sera precedente. Ma l'idea di avere il bene ed il male dentro di me mi stuzzicava parecchio. Inizio a toccarmi e mi masturbo pensando a quei corpi, a quelle due figure fantastiche, a quell'angelo ed a quel demone, a quei due uomini. 

 
 
 

HO DETTO AMATO, NEPPURE ME NE SON RESO CONTO.

Post n°11 pubblicato il 16 Settembre 2012 da Desperation4

La mia schiena era bloccata sul muro mentre lui mi baciava con ardente forza. Sentivo le sue mani su tutto il mio corpo, carezze, pizzicotti, strette forti, tutto per farmi eccitare. Non serviva a niente. A me bastava guardare quel ragazzo per eccitarmi. Emanava sesso. Qualsiasi movimento o parola a me faceva esplodere un fuoco dentro che non riuscivo a spegnere. La sua lingua era vogliosa di scoprire ogni angolo della mia bocca, scavava a fondo, faceva l'amore con la mia lingua. Poi si spostava e mi leccava le labbra. Mi baciava le guance, saliva agl'occhi e poi scendeva verso il collo. I suoi baci mi facevano impazzire. Quella lingua sembrava esperta anche se sapevo bene che non aveva baciato più di una persona prima di me. La sua corsa non si placcava. Quella punta bagnata aveva percorso tutto il mio collo crenadomi brividi, poi continuato lungo il petto e si era soffermata sui capezzoli. Li leccava, li succhiava. Una mano giocava con il capezzolo momentaneamente escluso ma era ugualemnte eccitante. E poi di nuovo in viaggio verso il sud. Lungo le costole, l'ombelico ed il cazzo. Leccava delicatamente il tronco, poi sempre più verso la cappella e poi di nuovo il tronco. Dall'alto vedevo questo ragazzo inginocchiato a terra. I suoi capelli neri molto corti e quella sua testa di una forma perfetta. La lingua mi solleticava le palle ma ancora non sembrava aver raggiunto la sua meta. Le sue mani mi accarezzavano e stringevano alternando il dolce al violento. Ed ora la sua testa stava scomparendo tra le mie gambe. La lingua aveva raggiunto il suo obiettivo. Sentivo il buco del mio culo bagnarsi, rilassarsi ed iniziare a godore. Con un gesto sicuro mi mise una gamba sopra la sua spalla mentre continuava la limonata con il mio buchetto. Sembrava piacergli e sembrava piacere anche a me. Stavo in piedi contro quel muro. La mia schiena si stava graffiando ma non me ne importava. Faceva parte del tutto. La mia gamba accarezzava quella schiena liscia, abbronzata e per me perfetta. E lui mi stava facendo godere da matti cn quella sua lingua vorace. La sua barba pizzicava tra le mie chiappe ma il vigore con cui mi stava leccando mi stava facendo impazzire. Gli tenevo la testa affinchè lui andasse sempre più a fondo. Inizio ad infilarmi anche due dita e io cominciai lentamente ad ansimare di piacere. 

Quando si rialzò mi bacio cn la stessa passione con cui baciava il mio culo. Era ingordo e voglioso. Le sue mani curiose non smettevano di scoprire il mio corpo. Il suo cazzo era duro come il mio e si strofinavano l'uno con l'altro. Lo guardai in quei suoi occhi castani con sfumature gialle ed intrapresi lo stesso suo viaggio con la lingua. Adoravo il sapore salato della sua pelle. Quel busto tonico ma non muscoloso, il pelo nero, i capezzoli scuri e morbidi se non stimolati e quella striscetta di peli che ti conduceva all'ambito tesoro.
Il suo uccello era duro. Non era abituato a queste situazioni "sconvenienti" e tutto ciò lo eccitava fuori misura. Aveva un tronco leggermente curvato verso l'alto, bianco latte in contrasto con il resto del corpo che era abbronzato da vero ragazzo di origini meridionali, e la sua cappella era perfetta. Rosa, tonda ed invitante. Aveveva pelo nero perchè non gli piaceva depilarsi il cazzo. E a me piaceva. Piaceva leccargli lentamente tutta la lunghezza del suo pisello, baciargli dolcemente la cappella e bagnargliela con la punta della lingua. Leccare la fessuretta da dove poi uscirà il suo godimento liquido e poi me lo infilai tutto in gola. Lo volevo tutto dentro di me e succhiavo, succhiavo. Mi stavano lacrimando anche gli occhi da quanta foga c stavo mettendo. E a lui piaceva. Forse non glielo avevano mai succhiato così bene. Gli massaggiavo le palle con la mano e lui non sapeva più che fare. Era in estasi. Stava in piedi davanti a me inginocchiato e riusciva solo ad ansimare.

Quando mi rialzai, ripresi la mia posizione. Schiena contro il muro. Occhi negli occhi. Eravamo alti uguali. C baciavamo. Stringiavamo l'uno all'altro. Gli leccai l'orecchio e poi gli sussurrai: "Ora scopami". Lui impazzì.  Rapidamente mi sollevò entrambe le gambe, che io cinsi intorno alla sua schiena. La mia schienta invece stava sempre più prepotentemente contro quel muro che oramai era diventato caldo. Sentivo il suo cazzo strofinarmi e premere contro il mio buco. Poi riuscì ad entrare ed io iniziai a godere. Desideravo troppo esser sbattuto da lui. Mi faceva sentire desiderato. I suoi colpi diventavano sempre più sicuri e decisi. Adoravo la sua forza, non credevo ne avesse cosi tanta sulle braccia e sul cazzo. Faceva calcio e palestra ma non dava l'idea di uno muscoloso. Continuavo a leccarlo, la sua pelle era sempre piu salata. Aveva la fronte imperlata di sudore. Sentivo le gocce che scendevano anche lungo la sua nuca dove io mi tenevo a braccia incrociate. I nostri petti bagnati si trofinavano tra loro e il suo cazzo stava aprendo il mio culo facendo salire in me un'eccitazione violenta.

Scesi da lui e lo spinsi a sedersi su una sedia. Mi misi a cavalcioni su di lui e mi ficcai il su cazzo duro e bagnato nel culo e iniziai a cavalcarlo. Saltavo senza sosta, ero voglioso, volevo quel cazzo, volevo quel piacere, volevo lui. Lo guardavo negli occhi mentre desideravo farlo godere. Lui mi stringeva le natiche seguendo il movineto del mio corpo. La sua bocca chiedeva baci, i suoi occhi esprimevano estasi ed i nostri corpi erano completamente sudati. Spinsi la sua testa contro i miei capezzoli e lui capi subito che andavano leccati. Gli baciavo i capelli mentre lui faceva ciò che avevo tacitamente richiesto.
Il mio cazzo si stava strofinando con vigore sui suoi dolci addominali e mi mancava poco per venire.
Distolsi la sua attenzione dai miei capezzoli, con una mano gli tenevo il collo mentre lo baciavo come forse non avevo mai baciato nessuno prima. Poi un fiume di sborra calda inizio a scorrere da dentro il mio cazzo, fino a sfociare sul suo addome. Le sue mani adesso premevano la mia testa contro la sua e la sua lingua non smetteva di amare la mia, come il suo cazzo non smetteva di scoparmi. Ero stravolto e felice, mi faceva ancora godere. Gli leccavo l'orecchio e sussurravo il suo nome, solo il suo nome, nulla di più. Mi piaceva il suono che aveva nella mia bocca, in quel moemnto, nel suo orecchio.
Poi la sua mano destra impiantò le unghie sulla mia schiena. La sua bocca si aprì in un gemito più forte e la sua mano sinistra estrasse il suo fallo perfetto dal mio culo che iniziò subito a schizzare calore liquido su tutto il mio culo. Sentivo i rivoletti caldi scorrermi lungo le cosce. Ora eravamo entrambi bagnati di sborra, di sudore, di voglie represse finalmente soddisfatte, di saliva e di baci.

Sapevo già che sarebbe successo solo quella volta e poi tutto sarebbe caduto nella più tranquilla quotidianità, nell'ignoranza della gente sulla nostra storia, nelle supposizioni guardandoci ma mai confermate e nel rapporto d'amicizia fraterna apparentemente normale.
Ma mi è bastato amare quel ragazzo della mia età, da troppo tempo desiderato, almeno una volta.

Ho detto amato, neppure me ne son reso conto.  

 
 
 
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