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PARTE PRIMA
Oggi, 29 novembre 2011, si è s volta la conferenza del professor Nino Dejosso, sul tema “ La mia Sardegna. Itinerari di viaggio fra civiltà e ambiente. La rivolta di Pratobello e il muralismo di Orgosolo”. Il sottofondo musicale della prima diapositiva era costituito dal brano “Mere manna”, cantato da Piero Marras. E questa e la traduzione del testo dal logudorese. “Grande madre, madre mia, che novità quest’anno? Per favore portati via questo sonno pieno d’angoscia. Ubriacalo questo mondo, fa che scenda (dal cielo) acquavite e che tutta questa gente balli il ballo tondo per un’intera settimana. Piccola rondine, dimmelo se a primavera verrai da lontano a inventare il mattino. Grande madre, madre mia, scendi adesso dal cielo, così ti renderai conto se il mondo è veramente pazzo. Noi continuiamo a suonare col sangue contento. Non lasciarlo invecchiare, o madre mia, questo momento. Noi continuiamo a suonare.” Dopo la lettura di questa traduzione la conferenzaa è iniziata con lo sviluppo della prima parte, quella relativa ai fatti di Pratobello. Orgosolo è un paese che si trova a 620m. di altitudine, con una superficie di 223,66 km² e una popolazione di 4.418 abitanti. I Comuni confinanti sono Dorgali, Fonni, Mamoiada, Nuoro, Oliena, Talana (OG), Urzulei(OG) e Villagrande Strisaili (OG). Ma quale linguaggio si parla ad Orgosolo? Per chi volesse approfondire esiste il testo “Elementi di Grammatica Orgolesa”, redatto dal Prof. Heinz Jurgen Wolf, riveduto e corretto dalla Dott.ssa Angelina Salvai. Il professor Wolf (Dusseldorf 1936), già ordinario di Linguistica Romanza nell'Università di Bonn dal 1974, ha redatto numerosi lavori sulle lingue romanze e in particolare sulla fonetica storica, la formazione delle parole, la dialettologia e la toponomastica. Dal 1983 ha rivolto la sua attenzione anche al sardo. La dottoressa Salvai è responsabile dello sportello linguistico dei Comuni di Mamoida e Orgosolo. Orgosolo linguisticamente è ricompresa nell’area logudoresa o barbaricina settentrionale, denominata anche del gruppo Fonni-Ollolai, che comprende unicamente i seguenti comuni: Ovodda, Lodine, Gavoi, Fonni, Mamoiada, Olzai, Ollolai, Oliena , Orgosolo. Si tratta di un gruppo di parlate altamente distintive a causa di alcuni esiti consonantici e di un lessico molto particolare. Una caratteristica di questa parlata è l'occlusiva glottidale sorda, chiamata comunemente colpo di glottide. Un colpo di glottide è realizzato quando le corde vocali si chiudono bruscamente per fermare il flusso dell'aria e immediatamente dopo vengono riaperte. Il colpo di glottide ricorda lo ”hamza” arabo, ma è conosciuto anche in tedesco e in altri sistemi europei, ad es. nel “cockney” di Londra. “Hamza” è il nome dato dagli Arabi a un caratteristico suono articolato, profondamente gutturale, rappresentato con apposita lettera nel loro alfabeto. È propriamente la consonante occlusiva laringale, internazionalmente nota anche col nome danese di “stöd”, con quello inglese di “glottal stop” e con quello francese di “coup de glotte”. “Cockney” è un termine inglese che può essere riferito sia alla classe proletaria di Londra, in particolare della zona Est, sia al dialetto parlato da quelle persone. La zona geografica cui si riferisce il termine si estende tradizionalmente attorno alla chiesa di St Mary-le-Bow nella City. Si diceva che un vero “cockney” fosse qualcuno nato in un luogo da cui si potevano sentire le sue campane. Quella di queste zone, Mamoiada, Orgosolo, Ovodda, Dorgali è una lingua pastorale. Per dire “strizzare i panni” si usa l’espressione “murghere sos pannos”. A quelle persone che insistono nel loro argomento e non si accorgono che il loro atteggiamento è inutile e impossibile, si rivolge l’espressione “A pistàre sa perda in sa bertula” (Pestare il sasso nella bisaccia). E poi c’è un proverbio, “unu diciu ” che afferma:” Mezzu muzzere morta che caddu”, a testimoniare l’importanza del cavallo nella vita del pastore e la perdita gravissima che rappresenterebbe per lui, mentre procurarsi una nuova moglie costerebbe certo molto di meno. Il paese di Orgosolo sorge ai piedi del monte Lisorgoni (m. 978), in una conca ricca di sorgenti. Da ciò, secondo l’opinione di alcuni studiosi è nato il suo nome, che si rifarebbe alla radice paleosarda "orgosa", luogo umido e acquitrinoso, con molte sorgenti. È uno dei più estesi territori della provincia di Nuoro e vanta quasi 23 mila ettari di territorio . Pratobello è un nome che in Sardegna evoca una storia particolare. I più giovani l’hanno conosciuta probabilmente grazie ad una canzone dei Kenze Neke (lett. "senza colpa“), in realtà cover di un canto popolare del tenore Nicolò Giuseppe Rubanu. Chi ha qualche anno in più, quei giorni probabilmente li ha vissuti in prima persona. E ne porta un ricordo indelebile. Ad oggi sono passati quarantadue anni. Ecco il testo del brano. Orgòsolo pro terra de bandidos Pratobello Orgosolo come terra di banditi
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