Creato da LaDonnaCamel il 16/09/2006
Il diario intimo della Donna Camèl con l'accento sulla èl
 

Messaggi di Giugno 2015

Si è sempre quello che si è

Post n°985 pubblicato il 27 Giugno 2015 da LaDonnaCamel
 
Tag: nutria

Questa marzullata del titolo m'è venuta in mente oggi, tornando dalla pedalata.
Nell'ultimo anno confesso che non avevo più toccato la bici, e nell'ultimo mese a maggior ragione, visto che mi sto dando un gran da fare per il Joomla! Festival: a casa mia lo sanno anche i gatti, non sto lì a tediarti.

nutria e piedi

Ma stamattina ho finito di preparare le slide del mio intervento, che brava che sono stata. Non ho nemmeno perso troppo la calma per aver dovuto rifare metà del lavoro di ieri sera causa scompisciamento del template.

nutria e piedi

Dunque avevo diritto a un bonus, un coupon, un premio di produzione. Stai già cominciando a indovinare?
La bici era in perfetta forma, l'altra settimana l'aveva usata un amico che avevo qui come ospite e mi aveva gonfiato bene le gomme e perfino ingrassato la catena, filava via come se piovesse.

nutria e piedi

Ma invece non pioveva, c'era caldo ma non troppo, difatti s'è potuto pedalare alle due del pomerggio e poi essere qui a raccontarlo. Come ti dicevo, se tu mi conosci, o conosci questo blog da un po' di tempo, saprai che questo posto è sul naviglio Martesana, e quell'animaletto che ho tra i piedi è una nutra. La mia nutria? Forse.

nutria e piedi

Dunque la nutria c'è. È ancora là.
Non ci contavo. Avevo letto e sentito dire che le volevano sterminare. Al telegiornale della Lombardia dicevano che c'erano i cacciatori pronti a fare una carneficina, una strage. La mattanza della nutria, che è diventato il nemico numero uno dell'amministrazione regionale. Sarà Maroni?

nutria e piedi

Io poi non stavo nemmeno andando lì. Stavo andando per la verità al mercatino delle cose fatte a mano che c'è davanti all'anfiteatro, mi aveva chiamato apposta un mio amico. E ci sono andata, ma il mio amico si era allontanato un momento, succede. C'era la sua compagna, ci siamo salutate: fanno cose carine, magliette e borse dipinte a mano.

Prima di tornare a casa, per scaramanzia, sono passata a vedere. Non ci contavo. Mi son seduta sull'argine per guardare giù. L'acqua trasparente, il fondo bello pulito. Questa amministrazione per l'Expo ha valorizzato le vie d'acqua, han fatto bene: il comune è bravo, la regione è cattiva. Stasera metteranno giù i lumini, me l'ha detto la ragazza della bancarella, li faranno navigare come sulla darsena, ma più bello.

Ero così soprapensiero che non l'ho nemmeno vista arrivare. Ancora un po' e mi schizzava i piedi per chiamarmi, l'avresti detto?

Io no ma sono stata contenta. Vedi che avevo ragione? La nutria. E anche io. Si è sempre quello che si è.

 

 
 
 

La consapevolezza digitale

Post n°984 pubblicato il 16 Giugno 2015 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Questa è la mia conferenza. Mi è stata affidata e la sto organizzando con tutto il mio impegno. Ho invitato i relatori, ho seguito l'agenda, sto scrivendo la comunicazione e la sto divulgando alle scuole e agli enti interessati. Ho scritto il progetto, ho pensato a tutto. Ma la cosa più difficile per me, già lo so, sarà presentarlo davanti a tutte le persone che verranno apposta, il 4 luglio a Milano, verranno a sentire cosa avrò da dire sull'argomento. Di cose ce ne sono a bizzeffe, ma un conto è scriverle, un conto è raccontarle con naturale scioltezza, con competente semplicità, insomma, bene.
Non dovrebbe essere difficile, si tratta del brodo in cui ho galleggiato negli ultimi diciotto anni, più o meno, dell'aria che ho respirato, della luce che ha ingrigito il mio incarnato. Le mie gioie e i miei dolori, i miei giochi e i miei lavori. Per quanto riguarda internet anche tu che mi stai leggendo, qui e adesso, ne sei in qualche modo coinvolto. Per quanto riguarda le altre cose forse meno, o forse più. Di sicuro, ormai sono molto pochi quelli che ne sono fuori.

II principio ispiratore del progetto è la promozione di una cultura di consapevolezza sull'uso dei media digitali, dal computer alle nuove apparecchiature che accompagnano ogni minuto della nostra giornata, notte compresa, mantenendoci connessi a internet in continuazione.
La missione che gli uomini e le donne che si occupano di consapevolezza digitale si sono dati è quella di aumentare la conoscenza di tutti i soggetti coinvolti: i genitori, i ragazzi, gli insegnanti.

La prevenzione comincia dall'educazione.

L'obiettivo del progetto Consapevolezza Digitale è informare genitori, supportare gli insegnanti e educare gli allievi attraverso conferenze pubbliche, interventi nelle scuole e divulgazione sul web.
Se sei insegnante o genitore e vuoi informazioni per la scuola dove lavori o per la scuola di tuo figlio, scrivimi: sono io che mi occupo dell'organizzazione del progetto.
Se vuoi assistere alla prossima conferenza che si terrà il 4 luglio nel Joomla! Festival, iscriviti a questo link: è gratuita e aperta a tutti. Se vuoi sapere chi ci sarà e cosa dirà puoi leggere l'agenda, è ancora provvisoria ma ci siamo quasi. E poi dimmi in bocca al lupo.

 

 
 
 

Fare il pilota è sempre meglio che lavorare

Post n°983 pubblicato il 14 Giugno 2015 da LaDonnaCamel
 
Foto di LaDonnaCamel

Stamattina pur di non lavorare farei qualsiasi cosa. Del resto è domenica, basta lavorare!
Leggere il feed dei blog che seguo e raccontarlo sul blog mio è lavorare?
Per esempio ho appena letto su Rivista Studio un pezzo sulla futura capacità dei computer di comprendere le metafore, la poesia e tutte quelle ambiguità che caratterizzano la comunicazione tra esseri umani. Per computer l'articolo intende google, infatti dice anche che "a Google & Co. interessa perlopiù perché sarebbe un business inestimabile."
Questo discorso mi ha messo in moto una serie di associazioni correlate tra loro, la prima è proprio il fatto che Google  ragiona per associazioni tra termini e non per interpretazioni: l'ha detto ieri Stefano Torselli al corso SEO full immersion (ho avuto la fortuna di seguire la seconda parte, molto interessante).
Stefano ha detto anche che per aiutare l'indicizzazione è utile proprio eliminare le ambiguità, disambiguare quindi: chissà se anche lui segue il blog della professoressa Cosenza che si chiama proprio disambiguando: io sì, infatti ci ho letto poco fa che quella di Umberto Eco è stata una trollata bella e buona, io credo che sia proprio così, una specie di vendetta contro le domande stupide di certi intervistatori. Grande Umbertone.
Un consiglio per capire se stiamo disambiguando abbastanza è dare in pasto il testo al traduttore automatico di google: se il risultato nell'altra lingua ha lo stesso significato di quello che volevamo dire, allora siamo a posto.

Ho sentito che se chiedi a Siri che verso fa la volpe, e lo chiedi più volte di fila, è capace di risponderti che è un segreto tanto quanto è un mistero il perché se la mucca fa mu il merlo non fa me. Quando l'ho sentita la prima volta sono rimasta estasiata, un po' meno quando mi hanno spiegato che quello della volpe è un modo dire tratto da una filastrocca anglofona che si potrebbe paragonare alla nostra canzoncina del coccodrillo come fa, non ce nessuno che lo sa. Insomma, non è che Siri abbia uno spiccato senso dell'umorismo nativo, anche per lei vale l'algoritmo delle associazioni, a partire dalla lingua inglese che ha lo strapotere sui processi di ragionamento delle macchine

Ho sentito anche che è facilissimo rubare l'identità di WhatsApp a qualcuno avendo in mano per pochi minuti il suo telefonino: l'ha detto Paolo Attivissimo e io sul blog della consapevolezza digitale l'ho citato, personalizzando la situazione nel caso degli adolescenti. A pensarci su un brividino mi percorre la schiena.

 
 
 

Di mostri e di amici

Post n°982 pubblicato il 10 Giugno 2015 da LaDonnaCamel
 

Sembra tutto sotto tono, il personaggio principale, la vicenda, anche la scrttura sembra voler restare ai margini, come qualcuno che non vuole farsi notare, chissà perché. E lui, Riccardo Berio, non brilla certo per simpatia, all'inizio si fa anche un po' fatica a trovargli una ragione di esistere.
Poi non so cosa succedMostroe, a poco a poco si comincia a colorare, a prendere spessore, a giustificare anche quel suo modo scostante, poco socievole come minimo, che non cerca comprensione o benevolenza. Cosa cerca Riccardo Berio? Perché ha deciso di raccontare la sua storia per intero? Bè, non sarò io a dirtelo, non posso altrimenti Matteo Ferrario, che è mio amico, o Giorgio Pozzi, che conosco di vista, mi fanno nera! Meglio se ti leggi il libro, te lo consiglio.

"Oggi andrà all’asta la villetta bifamiliare dell’hinterland milanese in cui più di sette anni fa, il 26 agosto del 2005, venni arrestato con l’accusa di duplice omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.
Questo significa che quando uscirò dal carcere – fra sconti di pena e buona condotta passeranno poco più di dieci anni – non avrò un posto dove tornare, nemmeno la casa in cui ho trascorso i primi quarant’anni della mia vita.
Non che me ne importi, a questo punto. Anzi, se fosse per me la soluzione migliore sarebbe quella di restarmene qui dentro, dove al termine dei tre anni di isolamento stabiliti dal giudice sono riuscito persino a imparare un mestiere e a dare qualcosa di simile a un ritmo alla mia esistenza quotidiana.
Ma un giorno mi toccherà tornare là fuori. Vedo quel momento avvicinarsi con il terrore che ho sempre avuto per il mondo esterno.
La vita mi fa paura, le persone mi fanno paura, da sempre.
Non è una cosa buffa, detta da uno come me?
Il mio nome è Riccardo Berio. A molti di voi non dirà nulla, perché è passato un po’ di tempo da quando mi dedicavano paginate intere, interrogandosi sulla fine che possono fare i giovani rimasti in provincia – come se un quarantenne fosse un giovane, Cristo santo [...].

Matteo Ferrario, Il mostro dell’hinterland
Isbn: 9788898605194
Fernandel Editore

 
 
 

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