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MATERA BY NIGHT

Le suggestive foto dei Sassi che vedete in questo box sono state scattate da Gerardo Fornataro, che mi onora della possibilità di arricchire e valorizzare il mio blog con i suoi lavori.
Grazie Gerardo.


































































































 
 

 

Foto con sorpresa... volante!

Ogni tanto ricompaio... o meglio, per rimanere in tema con questo post... vengo avvistato

Domenica 27 dicembre, come è ormai mia consuetudine da un paio di mesi a questa parte, mi sono messo in macchina e sono partito alla volta dei comuni limitrofi per fare qualche foto da candidare al concorso. La destinazione di quella prima parte della mattinata era la cittadina di Montescaglioso, a soli 18 km da Matera. Trascorsa qualche ora lì, mi sono spostato a Ginosa (Ta) per poi tornare a casa per il pranzo.

Alcuni giorni dopo ho iniziato a dare un'occhiata agli scatti di quel giorno, che nel frattempo avevo messo da parte, ed una foto, ad un certo punto, attira la mia attenzione.
E' una panoramica, o meglio, è una porzione di una panoramica, ovvero una foto facente parte di una serie di scatti successivi, che in seguito verranno uniti tra loro con un apposito programma per formare un'unica immagine; è la tecnica dello stitch.
Nel cielo di questa immagine appare un punto nero. Eccola qua:

Ufo su Montescaglioso?


Lo ingrandisco e non sembra un uccello. Troppo grande, troppa la distanza, si vede chiaramente che quel punto nero è dietro al campanile... un aereo? Un elicottero? Boh... un ufo si direbbe, nel termine più preciso del termine:  
Unidentified Flying Object
(oggetto volante non identificato).

Un oggetto sicuramente non identificato.

Intanto oggi la Gazzetta del Mezzogiorno è uscita con un articolo in merito a questo avvistamento, con gli ingrandimenti della foto e la mia intervista , lo linko qui.

Negli ultimi minuti la notizia è stata ripresa anche da un sito di ufologia, qui.

Aldilà delle facili conclusioni, cosa sia davvero quell'oggetto non lo saprà mai nessuno, potrebbe rivelarsi anche qualcosa di banale, ma questo episodio, che sicuramente ricorderò a lungo, mi da l'occasione per farvi una domanda che avrei voluto porvi da tempo:

ma voi agli extraterrestri ci credete?

 

Io? 
Troppo grande l'universo, infinite le possibilità,
come possiamo credere di essere l'unica forma di vita? 

 

Ciao alla prossima!!!!


 
 
 

Auguri!

Post n°416 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da mizar_s_light

Ebbene si, ci sono ancora


Tanti auguri a tutti voi

 

 

Giuseppe

 

Aggiornamento dell'ultimo dell'anno:


I risultati dell'ultimo scrutinio sono stati un po' deludenti, mi aspettavo qualcosa in più, ma smaltita la delusione e liberatomi dello sconforto sto continuando con nuova forza. Domani comincia il nuovo scrutinio per le foto candidate a dicembre, ed io incrocio le dita

Se vi va di dare un'occhiata agli utimi scatti del 2009 cliccate su questo link.

Buon 2010 a tutti voi... non vi dimentico, neanche uno!

 
 
 

La masseria San Francesco

Il mio giro per le masserie fortificate della zona mi sta portando in luoghi fin'ora sconosciuti, ognuno con la sua storia, ognuno con le sue leggende, che affondano le radici in un tempo lontano.
Un tempo di eminenze, di nobili e di borghesi, di contadini e di briganti, di unificazione, e talvolta, colonizzazione.

Se la masseria Selva Malvezzi, visitata qualche settimana fa, s'era tinta d'un macabro grigio di mistero dopo il racconto del cercatore di funghi, quella che ho visitato lo scorso sabato non ha bisogno di narratori improvvisati perché la sua leggenda, e la sua storia triste, ce l'ha già.

E' la masseria San Francesco, il cui nucleo originario risale al 1600.
Ex grancia dei frati francescani, passò al demanio in seguito alle leggi napoleoniche del 1800 e poi tra le mani di diverse famiglie locali fino ai Gattini, attuali proprietari. (Qui maggiori informazioni)

Masseria fortificata San Francesco, com'era

Immagine da www.mondimedievali.net 
Tratta da Masserie fortificate del Materano - Mario Tommaselli - Roma 1986

 

Masseria fortificata San Francesco - com'è oggi


Questa la leggenda che la riguarda: (FONTE: Consiglio Regionale di Basilicata)

Nei pressi del castello-masseria di San Francesco viveva un padre che aveva due figli: Giacomo e Giovanni; l’uno era buono di cuore e bello di viso, l’altro maligno e sfaticato.Il padre si raccomandava sempre che si amassero e si aiutassero a vicenda ma Giovanni troppo invidiava il fratello buono per corrispondere al desiderio del genitore. Quando questi morì, il figliolo onesto si mise a lavorare senza tregua e nel giro di due tre anni racimolò una discreta fortuna; l’altro, invece, che trascorreva il tempo tra la piazza e l’osteria, si ridusse ben presto in miseria e cominciò a chiedere soldi a questo e a quello e soprattutto a Giacomo.

Una sera andò in casa di costui in campagna e poiché il fratello maggiore tentennava e non si fidava delle promesse di restituzione, Giovanni, accecato dall’ira, afferrò la paletta del braciere e lo uccise.

Quando il giorno dopo i guardiani della masseria scoprirono il cadavere, rimasero inorriditi dalla ferocia con cui era stato massacrato il loro padrone; corsero in paese a denunciare il misfatto e poi provvidero pietosamente a sistemare nella cassa il povero Giacomo e a portarlo al cimitero.

Per identificare l’assassino furono interrogati mezzadri e massari di Matera, Montescaglioso e Miglionico, ma nessuno seppe dare un indizio.

Una notte, mentre alcuni contadini scendevano per un tratturo che costeggiava il luogo dov’era stato commesso l’omicidio, avvertirono un curioso rumore e intravidero un essere senza forma che si agitava sull’aia. Là per là restarono senza fiato, credendo che si trattasse di un demonio; poi si fecero coraggio e andarono a vedere chi fosse. Non appena gli furono a tiro scoprirono un grifone che con voce lamentosa diceva:

“Per l’amore dell’uccello grifone
mio fratello è stato il traditore”.

Non appena udirono queste parole, si fecero il segno di croce per la paura e a gambe levate scapparono dall’aia.

Ma anche a mezzo miglio di distanza sentirono ripetere quel lamento e allora capirono che il grifone era l’anima del giovane ucciso che chiedeva vendetta. Si guardarono l’un l’altro incerti sul da fare e infine tutti d’accordo decisero che era meglio tornare in paese, bussare alla porta del giudice e raccontargli i fatti.

I gendarmi arrestarono l’omicida che dapprima cercò di negare e poi, messo alle strette, confessò la colpa, meritandosi il carcere a vita.

Si illudeva, il Caino, di poter sfuggire alla pena solo perché nessuno era stato testimone della sua malazione; ma Dio che è onnipotente e non per nulla vede e provvede, fece un cenno di lassù all’uccello grifone e mise in opera l’umana giustizia.

 

Fin qui la leggenda, ma veniamo ai giorni nostri.
All'interno dell'edificio ci sono diverse scritte ed incisioni di "epoca moderna", i classici  6 ripetuti tre volte, le croci al contrario e via discorrendo.
Più che riconducibili a rituali satanici realmente celebrati in quel luogo, le scritte sembrerebbero opera di fanatici, ragazzini probabilmente, che non hanno trovato nulla di meglio da fare.
Ma c'è dell'altro. Nell'ottobre del 2007, in quel casolare, una ragazza rumena di soli 18 anni fu trovata morta, impiccata con la sua sciarpa.
L'autopsia confermò la morte per soffocamento, quindi il suicidio.
Da quel giorno  le entrate della masseria sono state murate, anche se rimane facile accedere agli ambienti interni essendo crollato parte del muro di cinta.
Certo era difficile per me, mentre giravo attorno e dentro la masseria, non pensare a quella ragazza, perfettamente integrata nel tessuto sociale cittadino (aveva anche un fidanzato materano), che ha scelto quelle mura come scenario dell'estremo gesto. 

E non potevo neanche fare a meno di pensare al comune denominatore riscontrato nella gran parte delle masserie che ho visitato fin'ora, l'abbandono ed il degrado. Questa, come potete vedere dalle foto, è irriconoscibile, e molte altre versano nelle stesse condizioni. Pezzi importanti della storia di un territorio, in grado di proteggere per secoli da malintenzionati e briganti, ma che nulla hanno potuto contro l'incuria ed il tempo.

 

Masseria fortificata San Francesco

 
 
 

Le avventure di Mizar 2 - Il ritorno - II parte

Ovvero: la maledizione del cercatore di funghi  

Accidenti... 
Vista da qui il suo stato di abbandono è ancora più evidente.
Le finestre sono ora buchi scuri e squadrati sulle pareti grige, ora cornici per il cielo grigio/azzurro... ma non erano previste schiarite? 
Poso nuovamente il cavalleto, do un'occhiata in giro e scatto qualche altra foto.

 

Foto 3

Uhm... non è questo il lato che voglio.
Devo andare sul lato opposto,entrando nel giardino interno e superando l'edificio passandogli di fianco.
Ci penso su un attimo, riprendo il telefonino "prende" ... e basta, questa volta.
Ok, provo ad avvicinarmi.
Quando sono ad una decina di metri dall'entrata noto sulla mia destra un piccolo deposito, con due porte alle estremità. E' grande qualche metro quadrato, non di più. Si intravedono delle scritte con vernice rossa. Sbircio al suo interno, so già cosa aspettarmi,
non sarebbe la prima volta del resto.
Invece c'è solo una data, scritta su una delle pareti interne con numeri alti quasi un metro, "1952".
Non c'è nient'altro di interessante qui. Ne esco fuori e noto un uliveto che confina con la masseria sul lato destro, diviso solo da un muretto a secco.
Si, fa proprio al caso mio.
Scavalco il muretto e supero la masseria, passando attraverso un tratto invaso da erba alta e carica d'acqua che costeggia il confine del giardino interno, rimanendo comunque abbastanza lontano, in maniera da poter notare movimenti strani.
In corrispondenza del lato corto della masseria mi fermo nuovamente, il cielo offre timidi squarci di sereno. Scatto un altro paio di foto... oh al diavolo, non sono arrivato fin qui per andar via prorio ora! Poi tutta quella storia è una balla ne sono certo.
Arrivo sul fondo della lama, sul cui costone sorge il complesso, e riprendo a salire il pendio opposto. L'uliveto ha lasciato posto nuovamente alla boscaglia di querce.
Taglio in diagonale portandomi a ridosso del muro perimetrale esterno ed eccola finalmente... è spettrale ma allo stesso tempo affascinante. Sembra creata per il set di un film dell'orrore. Assi di legno ad una delle finestre, porte scardinate. Nessun segno di presenze umane, anche recenti, stato di degrado pressochè totale... Mette i brividi.
Riapro il cavalleto, seleziono il bilanciamento del bianco ottimale, la nitidezza, provo lo zoom... mi tremano un po'le mani... non è una novità. In realtà sono teso come una corda di violino, ma riesco a rimanere concentrato sul display della macchinetta fotografica, dando le spalle alla selva. Le nubi si stanno diradando, ma il sole è basso sull'orizzonte e la luce non è tanta.
Ci sono dei rami spogli nell'inquadratura che non permettono di vedere tutto l'edificio senza elementi di disturbo...

 

Foto 5

...daranno quell'effetto un p'o macabro.

Dopo un po' mi risollevo, per istinto giro la testa alle mie spalle... solo io. Guardo giù, oltre il muretto.
Da lì si che verrebbero delle belle foto
L'inquadratura sarebbe pulita e potrei scattare dal basso verso l'alto, dando l'impressione che sia più grande di quello che in realtà è.
Quando ho ormai deciso di andarci vicno si alza improvvisamente il vento, che prende ad ululare tra i rami semi spogli degli alberi e tra le aperture della masseria. Si sente un tonfo provenire dal suo interno. Sembrerebbe un pezzo di legno caduto per terra. Un asse? Una porta? Un gatto o un topo che ha fatto cadere qualcosa?
Guardo in alto, farà buio in mezz'ora, ed io devo rifare tutta la stradina nel bosco ancora... ho fatto quello che avevo da fare, meglio togliere il disturbo va.
Un po' mi dispiace, ma non ho proprio voglia di fare il temerario, sarà pure una cazzata ma resta il fatto che qui non c'è anima viva per chilometri.
Un ultimo sguardo di timore misto a delusione, e riprendo la strada percorsa all'andata con le orecchie tese a percepire ogni rumore. Il silenzio è rotto ogni tanto solo dagli echi degli spari e dal vento che muove gli alberi.
Arrivo alla macchina, ci faccio un giro attorno, nulla di strano.
Mentre mi rimetto alla guida ripenso a tutto quello che è successo... e se mi fossi soltanto fatto suggestionare dal racconto del cercatore di funghi? E se invece ci fosse stato davvero qualcuno e mi fossi avvicinato? 
Insoddisfatto riparto, sotto un cielo che si apre in ampi squarci di sereno ed il sole che, quasi sotto l'orizzonte, tinge le nubi ancora rimaste di rosa.
Giunto al bivio con la s.s. 7 mi viene in mente... "ma si, se sono  fortunato faccio in tempo".
A poche centinai di metri c'è un'altra masseria, Diana Bellavista, restaurata di tutto punto ed adibita a sala ricevimenti, che conserva ancora tutte le fortificazioni... è aperta!
Vado via solo quando è ormai buio pesto, la delusione ha lasciato il posto alla soddisfazione.
Devo lavorarci un po' sù al pc, ma sono certo di aver scattato delle belle foto...

e non mi sbagliavo.

 

Fine

 
 
 

Le avventure di Mizar 2 - Il ritorno - I parte

Ovvero: la maledizione del cercatore di funghi  

Ogni foto ha i suoi piccoli retroscena. La passione per la fotografia e la caccia allo scatto spinge, a volte, a cercare qualcosa di diverso dal solito, che si parli di un luogo, di particolari condizioni atmosferiche o di momenti della giornata inusuali. Così può capitare che un'uscita sia allietata da una piacevole passeggiata, o da piccole disavventure.
L'uscita dello scorso sabato è tutta da raccontare.

Ha da poco smesso di piovere, ma le previsioni indicano schiarite dopo le 16:00.
Un cielo nuvoloso a tratti ed un roseo tramonto autunnale possono fare miracoli, così subito dopo pranzo mi metto in macchina, destinazione: masseria fortificata "Selva Malvezzi", a circa 18 km da Matera, al confine con il territorio del comune di Ginosa (Ta). Piena murgia.
Non essendoci mai stato, prima di partire do un'occhiata su google maps e trovo anche le indicazioni per arrivarci:
con la strada statale 7; al bivio per Ginosa si prosegue lungo la strada provinciale sino ad una casa cantoniera del Consorzio di Bonifica riconoscibile dal colore azzurrino; si percorre la carrareccia di fronte alla cantoniera, poi una stradina che attraversando la Selva conduce alla masseria, in contrada Serra Malvezzi.

Mappa

Alla casa cantoniera di azzurrino è rimasto molto poco, ma non essendoci molti edifici su quella strada provinciale è difficile sbagliarsi...
quindi dopo essermi sbagliato,  ed essere tornato indietro, imbocco la carrareccia, una mulattiera stretta e fangosa, invasa dagli arbusti sui due lati, che dopo un saliscendi è sbarrata dal cancello di ingresso della tenuta.
C'è un'altra macchina parcheggiata nello spiazzo vicino al muro "mah... sarà un cercatore di funghi, o nel peggiore dei casi un cacciatore".
Scendo dalla macchina, prendo l'attrezzatura dal portabagagli e mi avvicino al cancello. Chiuso. "Non sarà certamente un cancello chiuso a fermarmi, non s'è mai visto" (Il cancello no, ma... ) lo scavalco e già da lì intravedo, in una specie di conca (una lama per chiamarla con il proprio nome), la masseria.
In linea d'aria non sembra molto lontana, ma la strada per raggiungerla sembra fare un giro più lungo. Apro il cavalletto ed inizio a scattare qualche foto...

Foto 1 - Masseria

...quando sento uno scricchiolio di pietre provenire dal basso, dove la stradina, in discesa, si inoltra nella selva.
E' il cercatore di funghi. Un uomo sulla quarantina, il viso un po' scavato ed i capelli lunghi e spettinati a sfiorare le spalle. Indossa jeans scoloriti e una giacca di quelle delle mimetiche dell'esercito.
Nella mano destra il sacchetto semivuoto mi fa pensare che non abbia avuto molto successo. Quando lo saluto ha il respiro corto di chi ha affrontato la salita a passo sostenuto.
- Salve
- Ciao (si ferma e prende fiato)
- Funghi?
- Uhm... più acqua che funghi veramente. Tu? Fai qualche foto? (sembra già più rilassato di un attimo prima)
-
Eh si, voglio andare alla masseria a farne qualcuna da vicino
-
Capisco. Bella eh... Io sto andando via, si sta facendo tardi e l'ultima volta che m'è capitato di essere qui con poca luce mi sono preso un bello spavento...
-
Si? Cos'è successo?
-
Mah niente... ero "a funghi" lì, vicino la masseria, e mi ero un po' attardato rispetto al solito. Iniziava a fare buio. D'un tratto sento delle urla provenire dal caseggiato, ma urla disumane, come se strappassero la carne di dosso a qualcuno!
- Egghia! (espressione di stupore materana)
- Si! Scappai via, ed una volta tornato a casa segnalai la cosa alla polizia. Da quel giorno non ho più sentito nulla quando sono tornato nei paraggi. Però s'è sparsa la voce, a Ginosa, che si riunisse una setta satanica laggiù.  Sai come quelli lì, come si chiamavano, le bestie... Io mi guardo bene dal rimanere qui ad una certa ora, infatti quando ho sentito una macchina arrivare (la mia ndr.)
mi sono apprestato a ritornare su.
- Pensa che un'agenzia a Matera la vende, se vuoi toglierti lo scrupolo... (e sorrido)
-
Ah vorrei proprio sapere chi è quel matto che se la compra. Per quanto costerà poi... guarda solo quanta terra c'è attorno! 
Vabé, io vado, ciao buon proseguimento.
- Grazie, anche a te, e buon ritorno.

Immersa com'è nella fitta boscaglia scarto subito l'idea di tagliare per dritto, e mi avvio per la stradina sterrata.
Intanto ripenso alle parole del cercatore di funghi.
Mi viene un po' da ridere, magari era solo un burlone che ha voluto prendersi gioco di me... ma la pulce nell'orecchio me l'ha messa.
Mi fermo di nuovo, da qui si vede qualcosa in più. 
Un po' di zoom e si capisce subito che è abbandonata, e da molto tempo per giunta. C'è una cisterna arrugginita posata a ridosso dell'edificio. Nei suoi pressi muffe ed erbacce invadono buona parte del muro esterno.

 

Foto 2

"Di certo non è accogliente come una reggia... speriamo almeno non ci sia il comitato di benvenuto"    Rido fra me e me e proseguo.
ll bosco si infittisce, ed un po' guardingo cerco il telefonino nelle tasche. "Non si sa mai, meglio tenerlo a portata di mano."
Lo apro, prende... per il culo, non c'è una tacca di segnale. Praticamente sono isolato senza anima viva nel raggio di chilometri.
"Vabé..."
Non ci penso e mi rimetto in cammino.
Ogni tanto risuona l'eco di qualche sparo, i cacciatori di cinghiali sono all'opera. Intanto la stradina riprende a salire, impedendomi di guardare oltre il leggero pendio. Avrò percorso un chilometro, o anche meno. 
Arrivo su un pianoro quasi sgombro di alberi, con dei muretti a secco che lo tagliano trasversalmente, ed alla sua estremità, vedo la masseria... 

(continua...)

 
 
 

Il concorso

Post n°412 pubblicato il 28 Novembre 2009 da mizar_s_light
 
Foto di mizar_s_light

E' un mesetto ormai che sono più lontano del solito dal blog, ve ne sarete accorti tutti ormai.
Non mi è passata la voglia per carità, anzi tutt'altro, e mi dispiace aver dovuto trascurare un po' questo angolo di web che mi accoglie da due anni, e soprattutto mi dispiace non essere passato tra i vostri blog con assiduità, ma è per una giusta causa.

Sono venuto a conoscenza di un concorso fotografico in corso di svolgimento sul sito www.comuni-italiani.it.
Ho iniziato a dargli un'occhiata già da settembre, poi a ottobre ho deciso di prendervi parte.
Dandomi un'occhiata in giro è stato chiaro subito che molti dei partecipanti sanno il fatto loro, roba tosta, contro la quale avrei potuto difficilmente competere con le foto scattate fino a quel momento e che in parte conoscete.
Così ho deciso di concentrarmi su questa nuova sfida, dedicandole gran parte del mio tempo libero, per poter avere almeno una speranza di raggiungere qualche risultato. E' stato, e continua ad esserlo, molto stimolante, anche perché ho potuto conoscere nuove tecniche e nuovi segreti della fotografia,  e tanti altri devo ancora conoscerne.

Il concorso terminerà alla fine di febbraio. Francamente non so se continuerò fino alla fine, ma per ora sfrutto la spinta e gli stimoli che mi ha dato, al resto penserò quando sarà il momento per farlo.

Se volete, cliccando qui accederete alla mia foto gallery. Potete dare un'occhiata a tutto quello che ho pubblicato fino ad ora, e magari dirmi cosa ne pensate.

Per il resto, non appena avrò la possibilità passerò a salutarvi ed a pubblicare qualche nuovo post, con meno continuità si, ma non sparisco.

A presto


Giuseppe

 

 
 
 

La luce... delle Leonidi

Foto di mizar_s_light

In queste strane notti d'Autunno, oltre alle solite (si fa per dire) costellazioni, mi capita di osservare con frequenza Giove e Marte. Il primo, che ci accompagna ormai da diversi mesi in compagnia delle stelle delle Capricorno, è gia alto nel cielo quando fa buio e tramonta tra le 22:00 e le 23:00. Quasi in contemporanea dalla parte opposta, ad est, sorge il pianeta rosso, che fino alla fine del mese rimane nella debole costellazione del Cancro.

Questo siparietto astronomico è condito, da stanotte e per le prossime due notti ,da una pioggia di stelle cadenti.
Le TauridiIn verità non è l'unico sciame meteoritico che la Terra attraversa durante il mese di novembre.
Tra il 5 e il 12 infatti sono state le Tauridi a solcare il firmamento.
Residui del passaggio della cometa Encke, e caratterizzate da un'estrema lentezza e dal colore arancio, come suggerisce il nome l'apparente provenienza di queste scie luminose è la costellazione del Toro. Purtroppo arrivo tardi, gli impegni non mi hanno permesso di segnalarvele, ma sono appena in tempo per le Leonidi, che come vi dicevo tracceranno le loro scie nelle prosLe Leonidi - Immagine da www.astronomia.comsime notti (fino al 19).
La pioggia meteoritica delle Leonidi, causata dall'attraversamento della nube di polveri lasciata dalla cometa Temple-Tuttle, è del tutto simile a quella più famosa delle Perseidi del 12 agosto, le Lacrime di San Lorenzo per interderci.
L'osservazione è favorita dall'assenza della Luna, che attraversa il cielo durante le ore diurne mostrando alla Terra quasi esclusivamente la sua faccia oscura, rendendosi di conseguenza invisibile.
L'unico problema, se così si può chiamare, è che la costellazione del Leone, dalla quale paiono provenire le stelle cadenti, sorge dopo la mezzanotte.
Dunque, dovrete orientarvi verso est, riconoscere il Leone  (potete aiutarvi cliccando sul link della costellazione) con il suo caratteristico ed inconfondibile punto interrogativo all'estremità del quale c'è la stella Regolo, e poi  volgere lo sguardo verso lo zenit (in alto) dove è più facile vederle passare. Salendo incrocerete Marte e le due  luminosissime stelle gemelle della costellazione dei Gemelli,  Castore e Polluce.
I temerari che vorranno esprimere il proprio desiderio rituale, dovranno sfidare un po' di freddo (ammesso che freddo sia) e rubare qualche ora al sonno, ma come sempre ne varrà la pena.

L'ultima segnalazione è per l'ennesima congiunzione Luna-Giove, che si verificherà lunedì e sarà visibile appena farà buio. Ciò che renderà questa congiunzione diversa dalle altre è il fatto che la luna sarà una falce di luce in fase crescente, creando uno scenario davvero suggestivo.

Congiunzione Luna-Giove - Immagine da www.astronomia.com

 

 

Buona osservazione a tutti

 
 
 

Vorrei (un pensiero che giaceva tra le bozze, da chissà quando)

Cos'è volere al condizionale...


Come desiderare una pioggia di stelle
ed accontentarsi di gocce d'acqua che colpiscono il viso
e scie sotto la luce di un lampione.

 

 

 


Litfiba - Pioggia di Luce - Desaparecido

 

 

Come essere felici di un sogno che, 
                                              si sa, 
                                                  non diverrà mai realtà.

 
 
 

I mie difetti più grandi

Post n°409 pubblicato il 12 Novembre 2009 da mizar_s_light
 

I difetti, imperfezioni che ci caratterizzano, molto più spesso cause dei nostri limiti. Difetti da accettare per gli altri, cosa che non è mai facile, ma ancor più difficile è per noi riconoscerli.

Il virtuale spesso li camuffa, molto più che nella realtà, e forse è questa una delle maggiori differenze tra questi due mondi paralleli che a volte si incrociano, ma altre volte diventano opposti.
Ma che ci piaccia o no sono parte di noi, ci condizionano nella quotidianità e, guardandoci indietro, hanno condizionano la nostra vita, le nostre scelte e quelle degli altri.

Dunque ecco i miei, almeno quelli che ritengo più importanti e che sono riuscito a riconoscere.
Ho un caratteraccio, non si direbbe ma è così. Chi mi conosce da vicino e vive i miei stati d'animo lo sa bene. Per quanto mi sforzi non amo scendere a compromessi, difendo le mie posizioni ad oltranza e cedo solo d'avanti all'evidenza.
Di fondo sono abbastanza nervoso, quasi irascibile, anche se questa è una delle cose che con il tempo sono riuscito a limitare. Ma quando ho la luna storta, cosa che non capita raramente, mando al diavolo chiunque incroci i miei passi, anche senza alcun motivo.
Sono rancoroso, se me la fanno grossa non perdono, ho tagliato diversi rapporti in questa maniera, e raramente do una seconda chance.
Ultimo, non in ordine di importanza, non riesco a controllare le mie emozioni, i miei frequenti stati d'ansia che più di una volta mi hanno creato  problemi. Quando sono sotto pressione, o al centro dell'attenzione, vado in tilt. Le mani, che già mi tremano in situazioni normali (non si direbbe avendo la passione della fotografia vero?), iniziano a muoversi convulsamente senza che possa limitarne i movimenti, anzi se lo faccio è peggio.

Tutto ciò fa comunque parte di me, assieme a tutto il resto. Ho imparato a convivere con i miei limiti, a cercare di superarli quando possibile, o ad accettarli serenamente. L'autocontrollo non è il mio forte, ma quando me ne ricordo mi sforzo di farlo.
Non sempre ci riesco ma tant'è, come dicono a Napoli...
chi nasce strunz nun po’ addiventà babbà! 

 
 
 

Pausa

Post n°408 pubblicato il 03 Novembre 2009 da mizar_s_light

Pausa

Eh si, questa settimana va così.

Ci sono un paio di cose che devo sistemare e che mi toglieranno il tempo che di solito dedico a scrivere i post...
vorrà dire che sarò ospite dei vostri blog

A presto!

 
 
 
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INFO


Un blog di: mizar_s_light
Data di creazione: 08/12/2007
 

AREA PERSONALE

 

MIZAR

Zeta Ursae Majoris

Dall'arabo Miz'ar (cintura) è la stella centrale del "timone" della costellazione del Grande Carro, porzione dell'Orsa Maggiore e si trova a 60 anni luce dalla terra.
Il suo nome originario era Mirak, fu ribattezzata nel sedicesimo secolo da Giuseppe Scaligero.
Sua compagna inseparabile è Alcor, distante dalla terra 80 anni luce, più difficilmente visibile data la vicinanza ad una stella molto più luminosa, tanto che gli arabi la chiamavano Al-Suha "La trascurata". Nelle notti senza luna e fuori dalle città la si può vedere brillare debolmente, sopratutto se si cerca di non guardare direttamente Mizar. Nell'antichità la capacità di saper individuare nel firmamento le due stelle era considerata segno di buona vista.

I moderni telescopi hanno scoperto che il sistema Mizar-Alcor è tra i più complessi e tra i più affascinanti di quelli conosciuti. Entrambi gli astri infatti si dividono in sistemi multipli, Mizar è in realta una coppia strettissima di due stelle, Mizar A e Mizar B, che sono a loro volta una doppia ed una tripla, Alcor invece è una doppia.

Il motivo per cui Mizar è il mio nick e la luce di Mizar è il nome del mio blog è insito proprio in questa breve descrizione. Il suo sembrare un unica stella alla sola vista essendo in realtà un sistema molto complesso rispecchia la mia personalità ed il mio modo di pormi con gli altri. La prima impressione che trasferisco al mio interlocutore è sempre fuorviante rispetto alla mia vera essenza, la mia personalità è molto variegata e complessa e spesso mi piace "giocare" a far trasparire un lato piuttosto che l'altro. Mi piace essere poliedrico.
La luce di Mizar è una metafora del mio pensiero, perchè come la sua luce è il frutto e la somma delle luci delle stelle che la compongono, così il mio pensiero è il risultato dell'interazione di tutte le componenti della mia personalità.

Ed io non le conosco tutte...

 

VIAGGIO VERSO L'ORSA...

...attraverso un mondo, dighiaccio apparente.

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01 Febbraio 2009 - Diga San Giuliano - Matera

 

 

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