Creato da eva_lunardi il 13/04/2014

La Luna di Eva

VORREI A VOLTE TORNARE INDIETRO, A VOLTE FUGGIRE IN AVANTI. E' IL PRESENTE CHE A VOLTE MI STA STRETTO.

 

 

« IllusioneVampira »

L' Attrice

Post n°24 pubblicato il 30 Aprile 2014 da eva_lunardi

 

Luci, taglienti come lame illuminano il palco dall’alto, rendendo evidente il leggero velo di polvere che pare aleggiare come sospeso, nell’aria calda e odorosa del vecchio teatro. 

In platea regna il silenzio, tutti attendono l’ingresso della prima attrice, Lei indugia dietro le quinte, ripassa ancora la parte che dovrà recitare, è sicura come sempre che riuscirà a ricordare tutto, ogni battuta, ogni espressione da assumere, ha già impostato la voce al tono più consono a quella farsesca commedia, così complicata, ma profondamente sentita.

Un respiro, il cuore batte forte ed entra in scena, anticipando di misura il convenuto segnale del regista, che dall’altra quinta masticando una bestemmia silenziosa cerca di riparare al misfatto. Lei raggiungendo come in trance il centro del palcoscenico sente la luce sul corpo, sul viso, calda e avvolgente. Apre gli occhi riuscendo per un attimo a scorgere nel contrasto di luce e buio, la gremita platea di spettatori, che immediatamente dovrà cercare di dissolvere, per lasciare  spazio solo alla scena, quasi che il copione fosse la definizione della sua essenza, una scelta di vita.  Impietoso arriva il momento della prima battuta, ma improvvisamente lei si rende conto di non riuscire a scomporre del tutto la seria espressione che più la rappresenta, altera, quasi dolorosa.

 “Eccomi” - dice lei - “io, che sono riuscita da sola a compiere questo disastro, io che ho lasciato che tutto potesse accadere senza far nulla, come se fosse inevitabile, consapevole che fosse giusto, che dovesse finire così, scusatemi tutti” -

Si è ormai persa in un gorgo senza uscita, forse ha permesso che gli eventi, ormai senza controllo prendano il sopravvento, ed è ormai troppo tardi, non riesce più neppure a pensare ad un modo per contenere il danno causato da questa sua sciagurata entrata iniziale.

Ovunque è ancora silenzio; in platea, sui palchi nobili, e in tutto il parterre, perfino nelle ultime file, tutti sono immobili e stupiti. Una pausa di lei, secondi che sembrano ore, che dopo queste parole apparentemente prive di senso si caricano di interrogativi ed aspettative.

 L’ attrice inizia a muoversi lentamente sul palcoscenico consumata da un forte disagio, quasi schiacciata dal dolore di una condanna calata su tutti i presenti. Si ferma, respira profondamente, sperando che le parole tornino a fluire libere come un leggero pensiero spontaneo dettato dalla coscienza. Il bisogno di far capire a loro che per lei è importante essere li. Non può farne a meno. E’ parte di lei. 

“E’ tardi lo so” - dice - 

Poi volge lo sguardo in un punto preciso dietro le quinte, dove nell’ombra può distinguere chiaramente la presenza di una figura femminile. Questa entra lentamente in scena e alla luce è possibile scorgerne il volto, segnato da un dolore ancora più grande, se possibile. Raggiunge lentamente la zona centrale del palcoscenico, quella più illuminata, si ferma di fronte all’Attrice che ormai non ha più la forza di alzare lo sguardo da quelle vecchie e polverose assi di legno, chiusa nella sua crisalide di dolore. 

 “Tu sei la più bella di tutte - dice all’Attrice -  guardandola finalmente negli occhi - “Sono certa che ritroverai presto la tua dignità, anche se adesso la credi definitivamente perduta. Non so neppure da che parte iniziare ad aiutarti, se non dicendoti a parole quello che vedono tutti. Questa non è la Vita”

L’ Attrice volge lo sguardo sulla platea, sa che tutti stanno aspettando una sua parola, la spiegazione di quanto si è appena consumato sul palco.

“Ti sbagli” - dice lei infine-  “Solo uscendo dalla scena tornerò a riprendermi la dignità che mi è stata tolta. Che mi sono tolta. D’ora in avanti cercherò di farlo con tutte le forze che ho ancora, renderò assurdo tutto ciò in cui ho fortemente creduto fino a questo momento, e brucerò tutte le maschere di scena che ho indossato con troppa disinvoltura, perché troppo convinta di essere diversa, convinta che non ci sarebbe mai stato un pegno da pagare.

Forse tornerò, forse un giorno”  - Sipario

(L'attrice - ©Eva Lunardi 2014)

 
 
 
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