La Luna di Eva
VORREI A VOLTE TORNARE INDIETRO, A VOLTE FUGGIRE IN AVANTI. E' IL PRESENTE CHE A VOLTE MI STA STRETTO.
Post n°29 pubblicato il 16 Giugno 2014 da eva_lunardi
Sola, stasera. Massive Attack a palla. Dissolved Girl . I think I kind of lost myself again. Sola. Nei miei desideri. Nelle mie paure, nelle mie speranze. Sola. Esposta. Nuda. Violentata. Sul mio corpo. Nel mio cuore. Senza pietà. Sola. In mezzo a tutti. Al rumore. Fatto di parole vuote. Di promesse infrante. Rotte. Come un vecchio disco. Sempre. Fottutamente. Sola. Fuck All. (Sola - @Eva Lunardi) |
Post n°28 pubblicato il 15 Maggio 2014 da eva_lunardi
L'ho riaperto quel cassetto. |
Post n°26 pubblicato il 03 Maggio 2014 da eva_lunardi
|
Post n°25 pubblicato il 01 Maggio 2014 da eva_lunardi
|
Post n°24 pubblicato il 30 Aprile 2014 da eva_lunardi
Luci, taglienti come lame illuminano il palco dall’alto, rendendo evidente il leggero velo di polvere che pare aleggiare come sospeso, nell’aria calda e odorosa del vecchio teatro. In platea regna il silenzio, tutti attendono l’ingresso della prima attrice, Lei indugia dietro le quinte, ripassa ancora la parte che dovrà recitare, è sicura come sempre che riuscirà a ricordare tutto, ogni battuta, ogni espressione da assumere, ha già impostato la voce al tono più consono a quella farsesca commedia, così complicata, ma profondamente sentita. Un respiro, il cuore batte forte ed entra in scena, anticipando di misura il convenuto segnale del regista, che dall’altra quinta masticando una bestemmia silenziosa cerca di riparare al misfatto. Lei raggiungendo come in trance il centro del palcoscenico sente la luce sul corpo, sul viso, calda e avvolgente. Apre gli occhi riuscendo per un attimo a scorgere nel contrasto di luce e buio, la gremita platea di spettatori, che immediatamente dovrà cercare di dissolvere, per lasciare spazio solo alla scena, quasi che il copione fosse la definizione della sua essenza, una scelta di vita. Impietoso arriva il momento della prima battuta, ma improvvisamente lei si rende conto di non riuscire a scomporre del tutto la seria espressione che più la rappresenta, altera, quasi dolorosa. “Eccomi” - dice lei - “io, che sono riuscita da sola a compiere questo disastro, io che ho lasciato che tutto potesse accadere senza far nulla, come se fosse inevitabile, consapevole che fosse giusto, che dovesse finire così, scusatemi tutti” - Si è ormai persa in un gorgo senza uscita, forse ha permesso che gli eventi, ormai senza controllo prendano il sopravvento, ed è ormai troppo tardi, non riesce più neppure a pensare ad un modo per contenere il danno causato da questa sua sciagurata entrata iniziale. Ovunque è ancora silenzio; in platea, sui palchi nobili, e in tutto il parterre, perfino nelle ultime file, tutti sono immobili e stupiti. Una pausa di lei, secondi che sembrano ore, che dopo queste parole apparentemente prive di senso si caricano di interrogativi ed aspettative. L’ attrice inizia a muoversi lentamente sul palcoscenico consumata da un forte disagio, quasi schiacciata dal dolore di una condanna calata su tutti i presenti. Si ferma, respira profondamente, sperando che le parole tornino a fluire libere come un leggero pensiero spontaneo dettato dalla coscienza. Il bisogno di far capire a loro che per lei è importante essere li. Non può farne a meno. E’ parte di lei. “E’ tardi lo so” - dice - Poi volge lo sguardo in un punto preciso dietro le quinte, dove nell’ombra può distinguere chiaramente la presenza di una figura femminile. Questa entra lentamente in scena e alla luce è possibile scorgerne il volto, segnato da un dolore ancora più grande, se possibile. Raggiunge lentamente la zona centrale del palcoscenico, quella più illuminata, si ferma di fronte all’Attrice che ormai non ha più la forza di alzare lo sguardo da quelle vecchie e polverose assi di legno, chiusa nella sua crisalide di dolore. “Tu sei la più bella di tutte - dice all’Attrice - guardandola finalmente negli occhi - “Sono certa che ritroverai presto la tua dignità, anche se adesso la credi definitivamente perduta. Non so neppure da che parte iniziare ad aiutarti, se non dicendoti a parole quello che vedono tutti. Questa non è la Vita” L’ Attrice volge lo sguardo sulla platea, sa che tutti stanno aspettando una sua parola, la spiegazione di quanto si è appena consumato sul palco. “Ti sbagli” - dice lei infine- “Solo uscendo dalla scena tornerò a riprendermi la dignità che mi è stata tolta. Che mi sono tolta. D’ora in avanti cercherò di farlo con tutte le forze che ho ancora, renderò assurdo tutto ciò in cui ho fortemente creduto fino a questo momento, e brucerò tutte le maschere di scena che ho indossato con troppa disinvoltura, perché troppo convinta di essere diversa, convinta che non ci sarebbe mai stato un pegno da pagare. Forse tornerò, forse un giorno” - Sipario (L'attrice - ©Eva Lunardi 2014) |
Post n°23 pubblicato il 29 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°22 pubblicato il 28 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°21 pubblicato il 24 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°20 pubblicato il 19 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°18 pubblicato il 17 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°17 pubblicato il 17 Aprile 2014 da eva_lunardi
Dove cazzo sei stata, ti pare l’ora di tornare a casa? - disse la Solitudine Ho fatto il solito giro in centro e alla chiusura dell’ultimo negozio mi sono diretta al centro commerciale, l'unico posto aperto dove trovare altri occhi che riflettano un po’ della mia stessa luce - risposi io Stolta, e ingrata! Io mi sacrifico tutto il giorno per farti trovare la casa come piace a te e tu mi ripaghi con questa moneta Mi morsi le labbra, accesi la prima siga del secondo pacchetto e le risposi Veramente pensi che io ti debba qualcosa? Vivi da troppi anni dentro queste mura e ormai la tua presenza è tanto insopportabile quanto inopportuna. Pagassi almeno una parte dell’affitto, ma sei buona solo a consumare le mie notti. E se non fosse che ormai hai fatto amicizia con Vodka e Marlboro, qua staresti sul cazzo a tutti. Nemmeno lo specchio ti sopporta più. Puttana! Come ti permetti di dirmi queste cose? Ma se non mi lamento nemmeno quando rientri ubriaca in piena notte in compagnia di quegli uomini sempre diversi, ma anche troppo uguali per ricordane il nome il giorno dopo… E nemmeno mi avverti prima! - rispose la Solitudine Spero disperatamente che tu te ne sia andata altrove, ma non succede mai. Credimi se potessi ti ucciderei ma so che non è possibile, e anche lo fosse so che ne pagherei un prezzo anche più alto - risposi prendendo dal tavolo un bicchiere dimenticato quasi pieno prima di uscire Magari lo facessi! Almeno avresti dimostrato di avere un briciolo di coraggio e per una volta, anche ultima, avresti il mio rispetto - rispose la Solitidine Finii la vodka, spensi la sigaretta nel bicchiere. Presi la Glock 9x21 che portavo in borsetta e gliela puntai contro Lei mi sorrise avvicinandosi, mi prese dolcemente la mano destra nella sua, e premette il grilletto per me. (© Eva Lunardi) |
Post n°16 pubblicato il 17 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°15 pubblicato il 16 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°14 pubblicato il 16 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°13 pubblicato il 15 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°11 pubblicato il 15 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°10 pubblicato il 15 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°8 pubblicato il 14 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°7 pubblicato il 13 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Post n°6 pubblicato il 13 Aprile 2014 da eva_lunardi
|
Inviato da: FRANCESCO (Ciccio)
il 24/09/2015 alle 11:34
Inviato da: kumochan
il 23/06/2015 alle 11:17
Inviato da: Elazar
il 07/04/2015 alle 15:21
Inviato da: merolingio
il 19/12/2014 alle 11:20
Inviato da: Om_Siddhartha_Om
il 14/12/2014 alle 15:31