Creato da: lorenzo_na il 05/08/2008
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Il prete anticamorra trasferito a Roma "Ero scomodo e mi hanno emarginato"

Post n°168 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da lorenzo_na
 
Foto di lorenzo_na

Dopo sedici il coraggioso sacerdote del Rione don Guanella deve lasciare la sua gente:"Sono stato minacciato ed emarginato per essermi schierato dalla parte dei più poveri".
 

Morto un Papa se ne fa un altro. La stessa cosa non vale per i preti però.. alcuni preti. Don Aniello Manganiello ha celebrato messa in trincea per sedici anni. Ma “il prete anti-camorra” che ha convertito boss, pusher e ridato una speranza a tantissimi tossicodipendenti sarà trasferito a Roma la settimana prossima.
A nulla sono servite le manifestazioni e le tante proteste di questi mesi della gente di Miano e Scampia. L’Opera don Guanella, che ha deciso il suo trasferimento, è inflessibile: “ E’ la normale logica di avvicendamento” dei preti, spiegano. Ma Don Aniello non la pensa così. Durante l’omelia, in una chiesa stracolma di gente accorsa per salutarlo, ha ricordato la figura del martire cileno Oscar Romero:"Anch'io come lui sono stato minacciato ed emarginato per essermi schierato dalla parte dei più poveri.” Dopo la contestata intervista rilasciata alla trasmissione Le Iene, il prete ha ricevuto minacce di morte da parte della camorra, ma quello che più lo ferisce è il silenzio e l’emarginazione in cui è stato relegato dalla Chiesa e le istituzioni:” Avrei voluto la solidarietà delle altre parrocchie invece di sentirmi dire che ero scomodo o fuori dal coro. Tutto questo mi ha amareggiato. Così come l'accusa di aver strumentalizzato i mass media per crearmi l'immagine di prete anti-camorra.” Così per l’ultima volta Don Aniello dal pulpito della sua parrocchia ha scandito la sua verità ed ha esortato la Chiesa ad essere più severa nei confronti della criminalità, esortandola a prendere posizioni più dure:” Specie nell'amministrazione dei sacramenti - ha detto - c'è una certa superficialità. I sacramenti non si buttano via. Gesù disse di non dare perle ai porci.”
Qualche suo superiore dirà che a Roma sarà al riparo dai rischi di Napoli, ma lui non è affatto daccordo:” Volevo restare, perché una vita spesa per gli altri è una vita spesa bene”. Come dare torto a questo prete lasciato solo nelle sue battaglie, tra le miserie quotidiane della sua gente e la caparbietà di non arrendersi? Chi glielo spiega a quella gente in lacrime che la Chiesa è dalla loro parte adesso? Non si era mai visto dalle nostre parti un corteo di centinaia e centinaia di ragazzi e famiglie che sfilano per la città con le fiaccole in mano chiedendo che il loro parroco resti con loro, che la speranza continui. Forse in questa Chiesa travolta dagli scandali, senza più l’aura di santità e senza più miracoli questo prete con il suo esempio dava davvero fastidio a molti. Meglio trasferirlo dove non può più fare danni.. dove non può più fare del bene.

pubblicato su
http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/dall_italia/il_prete_anticamorra_trasferito_a_roma__ero_scomodo_e_mi_hanno_emarginato_/il_prete_anticamorra_trasferito_a_roma__ero_scomodo_e_mi_hanno_emarginato_.asp

 
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Il pizzino di Berlusconi a Cicchitto "Dì che è la Jervolino che non fa la raccolta differenziata”

Post n°167 pubblicato il 30 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
Foto di lorenzo_na

Mentre continuano gli scontri a Terzigno in Parlamento nessun cenno del Presidente Berlusconi sull'emergenza rifiuti. "La monnezza è una pistola puntata alla tempia del governo da parte di Cosentino", scrive Saviano

Nella convulsa seduta parlamentare di ieri c’è stato spazio anche per la situazione dei rifiuti a Napoli. Pochi secondi, sia chiaro, ma alquanto significativi.
Durante la dichiarazione di voto sulla fiducia al Governo, il segretario Pd Bersani ha provocato il Presidente del Consiglio Berlusconi invitandolo a tornare a Napoli insieme a  lui per sincerarsi di ciò che sta accadendo in questi giorni sul fronte rifiuti. Poco dopo si è visto Berlusconi prendere carta e penna e consegnare un fogliettino al commesso. Il messaggio era destinato all’On. Cicchitto che di lì a poco avrebbe preso la parola dagli scranni della maggioranza. Sopra c’era scritto:” Dì che è la Jervolino che non fa la raccolta differenziata.” Ma a tanta sfrontatezza nemmeno  il buon Cicchitto se l’è sentita di dar voce e nel suo intervento ha risposto alla provocazione di Bersani in modo differente:” Non potete darci nessuna lezione. Le elezioni dopo quelle del 2006 sono state rifatte nel 2008 perché voi siete implosi e ci avete lasciato in eredità', tra l'altro, l'emergenza rifiuti a Napoli.”
Di fatto, nel suo intervento alla Camera, il Presidente Berlusconi non ha fatto alcun cenno né all’emergenza rifiuti campana né alla ricostruzione in Abruzzo, due temi che fino a poco tempo fa erano portati come esempio del “Governo del fare”. Ma, come ha sottolineato il segretario Pd, nel tempo il sogno berlusconiano si è tramutato in una favola ed è svanito in tante bolle di sapone. Il miracolo sancito dal decreto legge del 31 dicembre del 2009 che dichiarava la fine dello stato di emergenza in realtà era una patacca, una bufala, un effetto speciale. “Silenzi, promesse e bugie – attacca la responsabile Ambiente del Pd Stella Bianchi - Il presidente del Consiglio in aula non osa dire nulla su Napoli e sull'emergenza rifiuti, che non è mai finita. Bertolaso assicura di aver lasciato la Campania pulita e gli impianti funzionanti. Dei quattro termovalorizzatori previsti dal decreto del 2008, che dava pieni poteri a Bertolaso per risolvere l'emergenza rifiuti, un solo impianto è stato inaugurato, quello di Acerra, ma ha sempre funzionato a singhiozzo e ora è totalmente fermo. Degli altri tre termovalorizzatori non c'è traccia. Nessun impianto di compostaggio è stato messo in funzione. A quali strutture fa riferimento Bertolaso? A quelli che ancora oggi sono utilizzati come deposito per le eco-balle?".
Ma la situazione è ben più preoccupante di quanto si possa immaginare, almeno stando ai retroscena delineati in un articolo su Repubblica da Roberto Saviano:” Dopo l'inchiesta che ha visto Nicola Cosentino accusato dall'Antimafia di Napoli di essere stato un riferimento politico della camorra attraverso il settore rifiuti, in queste ore, sembrerebbe realizzarsi di nuovo ciò di cui si è scritto: la centralità della monnezza in Campania che arriverebbe persino, attraverso Nicola Cosentino, a configurarsi come una pistola puntata alla tempia del governo. Ovvero, come tramite di ogni rapporto tra Berlusconi e il politico casalese ci sarebbe la gestione del ciclo dei rifiuti. Nel dibattito politico di questi ultimi mesi si è fatto riferimento a come Cosentino, leader indiscusso del Pdl in Campania, avesse dalla sua molti sindaci, i consorzi, la vicinanza di imprenditori e quindi potesse formalmente, se solo lo decidesse, bloccare il meccanismo di raccolta rifiuti. Il voto alla Camera, se si crede all'ipotesi di un Cosentino imperatore nel settore dei rifiuti, con il no all'utilizzo delle intercettazioni sembrerebbe essere un dono fattogli per cercare di riportare la nuova emergenza a una "normalità" di gestione consolidata. Ma questo può saperlo solo Cosentino stesso.” Dopotutto lo stesso Bertolaso ha ammesso in questi giorni di trovare alquanto “strano” che l’emergenza rifiuti sia tornata in “un "periodo particolarmente critico dal punto di vista politico”.
Ma per Saviano i responsabili di quanto accade vanno ricercati anche a sinistra:” Quanto ai bassoliniani, che nel settore rifiuti hanno fatto incetta di voti e clientele, certamente non risulteranno in questa fase concilianti verso la situazione e anche dal loro versante ci sarà ostruzionismo e voglia di tornare ad avere prebende e potere attraverso la crisi. O si tratta con loro o tutto si ferma. Serve ricordare che l'emergenza rifiuti in Campania è costata 780 milioni di euro l'anno. Questa è la cifra quantificata dalla Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti nella scorsa legislatura che, moltiplicata per tre lustri (tanto è durata la crisi), equivale a un paio di leggi finanziarie. In tutto questo la camorra naturalmente continua il suo guadagno che cresce ad ogni passaggio. Nei camion che serviranno alla nuova emergenza, nel silenzio caduto sul ciclo rifiuti perché i roghi nelle campagne continuano a gestirli i clan, bruciando rifiuti, sino al business dei terreni dove chissà per quanti decenni verranno depositate le ecoballe ormai mummificate il cui fitto viene pagato direttamente nelle loro mani.”
In pratica l’emergenza rifiuti è una manna per la politica campana ed è utilizzata per costruire un intricato meccanismo di consulenze ed appalti, un circolo vizioso che richiede di stanziare continuamente denaro:” In questa catena infinita di appalti e subappalti lievitano i costi e le clientele e quest'anno trascorso dal decreto di fine emergenza non è servito a mettere in moto il circolo virtuoso di cui la città aveva bisogno, ma a oliare nuovamente la macchina dello spreco e del ricatto.” (Roberto Saviano, la Repubblica del 29/09/2010).
La spazzatura tornata tra le strade di Napoli sancisce il fallimento di un progetto, di un modo di intendere la cosa pubblica e la politica. Quello che sta accadendo a Napoli svela definitivamente le tante menzogne spacciate per buon governo in questi anni e auguriamo alla Campania ed al Sud di risorgere da queste ceneri per innescare quel percorso di cambiamento che muti una volta e per sempre il destino di tutto il paese.

 pubblicato su
http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/regione/il_pizzino_di_berlusconi_a_cicchitto__dì_che_è_la_jervolino_che_non_fa_la_raccolta_differenziata”_/il_pizzino_di_berlusconi_a_cicchitto__dì_che_è_la_jervolino_che_non_fa_la_raccolta_differenziata”_.asp

 
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La vera monnezza di Napoli. Video-choc di un neomelodico che inneggia la camorra.

Post n°166 pubblicato il 27 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
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Il cantante Angelo Mazzella in un video interpreta un capo clan che ordina omicidi ed uccide il rivale in amore. Proteste e sdegno sul web, qualcuno scrive "Mi scuso a nome dei napoletani per questo imbecille. Non siamo tutti così."

Il mare a Napoli fa da sfondo alla monnezza. Ma il fetore non sale solo dai sacchetti dell’immondizia. Andando su YouTube c’è da provare vergogna per un video postato in questi giorni. Un sedicente cantante neomelodico, tale Angelo Mazzella (in arte Zuccherino) ha prodotto un video per il suo ultimo successo di quartiere “Comme se fa”. In questo squallidissimo video “l’artista” è un camorrista riverito e temuto che ordina omicidi e dispensa pistole ai suoi uomini.  La storia di corna ed amanti che immancabilmente fa da corollario a questo schifo non ha importanza alcuna, quello che spaventa e disarma è l’immagine vincente della camorra che questo video promuove.
La questione è reale e non è limitata solo a qualche delinquente incallito. Il problema è antropologico e riguarda una sottocultura strisciante e saldamente radicata anche tra chi non è appartenente o vicino a nessun clan. Inutile far finta di niente o cercare di sminuire e circoscrivere l’argomento tacciando simili porcherie come l’opera di un deficiente isolato. Nel repertorio di questi improbabili cantanti della cosiddetta musica neomelodica non è raro trovare canzoni che inneggiano e celebrano la vita da camorrista. Un clamoroso successo ebbe qualche anno fa “O’ latitante” di Tommy Riccio, ma più recentemente un tale Nello Liberti in “O’ capo clan” canta “Il capo clan è un uomo serio e non è davvero cattivo/ Il capo clan non sbaglia, perché per la famiglia è il capo e deve saper comandare (…) E’ capo è sa vivere e noi dobbiamo rispettarlo.”
Forse qualcuno sorriderà ascoltando queste canzoni, ma il successo che questo genere di musica riscuote da tantissimi anni, con la sua visione distorta e corrotta della vita di tutti i gironi, è preoccupante. La cultura popolare è sempre megafono e specchio di coloro a cui è rivolta, a differenza della cultura di elitè che è espressione, il più delle volte, del percorso personale di un singolo artista. Ed il quadro umano che esce dalla musica neomelodica, ed in alcune canzoni in particolare, è davvero poco edificante. N on si può che provare vergogna e schifo. Come forse l’avrà provata la mamma di Giuseppe Avolio, arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di essere il sicario di Teresa Buonocore, che si è lanciata dal secondo piano del suo appartamento di Portici. Ma la signora Flora non è riuscita nel suo intento di suicidarsi ed è ricoverata in gravissime condizioni al Loreto Mare. Napoli invece non sappiamo quando ancora sopravviverà a se stessa e ai suoi figli ingrati.

 pubblicato su
http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/dall_italia/la_vera_monnezza_di_napoli_video-choc_di_un_neomelodico_che_inneggia_la_camorra/la_vera_monnezza_di_napoli_video-choc_di_un_neomelodico_che_inneggia_la_camorra.asp

 
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Napoli tra i i rifiuti, Salerno sempre più verde e pulita

Post n°165 pubblicato il 23 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
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Stona il contrasto tra le due maggiori città campane. Napoli ripiomba nell'emergenza rifiuti, mentre a Salerno si inaugura un impianto di compostaggio all'avanguardia che produrrà energia e permetterà di abbassare le bollette ai cittadini.

Per usare una metafora calcistica, il derby in questione è Napoli Salernitana. Da un lato ci sono sei giocatori in campo e dall’altro uno solo, eppure il risultato è schiacciante: un’infinita emergenza rifiuti contro un impianto di compostaggio all’avanguardia inaugurato tre giorni fa.

In attacco nel Napoli troviamo Silvio Berlusconi, bomber di razza, carismatico, gran trascinatore e amato dalle folle. Alle sue spalle a centro campo c’è Guido Bertolaso, colui che dovrebbe guidare il gioco, dare ordine alla squadra. In difesa troviamo la veterana della squadra, la Jervolino, ormai stanca e logora ed in procinto di lasciare con molto probabilità l’anno prossimo. Accanto a lei uno dei nuovi acquisti, il terzino Cesaro. I terzini, si sa, sono un po’ rudi e non spiccano per eloquenza, ma in certi affari non si va troppo per il sottile, servono persone disposte a tutto. In porta l’altro nuovo acquisto della squadra, Caldoro. Da quando ha vestito la casacca numero uno si affanna a parare palloni che gli arrivano da tutte le parti. La squadra è scarsa, non fa gioco e tocca a lui salvare il più delle volte il risultato e le cose vanno decisamente male ultimamente. Dopo le promesse e lo show dell’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra, del bomber non si è sentito più parlare. E’ costantemente sui giornali per scandali con escort, per il divorzio o per gli innumerevoli guai con la giustizia. Bertolaso, travolto anch’egli da scandali a sfondo sessuale, sembrava avere comunque il gioco in mano, deciso a portare avanti il suo progetto. Ma le numerose proteste della gente alle sue manovre sembrano averlo delegittimato e non ci sembra guidare al meglio l’emergenza attuale. La città è di nuovo piena di rifiuti, perché i lavoratori di Enerambiente incrociano le braccia per solidarietà con gli stagionali ai quali non è stato confermato il contratto e che l’altra mattina a loro volta si sono arrampicati sul tetto della sede della società in via de Roberto e sono rimasti ore con una corda legata al collo. Non va meglio in provincia e nel casertano dove i sindaci di Acerra e San Tammaro hanno detto no ad altre discariche sui loro territori. Ma le proteste maggiori si sono avute tra Terzigno e Boscoreale. Sono stati incendiati sette camion dell’immondizia ed altri sei sono rimasti danneggiati da chi si oppone all'apertura della discarica sul Vesuvio. L’atto deprecabile è stato compiuto dai soliti delinquenti a margine di una manifestazione pacifica indetta dai comitati cittadini e dai sindaci della zona. Cercano di impedire l’apertura della ex cava Vitiello, ovvero il raddoppio del più grande sversatoio mai concepito in un’area protetta (il parco del Vesuvio). Ma da Roma fanno sapere che non c’è alternativa alla cava Vitiello e che questo raddoppio era noto da tempo.

I giocatori in campo intanto si accusano a vicenda per questo ennesimo disastro. Il capo della Protezione civile nega che si tratti di una nuova emergenza ed ha esortato gli enti locali a "stare svegli", accusandoli di ritardi. La replica del sindaco Jervolino non si è fatta attendere: "Non si è accorto che siamo sveglissimi. Rimpallare le responsabilità non serve a nulla, noi potremmo dire che Bertolaso poteva stare attento a non far guastare il termovalorizzatore.”

La situazione napoletana è ancora più triste e inaccettabile se si guarda invece cosa accade  proprio in questi giorni a Salerno. Mentre Napoli è ripiombata nei suoi atavici problemi, Salerno inaugura il primo impianto di compostaggio in Campania. “Per supportare tutte le fasi della sua realizzazione - spiega il sindaco De Luca- sono stati necessari 25 milioni di euro di fondi europei. Noi, infatti, siamo un'amministrazione che i fondi europei riesce ad investirli, realizzando, come in questo caso, un impianto che è un gioiello di architettura contemporanea, oltre ad essere dotato della più alta tecnologia che serve per lavorare l'umido. Il nostro obiettivo - prosegue - è di rendere, non solo la città autonoma dal punto di vista del ciclo dei rifiuti, ma anche di abbassare la bolletta delle famiglie salernitane.” Ma non è tutto:” L' amministrazione comunale ha persino acceso un mutuo al fine di far produrre a questo impianto complessivamente 4 milioni di kilovattori di energia elettrica (quantità che serve a 2000 famiglie), sia con l'utilizzazione del biogas che si produce dalla lavorazione dell'umido, sia per una scelta che ha fatto l'amministrazione comunale di collocare pannelli fotovoltaici sui tetti di questo impianto. Abbiamo investito 900mila euro di fondi del Comune per realizzare l'unico impianto di compostaggio che utilizzi pannelli solari.” L’impianto situato nella zona industriale della città è progettato per trattare 30mila tonnellate di umido e quindi, oltre a coprire il fabbisogno della città di Salerno, potrà ricevere anche i rifiuti dei comuni limitrofi. “Ci stiamo preparando ad omologare l'impianto per 40mila tonnellate. Sopra le 30mila, però, c'è bisogno della valutazione di impatto ambientale che contiamo di avere a breve se la Regione Campania non dorme” dice De Luca. Noi non crediamo che qualcuno dorma, non è incapacità. La vera emergenza napoletana , la vera immondizia da togliere dalle strade non è quella che fuoriesce dai cassonetti, ma quella annidata tra gli amministratori, tra i politici e gli addetti ai lavori. La vera puzza che infetta la nostra bellissima città si chiama camorra. Finché esisterà lei Napoli sarà ciclicamente invasa dai rifiuti e a nulla potrà un Presidente della Regione per quanto coraggioso. Ieri la camera dei deputati ha detto no alle intercettazioni di Cosentino (accusato di  essere vicino alla camorra ed uno dei principali sospettati dell’eterna emergenza rifiuti in Campania), 308 voti favorevoli e 285, con dodici franchi tiratori. La lotta per ripulire la città comincia da lì, dai palazzi del potere.

 

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I circoli del Pd campano contro Veltroni "Basta autolesionismo, siamo arrabbiati e delusi"

Post n°164 pubblicato il 20 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
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In una lettera inviata ai vertici del partito tutta la rabbia e lo sconforto della base del partito:" Siamo stanchi di assistere, avviliti e impotenti, a un congresso permanente, a vecchie polemiche che si ripropongono periodicamente."

Il migliore alleato di Berlusconi in questi anni? La sinistra logorroica, disfattista ed inconcludente. Sono in molti a pensarlo e le polemiche sorte in queste settimane tra i veltroniani e Bersani ne sono l’ennesima dimostrazione. Berlusconi è in evidente difficoltà dopo la costituzione di Fli di Fini, la sua leadership vacilla ed il governo rischia di cadere in qualsiasi momento. E nel Pd che fanno? Litigano sul nulla, si incartano su questioni che la gente non capisce e di fare opposizione al Governo (seriamente) non se ne parla. La base famosissima del partito è stanca, arrabbiata. I circoli del Pd della Campania hanno scritto una lettera aperta ai vertici del partito che comincia così:” Siamo stanchi di assistere, avviliti e impotenti, a un congresso permanente, a vecchie polemiche che si ripropongono periodicamente. Francamente pensavamo che dopo l’esperienza del governo Prodi avessimo imparato la lezione mettendo finalmente in soffitta l’autolesionismo. Abbiamo fatto due congressi, primarie, secondarie e terziarie e sembra di essere nuovamente punto e a capo.” La mossa di Veltroni con il suo documento che contesta la linea di Pierluigi Bersani, non la capisce proprio nessuno:” Un vero capolavoro, un colpo straordinario per rendere più forte il nostro partito!” è scritto sarcasticamente nella lettera. Per i firmatari della missiva l’attuale discussione nei vertici nazionali è semplicemente “incomprensibile, e che si sviluppa non all'indomani di una nostra sconfitta elettorale, ma nel vivo di una grave crisi politica del centrodestra. Siamo senza parole. Arrabbiati e disorientati sono tanti nostri iscritti ed elettori. Francamente sorprende la riproposizione di argomentazioni critiche che pensavamo appartenessero al dibattito del precedente secolo.” Il malcontento nei circoli e nell’intera sinistra campana è reale, tant’è che solo in tre hanno sottoscritto il documento di Veltroni: Luigi Nicolais, Costantino Boffa e Pasquale Ciriello. Se gli iscritti al partito non capiscono poi figurarsi gli elettori. L’anno prossimo ci saranno le amministrative, compresa l’importantissima elezione del nuovo sindaco di Napoli e questo clima teso e le polemiche non aiutano di certo:” Basta autolesionismo: i nostri iscritti ed elettori sono arrabbiati e delusi. Bersani vai avanti!”. In effetti, che senso ha fare le primarie, eleggere un leader, sottoscrivere un programma, se poi si continua a contestare, a fare distinguo, a rinvangare vecchie posizioni ed antipatie? Berlusconi intanto ringrazia sentitamente e manda un biglietto di auguri.

 
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