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L'Italia post-calciopoli

Post n°154 pubblicato il 25 Giugno 2010 da antonio.salentino

L'Italia non ce l'ha fatta; fa male scrivere queste righe. Fa male perché siamo italiani, e vederci uscire così a un mondiale è qualcosa che riesce a toccarci dentro. Gli unici soddisfatti saranno quelli di Radio Padania e dintorni; noi no di certo. L'Italia paga le sue scelte politiche, amministrative e sportive, esattamente in quest'ordine. Paga le sue scelte politiche del 2006 con la questione Calciopoli, le sue scelte amministrative di aver mantenuto Abete e il suo staff incollato a quelle poltrone, e sportive di aver promosso una squadra composta al 98 per cento da stranieri, ovvero l'Inter. Così è, se vi pare. Così è perché, in difesa, tolti i Chiellini e i Criscito ci restano i Cannavaro e gli Zambrotta, e non due talenti sviluppati da un qualsiasi vivaio nazionale, a centrocampo dobbiamo andare a ripescare i Gattuso e in attacco non abbiamo un bomber degno di tal nome.
La realtà dei fatti è che quando la Juventus vinceva, la Nazionale volava. L'ultima volta, appunto, nel 2006. Oggi, che la Juventus ha fatto uno dei campionati peggiori di tutta la sua storia, la Nazionale esce quasi in silenzio, quasi dalla porta di servizio, quasi senza dignità. E forse il "quasi" andrebbe tolto.
I politici del calcio hanno voluto distruggere la Juventus e innalzare l'Inter a bandiera nazionale; l'Inter ha ripagato i politici del calcio perseverando nella sua politica esterofila, e abbandonando i suoi benefattori al loro destino. C'è della giustizia, in tutto questo; la Juventus non ha mai tradito l'Italia. Vinceva e proponeva blocchi vincenti. Però si sa che tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine, e oggi, con la questione Calciopoli 2, c'è la possibilità di ricostruire la storia, prima di svegliarsi un mattino e scoprirsi irrimediabilmente calvi.
Quella odierna, difatti, è solo l'ultima delle umiliazioni subite; quelle precedenti sono storia recente. Se dico "Blatter e la Coppa del Mondo 2006", se dico "Europei 2016", se dico "coppa del mondo restituita da un giocatore francese" penso che possa bastare.
Quante umiliazioni dobbiamo ancora subire, come italiani? Il calcio mondiale non viaggia con i paraocchi, e due casi non fanno una coincidenza; figuriamoci quattro.
Poi, è chiaro che ci sono state delle mancanze anche a livello tecnico e umano, ed è chiaro che la prima cosa che è mancata è stata l'umiltà del nostro ct, Marcello Lippi. Ma questa è solo la punta dell'iceberg, quella sotto gli occhi di tutti, quella che tutti vedono. Difatti, se è vero per la Juventus che una squadra non può vincere senza avere una dirigenza forte, competente e cristallina, non vedo perché non dovrebbe essere vero per qualsiasi altra squadra, quindi anche per la Nazionale.
Siamo arrivati ai Mondiali con la squadra Fidanzata d'Italia ormai alla frutta; e quella stessa frutta ci è stata riproposta in maglia azzurra. Ora è tempo che si capisca che i destini della Juventus sono strettamente legati a quelli dell'Italia. E' sempre stato così e così sarà sempre perché, se per cambiare il corso della storia di un club bastano venti giorni, per cambiare il destino di una nazione non bastano vent'anni.
Ora è tempo di riflessioni, per chi ne è capace. E di dimissioni per chi non lo è.

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Commenti al Post:
sanguemisto84
sanguemisto84 il 25/06/10 alle 17:14 via WEB
Non sono nè juventino nè interista quindi ho provato a leggere il post con obiettività. Condivido in parte la tua analisi: senza ombra di dubbio è scandaloso che la squadra campione d'italia schieri spesso e volentieri formazioni in cui non ci siano italiani in campo, ma il fallimento è di tutto il calcio italiano, juve compresa. Nessuno più investe nei vivai e lo specchio della situazione è l'under 21 che prima sfornava "gioielli" uno dietro l'altro, adesso si contano sulla punta delle dita,e non vengono nemmeno valorizzati (si veda Giuseppe Rossi che è dovuto emigrare per poter approdare in nazionale maggiore). Poi secondo me non c'entra nulla il fatto che i politici del calcio abbiano voluto distruggere la juve (tesi ancora tutta da dimostrare),quelle sono questioni che a mio parere con la nazionale non c'entrano. E' che molte squadre che fungevano da serbatoio per la nazionale (il milan, la stessa juve) quest'anno sono incappate in un'annata disgraziata. Ne è prova il fatto i giocatori juventini e milanisti sono stati comunque chiamati in nazionale ma non mi sembra abbiano reso un granchè, anzi. Quindi basta con le critiche, si investa sugli italiani: e almeno dalle prime battute di mercato, sembra che la tua juve abbia intrapreso questa direzione. In bocca al lupo a Prandelli e a tutti quelli che avranno il compito di rifondare questa nazionale. Un saluto.
 
 
antonio.salentino
antonio.salentino il 28/06/10 alle 07:35 via WEB
Lungi da me criticare. Io a Lippi sarò sempre grato per quello che ha prima vinto con la Juventus e poi con la Nazionale. A differenza di molti (per la maggiore interisti che hanno in odio Lippi) non faccio critiche a Lippi, ne per le formazioni chierate ne per le convocazioni. Notizia dell'ultima ora: "Balotelli beccato a sparare con una scacciacani in centro a Milano". Avremmo dovuto portare sto personaggio ai mondiali? Oppure Lippi avrebbe dovuto portare Cassano, che alla domanda se lo conoscesse, risponde:"Io conosco Lippi presentatore"???... Lippi ha fatto bene ad escludere chi minava la serenità del gruppo. ... La Juventus anche lo scorso anno è partita sbandierando ai quattro venti che avrebbe puntato sui giovani italiani, ma poi prende Diego e di conseguenza brucia Giovinco (che è più forte di Diego), prende Felipe Melo rinunciando a Marchisio (il quale se non ci fosse stato l'infortunio di Sissoko non avrebbe giocato)... stesso dicasi per De Ceglie e Ariaudo (o Legrottaglie), che avrebbero meritato molto di più rispetto a Grosso e Cannavaro. Quest'anno vogliono diventare una succursale della Sampdoria. ... O puntano sul serio sui giovani, mettendo in conto (anche i tifosi) che si può non vincere per 2-3 anni, o comprano giocatori forti, ma davvero forti e non quei brocchi del calibro di Felipe Melo. ... Nell'articolo si parla di politici del calcio, il riferimento è al signor Abete, che nonostante tutto non vuole dimettersi. Ha ragione Moggi quando dice di costui che ha solo fatto danni, cominciando da farsopoli e finendo per il momento al mondiale sudafricano. Abete, per il quale la giustizia sportiva ha due pesi e due misure. Abete, per il quale la priorità e mantenere il "lato B" incollato alla poltrona di Via Allegri.
 
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