Creato da gualtiero123 il 08/10/2006

Le tre caravelle

La filosofia del nodo

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Che bello viaggiare sul mare, guardando l'orizzonte infinito

Post n°102 pubblicato il 27 Dicembre 2010 da gualtiero123
Foto di gualtiero123

Raga quando si parte?

 
 
 

In barca non ci si asciuga con l'accappatoio

Post n°94 pubblicato il 11 Agosto 2008 da gualtiero123
 

Se voi andate nei Caraibi oppure anche nel nostro sud Italia durante la stagione estiva, potrete vedere le ragazze asciugarsi i capelli al sole o vedere gli abbigliamenti stesi sulle sedie in strada. Voglio dire che laddove il clima è caldo, spesso utilizzando i vicoli ombreggiati e ventilati, le persone del luogo sanno utilizzare qualsiasi sostegno utile perchè in non più di dieci minuti i vestiti sono asciutti.

A maggior ragione in barca, durante la bella stagione, ma, vi dirò di più, anche quando c'è umidità, non si usano gli accappatoi. Perchè?  Vi spiego: non è necessario asciugarsi perchè in dieci minuti la pelle si asciuga da sola, provare per credere, ma soprattutto in una crociera breve, l'accappatoio non farebbe in tempo ad asciugarsi e risulterebbe essere invece causa di umidità, che invaderebbe ogni angolo della barca, ottenendo come risultato di vivere il viaggio in un ambiente saturo di umidità e malsano. Per i più delicati si può usare un asciugamano che stenderemo sul boma, o aiutandosi con un asciuga capelli, con fatto salvo per il buon gusto e per il risparmio energetico.

Ciao

 
 
 

Il sole: motore dei venti e pericolo per le radiazioni

Post n°93 pubblicato il 08 Agosto 2008 da gualtiero123
 

Il sole ci interessa sotto due punti di vista: il primo è il sole come motore dei venti locali e delle brezze, che scaldando la terra e l'acqua in periodi di riscaldamento più o meno lunghi crea depressioni e aria, facendo ruotare la terra e quindi la luna crea le maree, e le stagioni naturalmente; il secondo punto di vista è invece quello delle sue radiazioni, che possono danneggiare strumentazioni elettroniche, ma anche scaldare e asciugare, oppure dare effetti ottici sull'acqua.

A mio avviso, sempre più, dovremo diffidare del nostro amico e degli effetti benefici sul nostro organismo. Prenderlo al riparo di un ombrellone di tela, magari con una crema abbronzante, per intensificare il colore e l'emissione di melanina. Da una parte è un consiglio per chi vuole abbronzarsi, ma daltro canto vuole essere un monito per chi crede erroneamente di essere al riparo dalle scottature, con la sola protezione di un ombrellone. Non commenterò il caso di chi si espone, utilizzando creme ad alta protezione: questo atteggiamento è destinato alla insoddisfazione, perchè si scoprirà che la pelle rimane bianca e magari in quel punto dove ci è scappato un filino, o una rughetta che non ha preso la crema, sarà ustionata al secondo grado, con dolori inenarrabili, come tagli di coltello.

Quindi il mio consiglio, che si può sentire spesso anche dagli specialisti, non prendere mai sole diretto, e quindi mai esporsi durante le ore centrali della giornata, che come sappiamo bene noi marinai, portano raggi solari perpendicolari alla spiaggia, ovvero verticali e diretti.

Purtroppo in barca si va anche sotto il sole di mezzogiorno e, allora, l'abbigliamento è importante. Ricordiamoci che la lana protegge anche dal sole e dal caldo. Copiamo dai gesti dei popoli del deserto e dalla forma dei loro vestiti larghi e degli accessori, come il fazzolettone di cotone , lino o lana.

Per chi ha una pelle non preparata e delicata, ma è costretto per le mansioni a stare sopra coperta ed esposto ai raggi diretti del sole, qui sì che serve la crema ad alta protezione con l'accortezza di farsela spalmare da un altro, per un risultato coprente e totale. Il marinaio non si diverte a stare steso al sole, ma purtroppo subisce i raggi per lunghe ore, quindi anche se l'abbronzatura non sarà da copertina, può andare bene allo stesso modo.

Ho parlato di pelle preparata: i più attenti si saranno chiesti..., ma che diavolo vorrà dire l'espressione di avere la pelle preparata? Bene. Innanzi tutto, come sappiamo tutti noi che amiamo il mare, non ci si espone per più di dieci minuti al dì, prolungati ad arrivare alla mezz'ora, nel ciclo di tre quattro giorni. La trasformazione melaninica rende la pelle più resistente all'agressione dei raggi, naturalmente a spese anche della strutura cellulare della pelle che piano piano invecchia in modo evidente di anno in anno.

Invece, la preparazione che rende veramente la pelle più forte, chi vende gli integratori afferma persino che equivale a tre punti della scala di protezione delle creme, è quella fatta con l'alimentazione nei mesi precedenti al viaggio. Naturalmente una salute ottima ci permette sicuramente di evitare le scottature, ma un'alimentazione con gran quantità di vitamine e sali minerali, ed in particolare di quelle contenute nelle carote, carotene, o simili e i frutta, sono ideali per rigenerare la pelle e prepararla ai piccoli o grandi stress del mare.

Spero veramente che questa digressione non vi abbia annoiato, ma ricordiamo che il momento del pericolo non è solamente quando il mare è in collera, ma anche quando tutto tace ed il mare sembra una tavola, e l'equipaggio si addormenta, lasciando inesorabilmente la nave colare a picco. Non era forse questa la metafora marinara delle sirene di Ulisse. Quindi aver dormito male per i dolori delle scottature, non aiuta a vegliare durante i turni di guardia.

Meditate gente. Qui si dicono anche delle banalità, ma non le si dice mai in modo banale: ricordiamoci che siamo marinai, la concretezza ci appartiene, così come la fantasia.

 
 
 

Strumenti necessari

Post n°92 pubblicato il 31 Luglio 2008 da gualtiero123
 

Vi ricordo che questo è un blog di mare e di vela, anche quando si parla di altri argomenti specifici. Quindi, è importante secondo me riflettere su di una verità: ciò che distingue l'uomo dall'animale è la capacità di utilizzare degli strumenti, ciò che purtroppo oggi è divenuto addirittura un problema, in quanto, con i PC ma non solamente, si è spinti ad usare tutto come oggetti, a volte anche gli esseri umani. Ecco perchè gli animali in certe cose sono meglio degli uomini: semplicemente è perchè essi non hanno la capacità di utilizzare i propri simili, come fossero degli oggetti. Ma gli animali non utilizzano nemmeno gli oggetti quando servirebbero!

Allontaniamoci per un attimo dalla pura concretezza dell'agire: così facendo possiamo vedere che il metodo e la tecnica, per noi uomini, non sono solo oggetti fisici, ma anche un modo per interpretare il mondo, cioè noi usiamo strumentalizzare già nel pensiero i concetti. E ritornando ad un approccio più concreto e materiale, dobbiamo dire che, per ottenere dei risultati di qualità, dobbiamo affinare la tecnologia, le sole mani, infatti, non ci sono sufficienti.

Qualcuno ha scritto che se possediamo solo un martello, piano piano tutti i nostri problemi prenderanno la forma di un chiodo. Perciò se abbiamo dei problemi diversi da risolvere è indispensabile avere degli strumenti appropriati, per risolvere al meglio tutte queste situazioni differenti fra di loro.

Ora tornando all'intreccio dobbiamo riconoscere due strumenti indispensabili, sia a livello concettuale, che a livello pratico. Il primo è il concetto del dividere e del tagliare, che prende forma nella cesoia, il secondo è il concetto del legare e dell'unire, che prende forma nell'incollare o nel legare e incastrare.

Il taglio non è sempre solo quello netto, a troncare, ma può rivelarsi utile in alcuni passi del procedimento di costruzione del cesto, per segnare un vimine prima di piegarlo, in modo da ottenere una piega netta (questo lo si consiglia quando si devono piegare i montanti, che di solito sono un pò grossi e devono piegare ad angolo retto, per formare un bordo netto).

A presto e buon vento!

 
 
 

Produttori di vimine

Post n°91 pubblicato il 18 Luglio 2008 da gualtiero123
 

In Francia è facile trovare aziende che lo producono anche in modo intensivo e che vendono agli artigiani.

Qui, è un poco più difficile, ma in Italia abbiamo tantissimi materiali utili all'intreccio. Non dimentichiamo che anche certi fili metallici o corde o altri vegetali si prestano all'uso.

Naturalmente, rifilati in quattro quarti, molte "essenze", cioè molti tipi di legni, possono essere piegati e servire come il vimine. Nel nostro meridione si usa molto la canna, ma è molto laboriosa e va essicata nel periodo giusto e, poi, riammorbidita in vasche d'acqua. Non basta prendere il legno in natura e lavorarlo. Alcuni rami particolarmente flessibili, tra cui l'olivo, possono essere lavorati subito, ma è materialmente più faticoso e ci vuole abilità manuale. Anche il salice salix viminalis può essere lavorato interamente, con tutta la corteccia, detto per questo motivo "salice nero", ma tende a scivolare tra le mani.

Invece, per fare un bel lavoro duraturo, facile a lavorarsi e di bella colorazione chiara, si deve usare il salice, tipo francese, essicato e rivitalizzato con un bagno di 12 ore in acqua fresca.

Ciao.

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