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GLI STUDENTI DISABILI DEL NORD HANNO MENO DIRITTI DI QUELLI DEL SUD

Post n°691 pubblicato il 15 Novembre 2011 da lecasame

Insegnanti di sostegno. È un'Italia spaccata in due

Più insegnanti di sostegno al Sud, rispetto al Centro e al Nord, ma non solo. Nel Meridione hanno anche più posti di ruolo, mentre nel Settentrione il numero dei precari supera le percentuali di stabilità suggerite dalla legge. La denuncia in un dossier stilato da Tuttoscuola a pochi giorni dall'apertura delle scuole.

ROMA - "Gli studenti disabili del Nord hanno meno diritti di quelli del Sud". A denunciare lo squilibrio tutto italiano della presenza di insegnanti di sostegno sul territorio nazionale, un dossier di Tuttoscuola pubblicato questa mattina che disegna la mappa del sostegno nella scuola italiana. Dallo studio è il Meridione ad avere la fetta maggiore per quanto riguarda il numero di insegnanti di sostegno, il 52% dei posti, nonostante abbia solo il 40% di alunni disabili. "Ci sono più studenti disabili al Centro e nel Nord Ovest - si legge nella ricerca -, ma lo Stato destina gli insegnanti di sostegno (a tempo indeterminato o precari) soprattutto al Sud e nelle Isole. E tra questi offre posti stabili (immissioni in ruolo a tempo indeterminato) molto di più proprio al Sud e nelle Isole che nel resto del Paese".

Secondo Tuttoscuola, le differenze numeriche riscontrate sui territori "dipendono probabilmente in buona misura dai diversi criteri utilizzati dalle Asl per la valutazione delle disabilità", mentre riguardo al numero di docenti di sostegno "si tratta di decisioni prese dal Miur". Ma le differenze territoriali restano in gran parte inspiegabili. "La Finanziaria 2008 ha stabilito che ci dovesse essere un insegnante di sostegno ogni 2 alunni disabili, e che il 70% di tali specialisti fosse assunto stabilmente a tempo indeterminato. Dopo tre anni sono stati effettivamente raggiunti questi parametri su base nazionale, ma con inspiegabili differenze a livello territoriale, tutte sbilanciate in favore del Meridione. Va detto che la situazione di partenza, nel 2007, era già sbilanciata in favore del Sud e delle Isole, ma in questi anni, sotto i ministri Fioroni e Gelmini non si è riequilibrata, anzi si è accentuato lo squilibrio". Il canale del sostegno, però, spiega la ricerca, rappresenta oggi  il canale che offre le maggiori possibilità per entrare in ruolo nella scuola. "Il 50% delle nuove immissioni in ruolo negli ultimi due anni è avvenuto su posti di sostegno. Dopo 5 anni si può chiedere (e molti lo fanno) di passare alle cattedre ordinarie".

Il quadro complessivo individuato dallo studio mostra come negli ultimi quindici anni il numero degli alunni disabili è aumentato di quasi il 70%. Se nel 1995-96 gli alunni con disabilità erano 108mila, nell'anno scolastico 2009-10 gli alunni disabili inseriti nelle scuole statali di ogni ordine e grado hanno superato le 181mila unità e rappresentano il 2,3% della popolazione studentesca, con un incremento di oltre 5mila rispetto all'anno precedente. Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, invece, nell'anno 1995-96 erano 35mila, oggi sono diventati più di 90mila, con un incremento superiore al 150%. "Allora vi era un docente di sostegno ogni tre alunni disabili - spiega lo studio -. Oggi c'è un docente ogni due. E' cresciuto molto negli ultimi 10-15 anni lo sforzo dello Stato verso un settore che sotto molti aspetti rappresenta un fiore all'occhiello della scuola italiana (in pochi Paesi si realizza un livello di integrazione e di assistenza degli studenti con disabilità pari al nostro)". Per quel che riguarda i fondi necessari, "l'Italia investe circa 3 miliardi di euro l'anno solo per il personale di sostegno, schierando un esercito di 90 mila insegnanti specializzati più degli psicologi, stimati in 70 mila, e dei pediatri, stimati in 14 mila, messi insieme". Una specializzazione, spiega la ricerca, che si ottiene con un semestre all'università, ma che non sempre prepara a dovere i futuri insegnanti. "Non sempre la preparazione è all'altezza: per gli alunni con disabilità visiva, ad esempio, non è raro imbattersi in docenti di sostegno che non conoscono l'uso del Braille, la particolare scrittura per ciechi".

(31 agosto 2010)

http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Scuola_e_Formazione/Inchieste/info2137550791.html

 
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