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Nasce il PD....

Post n°21 pubblicato il 01 Settembre 2007 da legaverano
 

Nasce il PD. E nasce dalla disaffezione della gente nei confronti della politica.

Due sono le riflessioni che sorgono: come mai è sorta questa disaffezione, e cui prodest, a chi giovi il PD.

Sul primo punto fior fiore di politici, politologi, dottorini, industriali hanno scritto ed hanno fatto lunghe esternazioni mancando clamorosamente il punto. La gente non è disaffezionata dalla politica, anzi, e ciò è segnalato dall’ultima tornata elettorale delle amministrative, in cui la CDL, ed in particolarmodo la Lega Nord, ha stravinto. La gente, mi vorrà scusare il Prof. Paolo Elli per il gergalismo, ha schifo e nausea di una certa politica, quella ben rappresentata da dagli eredi della Balena Bianca, UDC – UDEUR – Margherita, che fra l’altro sono fra i principali fautori del PD, ossia la politica delle belle parole, dei buoni propositi, del buonismo e del “volemose bbene”, ma dell’immobilismo, del fango che blocca ogni ingranaggio di riforma. Ha schifo (mi scusi ancora per il gergalismo Prof. Elli ma alla gente piace sentir parlare semplice e chiara) della politica statalista, centralista, dirigista e romanocentrica, che è rappresentata (anche se ormai in maniera stinta) dagli eredi del PCI, ossia i DS, altro partito strenuamente a favore del PD. Ha schifo della politica neo bolscevica portata avanti dalle metastasi del PCI, Rifondazione Comunista – Verdi – PDCI; che vedono, come bollicine di arretratezza nel mare della storia, nel lavoro autonomo, nella proprietà privata e nel piccolo risparmio il massimo del sopruso dell’uomo sull’altro, da punire con un elevata tassazione. Ha schifo dei vagheggi, delle manovre di palazzo che cambiano tutto per non cambiare nulla, quale, appunto, il PD è. Tuttavia hanno ragione Paolo Ratti e Claudio Ferrari a dire che il PD non è la solita zuppa. Ed infatti non lo è. È l’ultima manovra del “Palazzo” per salvare capra e cavoli (ossia Poltrone e Privilegi) gettando un po’ di fumo negli occhi.

Cambiare tutto per non cambiare nulla, dicevo, l’esempio è il candidato (o meglio Presidente o Segretario in nuce, perché queste primarie saranno una bufala come quelle scorse, con un plebiscito per un candidato, anzi l’unico candidato reale, le altre sono tutte comparse) alla leadership di tale partito: Walter Veltroni. Non c’è da scordarsi che egli non è l’uomo nuovo (l’homo novus di ciceroniana memoria, per gli amanti dell’excursus) infatti ha già avuto esperienze di governo ad alto livello. È invischiato con i poteri forti (Confindustria, COOP, etc.) come se non peggio degli altri. È solo un paravento, messo da parte per un certo periodo ed ora rispolverato per la necessità. Come il PD è l’ultima carta per non abbandonare il potere. (Piccola parentesi, sarà un caso non lo so, ma durante le ultime amministrative ovunque Veltroni si sia recato per sostenere i candidati di centro sinistra, ha portato una ventata di nuovo: infatti tali candidati della sinistra hanno perso.)

Ricordiamoci poi che il PD è la fusione di due partiti, DS e Margherita, quindi non parte dal nulla e senza ideologie precostituite, anzi.

Il malessere c’è ed è evidente e sta, finalmente, esplodendo. È il malessere del Popolo Padano, dei cittadini Lombardi e Veneti e Piemontesi e di tutto il Nord che lavorano per nove mesi all’anno per pagare le tasse e gli ultimi tre per la propria famiglia. È il malessere del magütt, del legnamè che ogni mattina è bloccato per ore sulla A4  (che, ricordiamo, fra l’altro è largamente sovvenzionata dalla Regione Lombardia per fortuna) o sulle tangenziali che circondano le grandi città del Nord perché tutte le tasse che versano non si trasformano in infrastrutture decenti per uno stato Occidentale. È il malessere della casalinga, che a causa degli aumenti ormai galoppanti, deve aumentare di 400€ c/a l’esborso per gli alimentari. È il malessere dell’artigiano, del piccolo imprenditore, vessato da uno stato (ormai a forma di governo socialista) che come controprestazione dell’obbligazione tributaria non offre nemmeno scuole adeguate per i suoi figli o servizi di trasporto pubblico decente. In poche parole è la “Questione Settentrionale”.

Solo un partito, nella realtà concreta è vicino a tali problematiche, solo quel partito di fa carico dei problemi reali della gente, senza mezze misure o moderazioni di sorta, ed è la Lega Nord.

Solo la Lega può e riesce ad incanalare questo profondo malessere, che alcune forze per disinnescare e rimanere avviluppato al potere, definiscono “anti politica”, “disaffezione” verso la politica. La conferma delle mie affermazioni sta nei numeri: un esempio su tutti Verona, dove il leghista Flavio Tosi è stato eletto con il 60% c/a dei voti, e tutte le realtà locali dove la Lega Nord è stata il vero centro della politica ed il vero Partito Democratico. I nostri avversari possono pure cercare di squalificarci con faziosi richiami all’etichetta ed alla moderazione (ed è appunto dietro a questi richiami che i poltronari, ed i veri parassiti, si nascondono ossequiosamente) ma la Lega continuerà la sua battaglia senza guardare ciò che i radical chic, i nostalgici dell’URSS e della rivoluzione ed i parenti prossimi del grigiore, della corruzione e del fango della prima repubblica diranno di noi.

Una prima conclusione: nel “De Re Publica” di Marco Tullio Cicerone c’è un passo, nelle prime battute, che mi ha particolarmente colpito sia per la profondità, sia per l’attinenza con l’attualità prima esposta: “… la virtù esiste solo in quanto è attiva, ed essa si esplica soprattutto nel governo della cosa pubblica e nell’attuazione a fatti, non a parole, dei principi che costoro proclamano nel chiuso delle loro scuole.” In poche parole, non sta nel professare a parole l’attenta gestione della cosa pubblica, nelle vane promesse e nella logorrea di certi esponenti del centrosinistra e dell’UDC ed altri (ad esempio guardiamo i manifesti prodiani della campagna elettorale e guardiamo ai mis-fatti di un anno di dis-governo) ma nella concreta realizzazione di una oculata gestione dalla cosa pubblica, di cui le amministrazioni leghiste sono il segno più evidente, ad esempio a Mazzate, Lesmo, Biassono, Treviso, amministrazioni confermate con percentuali definibili bulgare alle elezioni.

Seconda ed ultima conclusione: ci ricordiamo che pressappoco un anno fa, che l’Ulivo (DS – Margherita, ossia il PD) ha sperimentato le elezioni primarie. Ci ricordiamo anche che i locali della Pro Loco furono messi a disposizione come seggio. Il 14 ottobre ci saranno le primarie (molto farsa) del PD. Dato che –almeno teoricamente- la Pro Loco è un’associazione apolitica ed apartitica, chiediamo che i suoi locali non vengano utilizzati da un partito per i propri scopi. In caso contrario chiederemo come Movimento Giovani Padani di Verano Brianza, di poter utilizzare i locali della Pro Loco per le nostre riunioni mensili. Dato che è già presente un precedente di uso politico, un secondo precedente rafforzerebbe e renderebbe difficilmente rifiutabile la nostra richiesta.

Invitiamo dunque, fin da ora, i responsabili del costituendo PD di svolgere le primarie del loro partito presso la sede delle forze politiche che costituiscono tale creatura.

Ed invitiamo inoltre, e soprattutto, i cittadini di Verano a boicottare lotto, lotterie, totocalcio, e “gratta e vinci” come forma di protesta civile contro questo governo e questo modo di fare politica. Il motto è “IO NON GIOCO PIÚ”. Ed è il primo passo legale della rivolta fiscale

                                 Andrea Terraneo
                                    
coordinaore cittadino MGP

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