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Il punto sull'invasione islamica in corso

 

 

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EVVIA 'LI' MUSULMANI E 'LI' COMUNISTI!!!!

Post n°36 pubblicato il 23 Giugno 2007 da Legaitalica

«In pericolo i medici francesi: crescono gli assalti dei fondamentalisti per «proteggere» le loro donne» 

PARIGI. Gli episodi si ripetono con sempre maggiore frequenza.

In Francia soprattutto, ma non solo. La pratica del controllo di verginità - e non solo - da parte di musulmani nei confronti delle loro donne, è un fenomeno che si allarga, s'intensifica e riguarda sempre più paesi europei. Un altro segnale dell'integrazione difficile e della quasi impossibilità di conciliare le posizioni religiose fondamentaliste con le leggi e i diritti umani patrimonio irrinunciabili in Occidente. Ma le cronache dalla Francia rivelano episodi inquietanti. Come quello accaduto di recente nell'ovest del Paese quando il prof. Israel Nisand, capo del dipartimento di ginecologia ostetrica al policlinico di Strasburgo, è stato chiamato d'urgenza per stilare «un certificato di verginità ad una bambina di undici anni». «Ho gridato la mia indignazione - racconta - ma quante minacce e quanti calci contro le porte dell'ufficio!». Alla segretaria del prof. Nisand, un po' di tempo prima, non era andata così bene. Due maghrebini l'avevano presa a pugni e sbattuto la testa contro un tavolo, gridando: «questo perché vi occupate delle nostre donne». A terra, in gravi condizioni, le avevano poi strappato la maglietta e scritto con pennarello sul ventre: «Maometto». L'irruzione di fondamentalisti islamici negli ospedali francesi, che non vogliono che le loro donne siano esaminate, curate ed aiutate a partorire da medici uomini - irruzione spesso seguita da minacce e da atti di violenza contro i sanitari - non riguarda solo Strasburgo. L' elenco è infatti lungo - dalla regione parigina a Lione, da Grenoble a Roubaix, Tours, Nizza, Montreuil - e la misura è ormai colma, si è detto l'Ordine nazionale dei ginecologici ed ostetrici francesi. «Dovremo ormai - si sono chiesti i medici uomini in un comunicato dell' ottobre scorso - essere protetti dalla polizia per esercitare il nostro mestiere? Trent'anni fa le donne musulmane venivano nei nostri ospedali senza l'apprensione di essere esaminate da medici generalmente uomini, e non c'erano queste violenze. Perché questa aggressione?».
Uno degli atti violenti risale al settembre scorso, quando un medico dell'ospedale Robert Debrè di Parigi, chiamato urgentemente ad intervenire su una donna maghrebina che aveva avuto un parto difficile, è stato aggredito e malmenato dal marito. Quest' ultimo, 23 anni, è stato condannato poi a sei mesi di prigione. Ma, se i fondamentalisti non vogliono che i medici uomini tocchino le loro donne, contemporaneamente sono sempre più frequenti le richieste di avere certificati di verginità da parte delle loro fidanzate o delle spose promesse. Un fenomeno che pone i medici di fronte ad un dilemma. Accettare o no di rilasciare certificati di verginità? Aderire o no alla domanda di ricostruzione dell'imene in particolare per permettere a giovani musulmane di sposarsi?
I medici - ha scritto Le Monde - «sono posti davanti alla loro coscienza», combattuti fra la preoccupazione di proteggere una ragazza destinata, in caso di rifiuto, a misure di ritorsione da parte della sua famiglia o di quella del suo futuro sposo, e «il disgusto che ispira loro questo passo, questa minaccia all' intimità di una persona e questa menzogna alla quale porta questa operazione». L'Ordine dei ginecologi ha affermato la sua opposizione a questi due atti, perché «umilianti» e contro la dignità della donna. «Rifare l'imene - ha osservato - significherebbe aiutare la sottomissione della donna e partecipare ad un costume maschilista del sangue sulle lenzuola la notte delle nozze che non ha niente a che vedere con la fede». Mentre cresce il disagio dei medici francesi - stretti fra il giuramento d'Ippocrate e quella che viene presentata dal paziente come «legge di Dio» - recentemente è stata presentata la Carta della laicità nei servizi pubblici preparata dall'Alto consiglio per l'integrazione. L' aveva chiesta un anno fa il primo ministro francese, Dominique de Villepin, preoccupato per il fenomeno. L'organismo ha anche ascoltato il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Dalil Boubakeur, rettore della moschea di Parigi: è stato categorico nel rifiuto di una «talibanizzazione dell'islam francese». (La Provincia)

 
 
 
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