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FERRARA, SAN GIORGIO PATRONO

Post n°375 pubblicato il 21 Febbraio 2017 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

Maria Alberta Faggioli Saletti

clicca sull'immagine: Basilica di San Giorgio fuori le Mura, Facciata, San Giorgio uccide il drago e salva la principessa (1708).

San Giorgio, Patrono di Ferrara     Parte 1a

Il santo è patrono della città da parecchi secoli. A Ferrara, fin da prima del 1000, la devozione a San Giorgio ha fatto sorgere l’antica cattedrale a lui consacrata e sede vescovile fino al 1135. Oggi è la Basilica di San Giorgio fuori le mura.

Nel cuore dell’antico nucleo cittadino che prima del Mille era un’isola tra i rami del Po di Primaro e di Volano,viene fondata la Basilica, non sappiamo esattamente quando, ma in una data strettamente legata alle origini della città di Ferrara (VII-X secolo).

-Culto e leggenda di San Giorgio.  Il culto di San Giorgio è antichissimo e diffuso in oriente come in occidente.  San Giorgio è considerato il patrono dei cavalieri (che, lanciandosi in battaglia, ne gridavano il nome),degli armaioli, dei soldati, dei militari, degli schermidori, degli arcieri,dei sellai.

Fu invocato contro la peste, la lebbra e la sifilide, i serpenti velenosi, le malattie della testa e, nei paesi alle pendici del Vesuvio, contro le eruzioni del vulcano.

Scarse le notizie biografiche sul Santo, e messa in dubbio la stessa nascita in Cappadocia (attuale Turchia centrale) nel III secolo d.C., forse a Selene, in Cilicia (nella costa sud orientale della Turchia, a nord di Cipro); incerte le notizie sulla sua conversione più sicura l’attribuzione di genitori cristiani.

Fece parte, forse, delle guardie del corpo di Diocleziano che, con l’editto del 303 d.C. ordina di  perseguitare i cristiani, e anche Giorgio che non ha abiurato la sua fede. Pare che Giorgio  sia stato martirizzato a Lydda (l’odierna Lod) presso Tel Aviv, in Israele dove si venera il corpo del santo.

Il culto per il martire inizia quasi subito, come dimostrano i resti archeologici della Basilica eretta poco dopo la sua morte (forse nel 303), sulla sua tomba, a Lydda. Si raccontava chedall’altare della sua chiesa uscisse una fontana viva la cui acqua sanava gli infermi.

-La Leggenda del combattimento di Giorgio con il drago. Lo scontro fra Giorgio e il drago ci presenta il santo avvolto nel racconto eroico, e ricorda, tra l’altro, al mondo che il bene vince sul male.

E’ opportuno tuttavia avere presente che il combattimento di Giorgio con il drago non compare nelle testimonianze più antiche sul martire sinora conosciute (una Passio del V° secolo ), mentre nel Medioevo questa impresa era considerata la più significativa del santo, e raccontata nella Legenda aurea di Iacopo da Varazze (Varagine). E' una raccolta di biografie di Santi.    Vi si narra come un mostro infestasse le paludi presso la città di Silena in Libia uccidendone gli abitanti con l’alito mefitico. Per evitare che il drago si avvicinasse, icittadini gli portavano in sacrificio ogni giorno una pecora e una fanciulla.Quel giorno la vittima designata era la figlia del re. Giorgio, soldato romano, arrivato dall’Oriente a Silena, vedendo la fanciulla abbracciata al padre incamminarsi verso la palude, si commosse, montò in sella brandendo la spada e inferse al mostro una ferita mortale.    Giorgio uccide il mostro e salva la principessa.

L’ipotesi è confermata dal recente studio di Beatrice Saletti, nel quale sono riportati resoconti tre-quattrocenteschi di pellegrini, a Beirut (in Libano) che ricordano come San Giorgio, dopo un duro combattimento, abbia ammazzato il dragoche stava in una spelonca vicina ad un lago (per qualcuno una fiumana).

Nella storia del Santo, dunque, il combattimento con il drago, solo dopo le Crociate, nel 1200, è diventato tema saliente ed ha assunto grande clamore nell'iconografia occidentale: nelle immagini, San Giorgio viene rappresentato come un aitante giovane a cavallo o come un cavaliere dalla scintillante armatura, con la lancia, mentre uccide il drago.

Ciò che colpisce l'immaginario degli abitanti delle città in cui viene rappresentato San Giorgio, è il nucleo della vicenda: un guerriero sfida e abbatte un animale mostruoso che, esalando pestiferi miasmi, ammorba il territorio circostante. Questo nucleo può essere la trasposizione in veste mitica di realtà nelle quali  la popolazione è impegnata quotidianamente a difendersi dalle malsane condizioni di vita (per Ferrara, le alluvioni causate dalla forza del fiume Po). San Giorgio così viene identificato nel portatore di salute e non solo nel difensore della fede e della vittoria del bene sul male.



T. Bradman, Spade, maghi e supereroi, traduzione di Floriana Pagano, Einaudi Ragazzi, Bologna,2005, pp.93-105.

L. Goosen, Dizionario dei Santi. Storia, Letteratura,Arte e Musica, Milano 2000, p. 215.

Iacopo daVarazze, Legenda aurea, secondaediz., cur. G. P. Maggioni, I-II, Tavarnuzze (Fi.) 1998, pp. 392-394.

M. Molteni, Cosmè Tura, F. Motta, Milano 1999, p. 80; Cosmè Tura, testi e apparati diMarcello Toffanello, presentazione di Eugenio Riccomini, Rizzoli  Skira, Milano 2005 (I classici dell’arte-Corriere della Sera), pp. 57-61.

Don Domenico Messore, Viagio del Sancto Sepolcro facto per lo Illustro Misere Milliaduxe Estense, Edizione eCommento a cura di Beatrice Saletti, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo-Fonti per la Storia dell’Italia Medievale, Palazzo Borromini, Piazza dell’Orologio, Roma 2009, p. 34, n. 268.

 
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