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 di Maria Alberta Faggioli Saletti

Post n°55 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

I figli estensi della duchessa:

Alessandro (1505, vive appena un mese), Ercole (1508, il futuro Ercole II d'Este), Ippolito (1509, futuro cardinale), Alessandro (1514, morirà a due anni nel 1516), Eleonora (1515, diverrà suora clarissa), Francesco (1516, sarà marchese di Massalombarda), Isabella Maria (1519, morirà poco dopo la madre).

Tra gli autografi di Lucrezia Borgia custoditi all’Archivio di Stato di Mantova, particolarmente toccanti mi sono sembrate le lettere che annunciano la nascita, il parto o anche la morte dei figli avuti nei diciotto anni del matrimonio con Alfonso d'Este (1502-1519).

Il loro pregio evidenziato già da tempo[1] non è solo quello di precisare alcune date a lungo incerte, anche perché erroneamente ricopiate, bensì quello di alimentare l'interesse per le parole scelte da Lucrezia Borgia nel comunicare notizie sulle proprie maternità: un po' duchessa per i cognati marchesi, Isabella d'Este e Francesco II Gonzaga, ma soprattutto donna e già madre.

Ne è un esempio la comunicazione doppia (alla marchesa e al marchese), con la quale, il 4 luglio 1515, la duchessa di Ferrara annuncia ai marchesi il suo felice parto: "Io me trovo tanto contenta del mondo e la figliuola [Eleonora] ch'io ho partorita sta assai bene e me pare d'aver receputo da Dio una di quelle gratie grate che suol mandare Sua divina Maestà a qualche persona meritoria"[2].

E un'altra lettera, pure doppia, nella quale comunica la morte di un figlio (11 luglio 1516, da Belriguardo, una "Delizia" estense): "Lo ill.mo don Alessandro mio figliuolo ultimo de maschi, dopo una lunga infirmitade qual mai se gli è potesta levare, è stato soprassalito da un crudelissimo fluxo, qual avendol trovato debile per causa del longo malo, et de molte ulcerazioni che gli erano nate sul capo l'ha conducto a morte in poche hore. El poverino la nocte passata rese l'anima benedicta circa le quattro hore a N. S. Dio, et mi ha lasciata molto afflicta e piena de immenso dolore, sicome facilmente può credere v.ra ill.ma s.ria, essendo donna et tenera madre… qual so che me porterà compassione. Et perché reputo le actioni nostre, sì prospere come adverse, essere comuni, vostra ill.ma s. serà contenta far pregar N.S. che me doni fortezza, afinchè patientemente possa tolerar questa perturbation d'animo e colpi di fortuna. Et quel che non poco me afflige è che intendo lo ill.mo s. duca mio consorte sentirne grandissima displicenza…"[3].

I contenuti delle lettere di Lucrezia Borgia sui figli la delineano come donna e madre dotata di profonda umanità.

[1] G. ZUCCHETTI, Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara, estratto da "Gazzetta di Mantova", Mantova 1860, p. 7.

[2] G. ZUCCHETTI, cit., p. 25.

[3] Ibid.

v. Tags (in alto, a sinistra) di questo blog:  LUCREZIA BORGIA, notizie su Ferrara, la sua cucina e le prelibatezze, il suo Palio, il delta del Po, gli Estensi, Mecenatismo estense, Ariosto, Bassani, gli scrittori locali, il Premio Estense.


 
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