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« Il possesso della terra ...Il mio Delta. Dall’Isola... »

Il possesso della terra nella Transpadana ferrarese fra X e XII secolo. Enti ecclesiali, Canossa e Signorie fondiarie (Domus Cas

Post n°437 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da marialberta2004.1
 

 CLICCA sull’immagine per ingrandirla: pergamena 1104, prime righe, Ferrara, Archivio Storico Comunale 

CLICCA Tag, in alto a sinistra, poi CLICCA Pigaiani Luciano, per vedere tutti i post della recensione.

Maria Alberta Faggioli Saletti RECENSIONE-ANALISI ottobre 2020 

 

Luciano Pigaiani, Il possesso della terra nella Transpadanaferrarese fra X e XII secolo. Enti ecclesiali, Canossa e Signorie fondiarie (Domus Casotti, Marchesella), Este Edition, Ferrara 2020. € 20.

 

PARTE PRIMA 

Il tempo, il luogo, l’autore

Nell’arco temporale di tre secoli, il 10°, l’11° eil 12°, il periodo che viene definito ’Alto’ e ‘Pieno’ Medio Evo, viene indagato un territorio ampio, tra Emilia Romagna, Veneto meridionale e Lombardia, da Ravenna a Mantova, attraversato da corsi d’acqua innumerevoli, secondari, e importanti come il Po il quale, nella parte terminale, prima della metà del 12° secolo, piegava a sud –est e, dopo le cosiddette “rotte di Ficarolo”, si è rivolto a est, con il “ramo di Venezia”.

E’ il territorio che nei secoli successivi verrà definito Transpadana ferrarese compresa nella provincia di Rovigo.

L’autore è un appassionato e apprezzato studioso di storia della sua terra, Ficarolo (oggi nella provincia di Rovigo). Ricordiamo, fra le altre, due pubblicazioni strettamente collegate all’attuale, Il Territorio della Pieve di Santa Maria in Trenta e il castello di Ficarolo nelle Fonti Medievali (2010),  e La “Domus Casotti” e San Salvatore di Ficarolo con le dipendenze di San Lorenzo alle Caselle e Santa Croce di Salara (2015). 

 

▪La dedica a Patrizia Trevisani

Lo studio è dedicato alla moglie Patrizia, insegnante a Ficarolo, stimata dagli alunni e dai genitori.

Prematuramente scomparsa all’inizio del 2020, Patrizia, che ha lasciato un bel ricordo del proprio amore per la cultura, ha sempre sostenuto il difficile e intenso impegno di studio del marito Luciano.

 

▪Le fonti e i temi della ricerca

Il nuovo scritto di Luciano Pigaiani, è anzitutto coerente con i precedenti decennali studi. Esso però riguarda in modo specifico “il possesso della terra”, cioè beni, possedimenti fondiari, situazioni patrimoniali di terre e castelli, proprietà, giurisdizioni, e anche la situazione delle acque.

I documenti inediti sono stati rinvenuti a Ferrara, gli altri a Ravenna, Verona, Modena, Venezia.


Ancora una volta sono confermate le due scelte metodologiche dell’Autore: la ricerca sistematica delle fonti storiche attendibili (carte, regesti, cronache, documenti ancora sparsi e di difficile acquisizione) che meritevolmente egli riproduce in extenso’, con traduzione dal latino medievale, e la scelta dei temi da approfondire.  

Attenzione particolare, secondo la storiografia ultimo novecentesca, viene riservata ai problemi idrici e idraulici, all’evoluzione dell’agricoltura, e alla topografia, per osservare, indagare e cogliere i mutamenti strutturali dell’epoca oggetto di studio.

 

La ricerca, come precisa lo stesso autore, “è stata incentrata sulla distribuzione non solo della proprietà fondiaria ma soprattutto sul possesso della terra di Enti ecclesiali e Signori fondiari, sull’evoluzione di questi grandi possedimenti, sulle forme di dominio signorile e sui rapporti di dipendenza contadina”(p.9). 

 

La consueta indagine negli archivi, ha infatti permesso una nuova raccolta di documenti, secondo l‘intento dell’autore, su cospicui possessi:patrimoni ecclesiastici, quali, tra gli altri, quelli dell’Arcivescovado di Ravenna, del Vescovado di Ferrara, del Capitolo della Cattedrale di Ferrara, quelli di Enti monastici fra i quali Santa Maria della Vangadizza e Polirone, i molteplici beni dei Canossa con i contributi alla parentela diBonifacio di Canossa (p.115), e le proprietà delle Signorie fondiarie di alcune Famiglie,Di Pietro Di Gregorio, Da Ganaceto, Da Calaone, Domus Casotti, Marchesella Adelardi.

 

Gli ultimi documenti rinvenuti e studiati (antiche pergamene) indagano in particolare prassi amministrative del possesso (patti colonici, documenti di livello, enfiteusi), in uso poco dopo il Mille (fra gli altri, dall’Arcivescovo di Ravenna).

 

La ricerca di documenti di enfiteusi e di livello riguardante la terra si è estesa in modo inedito ai richiedenti il suo utilizzo, oltre a riguardare i proprietari.

 

Di particolare interesse il capitoletto Rapporti enfiteutici e patti colonici nella Transpadana (pp. 169-183) nel quale sono pubblicati documenti di livello d’ambito ferrarese (del 950, 993, 1028, 1037, 1041, 1043, 1048). Ne esce il quadro dei “terratici”: segale –sigale , faba-fava,hordeo, mileo, trisico, panico, legumi, lino, vino, con l’aggiunta di galline, polli, uova, grano, fugacia, il ‘braciatico(p. 180 e Glossario).

 

Completa la bella documentazione l’importante capitoletto sull’Idrografia (p.184-192), un compendio sui principali corsi d’acque (gli alvei del Po, Adige,Tartaro-Canal Bianco e la rete fitta dei corsi d’acqua minori), che attraversa i secoli, fino al 1700.

L’autore fornisce dotte informazioni sulla complessa idrografia e sulla complicata rete idraulica che testimonia l’opera imponente e secolare di bonifica.

 

Il problema della gestione delle acque era talmente importate che già se ne occupavano gli Statuti ferraresi del 1287.

Il colto autore ci informa anche sugli idronimi più diffusi nelle fonti, come scursurium  (fosso di scolo), fossa (canale navigabile), e ducia, scolo in muratura delle acque (p. 184).

 

 
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