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LIBERA NOS, DOMINE

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"Il giovane gambero" favola di Gianni Rodari

Post n°814 pubblicato il 01 Aprile 2015 da endoke

Un giovane gambero pensò: - Perché nelle mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco. –
Cominciò a esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica: Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole.
Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: - State a vedere.- E fece una magnifica corsetta in avanti.
- Figlio mio,- scoppiò a piangere la madre, - ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene.
- I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare.
Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse : - Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua , il ruscello è grande : vattene e non tornare più indietro.-
Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo.
Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea.
- Il mondo va a rovescio, - disse una rana, - guardate quel gambero e datemi torto, se potete.-
- Non c’è più rispetto, - disse un’altra rana.
- Ohibò ohibò, -disse un terza.
Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto ad un sasso. – Buon giorno, - disse il giovane gambero.
Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse: - Cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua, piuttosto che rivolgermi la parola: Fin che sei in tempo, da’ retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio.-
Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava:
- Ho ragione io.-
E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino.
Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: - Buon viaggio! –

Questa favola mi è sempre piaciuta molto, probabilmente perchè i miei genitori, al contrario di quelli del giovane gambero, mi hanno sempre spronata a seguire una idea propria -a difenderla se ne ero davvero convinta-, piuttosto che a una vita comoda di allineamento e omologazione alla massa.

E questo non significa che nella mia famiglia non ci fossero regole, anzi! Ma una delle frasi che mio padre mi ripeteva più spesso nelle nostre discussioni, durante i miei moti di ribellione adolescenziale, era "tu hai ragione figlia mia, ma fino a che vivi sotto il mio stesso tetto comando io". E non era una contraddizione, era un modo per farmi assumere le mie responsabilità nel bene e nel male. E di fatto, mio fratello di cinque anni più piccolo, ha avuto vita più facile della mia in quanto per quelle poche circostanze in cui potessi cogliere in fallo a mio padre, gliele avevo già spianate io... senza considerare che oltrettutto era il maschio di casa e la mentalità italiana la consociamo tutti no?. jajajajajaja

Mio padre magari storceva un po' il naso se gli chiedevo il permesso per andare al cinema con le compagne di classe, ma poi a 13 anni mi ha permesso un viaggio di studio ad Alicante da sola... Per i miei 18 anni mi ha chiesto se preferivo una festa come tutti, oppure andare un mese in Brasile a casa di amici di vecchia data che, durante la dittatura di Sarney erano rifugiati politici a Roma, motivo per cui si sono conosciuti. Devo sottolineare che cosa ho scelto di fare per i miei 18 anni? jajajajajaja (Paese dove sono andata a vivere dai 21 ai 25 anni riuscendo ad essere assunta, contando solo sulle mie forze, come traduttrice presso il Senato, oltre a lavorare anche come insegnante presso l'Istituto Italiano, alla faccia della modestia jajajajajajaja)

Ho sempre avuto modo di frequentare persone più grandi me ed ho imparato a... rubare con gli occhi e soprattutto a scegliere di avere una mia propria identità, allontanando per quanto possibile la mediocrità perchè una mente piccola non apporta niente anche se, sicuramente vive meglio di chi, come me, ama confrontarsi, capire e... vedere oltre anche per poi scegliere di restare sulle proprie posizioni quando capisce che, ahimè, non se ne esce perchè "ciò che uno non vuole, due non fanno"!!

Non sono una persona egoista e non ho problemi anche a condividere con il mio prossimo la fortuna che ho avuto nel poter scoprire altri mondi oltre lo zerbino della porta di casa e, proprio per la capacità di scegliere, ho anche fatto miei (al punto tale da passarli anche alla mia adorata nipotina -non avendo figli miei-) gli insegnamenti ricevuti perchè, citando un altro proverbio, una mela non cade mai troppo lontano dall'albero (e se volessimo essere polemici potremmo dire che forse potrebbe essere questo il motivo per cui certe mentalità sono difficili da... sradicare! jajajajajajaja)

Ovviamente tutto nella vita ha un prezzo e quello che io pago ogni giorno -ma non me ne pento, sia chiaro!- consiste nell'essere spesso "letta" (ma è anche logico eh! perchè ognuno fa ciò che può!) in base al proprio metro, alla propria realtà, al proprio sapere e alle proprie circostanze, senza quella voglia che invece io sento (e credo sentirò sempre!) di cogliere ogni piccola sfumatura perchè, se nell'omologazione si sta comodi ma è noiosa, nel dinamico confronto si cresce e ci si migliora.

E per dirla con una massima di Albert Einstein "La mente che si apre ad una nuova idea, non ritorna mai alla dimensione precedente"



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Avevo sempre saputo che
il vero amore è al di sopra di tutto
e che sarebbe stato meglio morire,
piuttosto che cessare di amare.
Ma pensavo che solo gli altri
ne avessero il coraggio.
In quel momento, invece,
scoprivo di esserne capace anch'io.
Anche se avesse dovuto significare
partenza, solitudine, tristezza,
l'amore valeva comunque
ogni centesimo del suo prezzo.
(Paulo Coelho)


 

 

Quem nos decepciona
não necessariamente
não presta.
Ás vezes,
a decepção é causada
por nós mesmos
que esperamos
das pessoas além
do que elas podem dar...
Especialmente por...
compararlas conosco.

 

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