LIBERA NOS, DOMINE

Quando sai di poterti fidare delle persone, a quel punto non puoi nemmeno più parlare di tolleranza, ma di accettazione degli altri per ciò che sono, perché nessuno di noi è uguale a un altro (e per fortuna direi). E a mio parere è proprio questa eterogeneità che rende interessanti i confronti. Sai che noia se ci assomigliassimo tutti?

E' ovvio che sia d'accordo con te Arya sul fatto che ognuno di noi sia diverso, ma se nella diversità (ma mai totale!) si cresce, nelle somiglianze ci si "rassicura"... Il punto che invece era mia intenzione sottolineare, è che quando si perde la fiducia in qualcuno perchè le parole pronunciate contraddicono i reali comportamenti (tipo il non usare un trattamento differenziato definendo limiti, confini e soprattutto i vari gradini di una scala della "considerazione") allora anche le divergenze che fino a quel momento avevano perso di importanza perchè compensate dal trattamento differenziato di cui sopra, fanno si che non esista neanche un minimo di equilibrio, perchè i piatti della bilancia sono oltremodo e irrimediabilmente sbilanciati. E alla fine, come dice il post, tutto diventa inutile e l'unica considerazione accettabile è quella di prendere le debite distanze perchè (e mi dispiace ripetermi)... se una cosa accade una volta, è un caso, due è una coincidenza, ma da tre in poi è un modus operandi e come dice Serrat... "nunca es triste la verdad, lo que no tiene es remedio" (non è mai triste la verità, ciò che non ha, è rimedio)... Concordo che se tutti ci assomigliassimo sarebbe noioso ma io non lavoro per l'ISTAT (ma neanche per il censimento jajajaaja) e quindi del mondo in generale me ne frega poco, sono più interessata al circolo delle persone con le quali mi rapporto e mi relaziono perchè a loro dò la mia attenzione, il mio affetto, il mio tempo, il mio sentire, la mia energia ed è con loro che ci si può reciprocamente deludere... i grandi numeri mi servono a poco da buona asociale jajajajajajajajajaja

Come attore sul palcoscenico della vita sono costretto a recitare a braccio. Ogni mio atto è dettato dalle esperienze del passato e mediato, nell’istante presente, dalle aspettative future interagendo con la vita di altre persone e creando incertezza. Interpretare ciò di cui vengo a conoscenza mi procura sempre una carica emotiva e, se questa è particolarmente intrigante, cerco il rapporto fiduciario. Se poi questa carica è soltanto mia o si manifestano difetti e la fiducia viene a mancare , semplicemente, senza alcun patema d’animo, esco da questa procedura mantenendo intatta la funzione. Buona giornata endoke

Buongiorno Al, in linea di massima sono d'accordo con te... purtroppo, pur essendo sulla buona strada, quando succede a me di perdere la fiducia non ne resto del tutto illesa perchè se mi metto in gioco, lo faccio al massimo delle mie capacità (e possibilità) -sempre meno con il passare del tempo- e quindi un po' di dispiaciuta delusione c'è sempre... Buon fine settimana :-)