LIBERA NOS, DOMINE

Niente è più "meglio"...

...di una bella dormita. E visto che ritengo che nulla accada per caso, sono convinta che sia un segnale importante.

Nonostante non brilli proprio per essere una persona arrendevole e conciliante, mi metto spesso in discussione e se ritengo che ne valga la pena, mi ci metto di buzzo buono per capire le altrui ragioni. (E quando per giunta sono... tanti, l'impegno c'è stato davvero! Eccòme!!! jajajajaja)

E ammetto che non mi costa troppa fatica perchè "non sprecando" energia con tutti, visto che faccio differenza tra il vicino del 5º e chi davvero conta nella mia vita, continuo ad averne una buona scorta.

Per le stesse ragioni uguali e contrarie, mi succede però che quando arrivo al punto di non ritorno (anch'esso raggiungibile in tempi brevi o lunghi a seconda dell'importanza di cui sopra) mi scende il velo e non vedo più nulla.

E questo è in genere il momento in cui i miei interlocutori si pongono il problema del mio cambiamento. Non quando chiedo, non quando mi incaxxo, non quando spiego, non quando paziento e ricomincio a spiegare tim-tim por tim-tim che parlo del principio e non del fatto in sè, neanche quando resto basita da accuse chiaramente campate in aria perchè interpretano le mie parole decontestualizzandole e misurandole secondo il proprio metro, e non quando divento verde perchè mi si dice "ho capito" quando in realtá non si è capita una emerita cippa.

Come dicevo prima se ritengo che valga la pena, sono talmente disponibile al dialogo e soprattutto ad ascoltare le ragioni altrui, anche quando vengono contraddette da comportamenti diametralmente opposti, ma alla fine io continuo ad asserire le stesse cose (probabimente perchè non sono bandiera al vento ma soprattutto perchè non amando essere incensata, le lodi per rabbonirmi non solo non sortiscono l'effetto sperato ma ottengono addirittura quello inverso) e gli altri si incartano da soli.

Se a tutto questo aggiungiamo anche una bella dose di memoria elefantiade succede inevitabilmente l'irreparabile.

Sono convinta che nessuno sia tenuto a fare l'impossibile, ma tra l'impossibile e non metterci del proprio mi sembra ci sia un abisso.  E quindi, pur comprendendo la crisi generale che viviamo succede che taglia qui, taglia lì... alla fine non resta nulla.

Spesso si confonde la disponibilitá con l'abnegazione e si finisce per ritenere che si possa fare il bello e il cattivo tempo impunemente e a oltranza, ma ogni scelta che facciamo implica delle conseguenze e non è corretto sottolineare le reazioni che si hanno, senza misurare con equitá le azioni che le hanno provocate.

Proprio ieri ho ascoltato tutto un ragionamento, che peraltro non posso fare a meno di approvare e sottoscrivere, sulla necessitá di avere parametri chiari e definiti perchè (in quel caso si parlava di lavoro) se "non si comunica a tutti chi sia il preposto a dare ordini, si finisce per fare confusione e senza ordini, o con ordini poco chiari, si finisce per non avere responsabilitá e conseguentemente il lavoro non viene realizzato".

[domanda: ma non ero io quella che professava la necessitá di non avere comportamenti fumosi specialmente quando si era per primi scorretti nella reiterata iniquitá???]

Ascoltavo e ridevo prima di tutto perchè significava che il mio intuito ancora una volta non mi aveva ingannata e poi perchè ["Me cojoni! Allora ce senti da 'st'orecchio"] era la dimostrazione palese che se si ragiona in questo modo, significa che si ha ben chiaro in mente che tutto ciò che è fumoso alla lunga crea più problemi della chiarezza anche quando apparentemente sembrerebbe innoquo.

Ovviamente una cosa non toglie l'altra e il sapere che non mi sono sbagliata in tutte le mie considerazioni, non mi porta a null'altro che all'ennesima conferma che non parlo mai a vanvera, ma lo sapevo giá e quindi continuo il mio percorso con la consapevolezza che... davvero nulla accade per caso.

EndokeIrreparabilmenteEndoke