Antri oscuri
Tra Lestat e il Corvo, nei meandri dell'oscurità della psiche
Nell'ossessione di un delirio continuo occhio insonne non chiudo. Cessar non puote terror di dormir e a incubi sprofondar nello straziante e lento declinar di forze corporee. E mente che a sonno non vogliono obliar, sì tanto dolore mi scuote. Vibrazioni e convulsioni percuotono come strazianti frustate le membra ormai consumate. Il buio osservo: nell'oscurità solo il limpido scintillar di miei occhi arrossati da troppo tempo aperti, spalancati, da terrore straziati! Avvolta in me stessa. Raggomitolata, afferro la mia putrida essenza di vana speranza svestita, spoglia e denutrita dell'antico ardor perduto. Nel lento obliar di Luna calante sprofondato in fossato seppellito. Delirante. Marchiato a fuoco sulla carne il segno del Male perenne, ove destino non puote pace perir ma solo in farneticante ossessione di morte trasformar... Dai sensi rapir in una stanza consumata dell'odio, che di perenne insonnia va nutrendosi alla follia portando. Il raziocinio rapendo, andando a sublimar anche l'ultimo vacuo fuoco che insana mente illumina |
Sangue che cola,
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Negli anfratti di mente assopita drogata e frustrata. Da troppo amor afflitta, baci succhian gli ultimi sospiri di vita rimasta. Respirata! Creata e distrutta come materia prima plasmata alchimia preziosa di oro e fango. Rosa senza spine recisa al cuore impavido presto donata prima che fiore avvilito appassisca. Di te ricordi funerei. Funesti. Maldicendo il giorno che vita fu', e in cordoglio di funebri vesti mi spoglio al cospetto di regina Morte. Sospirando e piangendo a ciò che in vita terrena tu fosti: eterea beltà! Radici strappate alla terra non più bulbo possa procreare fiore si' bello! Nel rimembrar lagrima riga mio volto tristemente nei pensieri reminescenza vagan i ricordi come sospinti da corrente. E navigando anche la memoria svanisce al rimembrar di petali si belli che avvizziti decoran il suolo |
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