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FIABE MODERNE: IL CANTO DI NATALE DI MARCHIONNINO

C'era una volta, in un paese molto lontano, un tirchio, ricco e avaro finanziere di nome Sergio Marchionnino, amministratore delegato di una nota casa produttrice di macinini da caffè: la sfiat. Era cosi avaro che  non spendeva nulla nemmeno per sé (infatti nelle interviste alla tv indossava sempre lo stesso maglione). Per lui il Natale era una perdita di tempo (rimproverava Dio stesso per l'atto del respirare dei suoi dipendenti, che intralciava il commercio e il guadagno).

Talmente infastidito dalle festività, costringe i suoi umili impiegati (tra i quali ricordiamo Ciro Esposito di pomigliano), ai quali dà uno stipendio da fame, a presentarsi al lavoro anche il giorno di Natale. Per questo accanito interessamento ai soldi è una persona poco amata da tutti i suoi dipendenti, che lo vedrebbero di buon occhio sotto una pressa di Mirafiori.

La sera della vigilia di Natale, mentre sta rincasando, gli sembra di intravedere nello specchietto della sua panda a metano (non a benzina, perchè costa) il volto di Guglielmo Epifaner, (l'unico sindacalista che non si era fatto corrompere a aveva cercato di porre un freno alla schiavizzazione degli operai), visione che lo turba profondamente. Rinchiusosi nella sua vecchia casa, comincia a percepire dei rumori strani, ma pensa sia dovuto alla peperonata mangiata poco prima a cena: tutt'un tratto si apre la porta della stanza e compare il fantasma di Epifaner. Marchionnino, letteralmente cagato sotto, si nasconde dietro la poltrona e con voce tremolante interroga:

-"Chi siete? cosa volete? un fiorino!"
-"e quello proprio il fiorino della sfiat era uno dei veicoli che faceva più schifo, non ti smentisci mai.."
-"Cosa volete da me?"
-"Caro Marchionnino, sono qui per salvarti dal tuo destino: ultimamente ti sei comportato una vera chiavica coi tuoi dipendenti e vogliono buttarti in un altoforno. Redimiti. Per convincerti stanotte ti faranno visita tre spiriti: uno che incarna i Natali passati, un altro quello presente, l'ultimo il Natale futuro. Trarrai tu le tue conclusioni."
-"Ma mica dobbiamo pagare la siae a dickens per sto fatto?"
-"Tranquillo caro pidocchioso, ci penso io..Addio.."

E Epifaner scomparve nel nulla.

Poco dopo Bertinotter, un fantasma circondato da una corona di anabbaglianti, lo riporta indietro nel passato a rivisitare la propria giovinezza, rammentandogli l'episodio in cui non volle prestare 5000 lire ai suoi amici per fare benzina e tornarono tutti a casa spingendo la sfiat 500 vecchio modello. Il passato non si può cambiare, Marchionnino è disperato, implora il fantasma di non tormentarlo. Lo spettro, per tutta risposta, gli mette 5000 lire in mano e gli da un calcio in culo.

Marchionnino cade poi in un sonno profondo, e al suo risveglio trova ad attenderlo lo spirito del natale presente: Susanna Camussin, che lo conduce dalla famiglia di Ciro Esposito che sta consumando la cena di Natale. Dopo cena giocano a tombola, e a ogni numero che esce vengono proferite ingiurie verso Marchionnino e il contratto-ricatto di Pomigliano. Lo spettro a questo punto si congeda, non prima di aver assestato un potente calcio in culo a Marchionnino, che piomba nuovamente in un sonno profondo.

Il terzo spirito si presenta come una figura tozza, con un forte accento siciliano. E' Paolo Cammarata, operaio di Termini imerese, stabilimento che Marchionnino vuole chiudere. Marchionnino assiste a diverse scene il cui argomento è la morte di un vecchio tirchio, deriso da tutti: con le sue rotule sono stati fatti i pomelli del cambio di una sfiat croma edizione speciale. In un negozio di rigattiere, i servi del defunto si dividono tutto quello che hanno potuto rubare in casa sua, cioè il suo maglione, rivendendolo per pochi euro. Marchionnino vorrebbe sapere chi è il vecchio tanto odiato da tutti, e lo domanda al fantasma, che gli risponde:
-"eri tirchio, ma non brillavi nemmeno per intelligenza..".
Detto questo gli diede un potente calcio in culo e Machionnino cadde in un sonno profondo.

Marchionnino si ritrova nel suo letto e scopre che è mattina presto, è il giorno di Natale. Ma stavolta non ha imparato un emerito cazzo, e non rispetta gli accordi presi con nessuno: anzi vuole rinegoziare di nuovo a suo favore.

Chissà Dickens che fine avrebbe scritto per questo racconto..

 

(Modena City Ramblers - Canto di natale)

 
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