Lunigiano

LA LEZIONE DI LENIN

Scriveva Lenin: " La menzogna in bocca a un comunista è verità rivoluzionaria". La frase di quell'orrido personaggio mi è venuta in mente leggendo sulla "Nazione"  il resoconto della manifestazione commemorativa di una delle tante stragi naziste che 70 anni fa  hanno insanguinato tanti paesi della Lunigiana. Per dar maggior  lustro all'evento qualcuno ha pensato bene di invitare il Senatore del PD Massimo Caleo, pezzo grosso del partito ex comunista in Val di Magra. Il personaggio,  non sapendo più cosa dire per tenere attento lo scarso uditorio, se ne è uscito con questa frase strabiliante: " Fu Sarzana che riuscì a contenere la violenza e la forza degli occupanti tedeschi respingendoli e cacciandoli. Erano gli stessi che avevano compiuto tutte queste efferate stragi". Capito? Mi informerò se nelle vicinanze di quel paese era in corso qualche festa dell'Unità, dove notoriamente il vino scorre a fiumi, oppure se la giornata era particolarmente calda tanto da  provocare colpi di sole, perché altrimenti viene da pensare che il senatore abbia fatto tesoro  della  frase di Lenin, facendo  passare per verità una menzogna vergognosa  che va ad insultare la memoria di migliaia di militari Alleati  che caddero per la liberazione dell'Italia. Il Senatore neppure sa (o forse lo sa molto bene) che le SS responsabili delle stragi in Lunigiana, non furono respinte dai sarzanesi, e neppure dai partigiani comunisti che se ne stavano nascosti tra i monti mentre gli aguzzini facevano scempio di tanta povera gente,  ma se ne erano andate indisturbate verso nord dove in quel settembre del '44 perpetrarono  altri eccidi. Credevo che dopo 70 anni   il culmine delle speculazioni politiche delle sinistre sui poveri morti della guerra civile fosse stato raggiunto, ma mi sbagliavo. Non avevo tenuto conto del Senatore Caleo, al quale evidentemente l'alto incarico romano deve aver creato qualche vuoto spazio-temporale.