capo
delle undicimila vergini
nella foschia grigia
ed il rimbombo
di due oceani contro la scogliera
senza vederla
sulla rotta delle baleniere
accadde
che il sole che sorgeva a manca
poi nacque a dritta
accadde ad ulisse e magellano
càpita
quando passa il giorno nella notte
e stai
su un balcone come su un vascello
performando
il tempo non è più circolare
nel rettilineo non ci son ritorni
scagliato
in un neologismo che ogni volta impari
inutilmente
lavinia e alburno
dormono ancora sul lago delle rose
su quella barca
che salpò dai porti della siria
nel loro sogno
stare abbracciati e non poter parlare
jaufrè rudel
amò melisenda senza guardarla
e morì quando la vide
ci son parole e soli
che girano intorno a noi
da destra a manca
frutti dolci dalla polpa molle
al morso
succhi colan tra le gengive
la donna della palude
sta ferma nella nebbia e aspetta
i pioppi a perdersi
sugli argini silenzi
ci son più cose nella nebbia immote
che sotto i suoi piedi
nella mota
Inviato da: luisasogna
il 05/10/2009 alle 13:29
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