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Un progetto scolastico sulle carceri minorili

Post n°8 pubblicato il 28 Gennaio 2014 da asscultsischiglia
 

   

 

Ricevo da Valentina Usala
e pubblico

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I ragazzi delle classi III A, III B e IV A,  del Liceo delle Scienze Umane, dell’Istituto di Istruzione Superiore “Giuseppe Peano” di Tortona, per l’anno scolastico 2013/2014 hanno aderito, con le loro insegnanti, al progetto avente come tematica le carceri minorili, e che nasce sulla scia del precedente, sostenuto lo scorso anno dalle medesime classi, che assieme avevano studiato “di bullismo”.

La strutturazione del progetto è grosso modo la stessa. Come ausilio allo studio si è iniziato da un libro, letto in orario curricolare, i cui autori sono gli stessi del libro utilizzato lo  scorso anno: i due educatori cagliaritani, Bruno Furcas e Salvatore Bandinu.

Se lo scorso anno i liceali di Tortona hanno analizzato il volume “I dolori del giovane bullo”, quest’anno è stata la volta di “Boati di solitudine”. Entrambi editi da Arkadia Editore.

Queste sono le parole di uno dei due autori, Salvatore Bandinu, scritte in una lettera recapitata agli alunni del liceo e alle insegnanti.

“Siete in controtendenza. Mentre i media, politica e multinazionali lavorano duramente e senza sosta per omologare e sopire menti, iniziative come la vostra squarciano la cortina di qualunquismo e iniziano a far filtrare la luce in menti giovani e attente. Non a caso tutta la pubblicità  e la programmazione televisiva e non è tesa a "colonizzare" menti in via di sviluppo con il solo e unico scopo di "domarle" e uiformarle.  Sappiate allora che quello che state facendo non si limita solamente ad uno studio o in un approfondimento state preparando i cittadini di domani.”

I ragazzi oltre a leggere il volume e alla visione di film inerenti alla tematica prescelta, ascolteranno le esposizioni di esperti nella materia di competenza di ciascuno.

Quattro saranno  gli incontri distribuiti ciascuno per mese, a partire da sabato 25 del mese corrente, in cui a parlare di carceri minorili in materia giuridica sarà il dott. Matteo Riccardi, praticante avvocato. Sarà poi la volta di Silvia Dondi laureanda in psicologia, Jacopo Maruffo laureando in giurisprudenza e infine  Stefania Scapolan, laureata in politiche sociali.

A seguire i ragazzi saranno impegnati con una tappa che li vedrà al carcere de “Le Vallette di Torino”, occasione in cui, con coetanei diciottenni, coloreranno assieme delle magliette bianche, con i  colori dell’arcobaleno: così si chiama il blocco in cui sono detenuti ed è questo l’elemento che in natura fa pensare ad una quiete dopo una tempesta e ad un po’ di luce dopo il grigiore.

I ragazzi dopo aver immagazzinato queste esperienze e queste  nozioni, si vedranno protagonisti di un’uscita didattica nella città di Cagliari, dall’8 all’11 maggio, e il giorno 10 sarà forse la giornata più importante per loro. I tortonesi si incontreranno con altre due scuole sarde, che hanno aderito al progetto scolastico: l’Istituto “Primo Levi” di  Quartu Sant' Elena (CA) e il Liceo Classico di Villacidro (CA).

Al mattino del 10 maggio le tre scuole si incontreranno a Quartu per promuovere un confronto sulla tematica del disagio adolescenziale, sul bullismo scolastico e sulle carceri minorili. Anche con l'intento di promuovere un gemellaggio tra le scuole.

Nel pomeriggio i ragazzi parteciperanno ad un giornata ricreativa all’IPM di Quartucciu (CA), e più tardi, presso gli spazi della Mediateca del Mediterraneo di Cagliari, si terrà la presentazione del progetto, che vedrà coinvolti anche rappresentanti della municipalità, tra i quali il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda.

Salvatore Bandinu conclude così la sua lettera:

“Sono orgoglioso che sia stato scelto il libro mio e di Bruno. Profondamente onorato. Mentre lo scrivevamo, pensavamo (e speravamo) proprio in qualche cosa del genere, ma non potevamo pensare che addirittura diverse classi lo adottassero.... grazie. davvero di cuore.”

Una testimonianza di elogio per questi ragazzi singolari e straordinari, e soprattutto un augurio di speranza affinché da un piccolo progetto come questo, possano nascere educatori efficaci, in grado  di affrontare le problematiche e i disagi sempre più complessi che si manifestano nella nostra società in rapida trasformazione.

 

 
 
 
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