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L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.
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Il Vangelo
Post n°857 pubblicato il 15 Novembre 2014 da mfr_caserta
Lc 18,1-8 In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
Il problema non è Dio, giudice giusto, ma siamo noi. La preghiera è composta di molti aspetti, ha molti modi di esprimersi, lo sappiamo bene. Preghiera di lode, di ringraziamento, di intercessione... ma anche preghiera di domanda. Quest'ultima, anzi, è diventata predominante, le persone, normalmente, pensano che "pregare" coincida col chiedere insistentemente a Dio una grazia. È riduttivo pensare in questo modo, ma comprensibile. Riduttivo perché corriamo il rischio di immaginare Dio come un potente da convincere, come un riottoso superiore da blandire, come un despota da corrompere! Peggio: molto spesso dietro la preghiera di domanda si nasconde una fuga dalla realtà, una deresponsabilizzazione. Quante volte chiediamo a Dio cose che potremmo fare benissimo noi! Quante volte la domanda a Dio nasconde una pigrizia mentale o una sfiducia in noi stessi! La parabola di oggi fa perno sull'ultima domanda che Gesù rivolge al suo uditorio: quando tornerò troverò ancora la fede? È la fede che spinge la vedova a insistere quotidianamente per avere giustizia dal giudice iniquo. Preghiamo con costanza, allora, per ottenere ciò che chiediamo, se Dio lo ritiene necessario al nostro bene...
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Inviato da: desaix62
il 01/09/2016 alle 10:52
Inviato da: comelunadinonsolopol
il 25/08/2016 alle 11:48
Inviato da: desaix62
il 27/07/2016 alle 09:34
Inviato da: generazioneottanta
il 15/07/2016 alle 14:05
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il 20/04/2016 alle 18:45