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ÐEINAUTI

Solo in quanto gli uomini riescono ad offrire ebbrezza agli Dèi possono pretendere di attrarli sulla terra

 

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.- Metà di noi può sentirsi superiore

Post n°2042 pubblicato il 18 Aprile 2018 da misteropagano
 

 

 

Per il filosofo Max Scheler l'autocommiserazione è immaginarci sdoppiati e osservati dall'esterno.

Ci si piange addosso considerando sé stesso come se si fosse qualcun altro, ciò tutto sommato è positivo perchè metà di noi può sentirsi superiore all'altra e godersi il sollievo che si prova provando pietà di qualcun altro.

 

E' anche  il diritto di gustarci

da un lato non automi, né autistici: uno dei deficit dell'autismo è l'assenza di empatia. Al pari di un automa privo di riflessi o emozioni


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suM:*

 

 


Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 18/04/18 alle 15:34 via WEB
Chi si piange addosso, penso, che alla fine lo faccia perchè VUOLE essere commiserato e al tempo stesso lo fa per non affrontare i problemi. Distinti saluti
 
 
misteropagano
misteropagano il 19/04/18 alle 10:02 via WEB
Spesso alla base dell'autocommiserazione c'è il sentirsi incompresi e diversi, più che incapaci. Trovo gradevole lo sviluppo del filosofo Scheler in quanto meccanismo per trasformare l'irritazione in empatia, che includa il sé stessi. Buondì:)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 18/04/18 alle 17:35 via WEB
Scusa Misty, perché a l'occhio destro è stato affibbiato un bicchiere più piccolo!
Forse ha meno da piangere?

Io sono sempre in "tre" e per fare una "metà" occorrerebbe raggiungere un compromesso...

Un saluto, M@.
 
 
misteropagano
misteropagano il 19/04/18 alle 08:36 via WEB
"Licenza grafico~poetica"?
_______*Omaggiosaluti!
 
misteropagano
misteropagano il 27/08/18 alle 13:57 via WEB
 
gaza64
gaza64 il 27/08/18 alle 17:29 via WEB
Lo sdoppiamento permette di sopperire alla mancanza di qualcun altro, anche nella commiserazione per ciò di cui si sente il bisogno di essere commiserati. E' un bastarsi con l'ammissione implicita, però, di non poter essere totalmente auto-sufficienti: altrimenti si rimarrebbe integri e solo spettatori, invece che anche protagonisti. L'autoempatia, in ogni caso, è quanto di più sano si possa sperimentare, perché chi non si comprende intimamente, difficilmente riuscirà a farlo con un altro se stesso proiettato all'esterno...Grazie:)
 
 
misteropagano
misteropagano il 29/08/18 alle 23:56 via WEB
Tante emozioni ci sfuggono in profondità, alcune nascondono dialoghi quasi segreti con aspetti di noi, che tendiamo a non considerare ma che fanno da leva nelle relazioni...Queste indagini sono molto importanti specie per chi come te, scrive romanzi:):) ciao Gaza bella:*
 
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