Creato da ma.risa il 09/03/2009

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pensieri in libertà

 

 

« UNA ROSAricordo di Luciano Luisi »

E' ritornata

Post n°15 pubblicato il 30 Aprile 2010 da ma.risa

E' ritornata!

Pensavo d'essermi liberata di lei per sempre, ma quella sera l'avevo incontrata di nuovo. Ero stanca, nervosa, per via dei troppi caffè. Mi aveva colta per la strada; camminavo svelta e credevo di essere arrabbiata a causa della pioggia che mi aveva srpresa senza ombrello.

Invece era lei.

Feci finta di non riconoscerla; m'infilai in un bar e comprai dei biscotti; aprii la scatola: 'Sarà la fame', pensai. 'Sto studiando troppo', continuai a pensare mentre portavo un biscotto alla bocca; ma questo mi cadde di mano ed io seguii la sua caduta fin sul selciato bagnato.

Fu cos' che la vidi.

Un ramoscello di mimose appassite. Le prime mimose di un febbraio quasi primaverile. La mia infanzia aveva il colore e il profumo della mimosa.

Ricordai.

Risentii l'aroma del latte che si diffondeva nella cucina dalle grandi finestre, la voce di mamma chiamarmi perchè era tardi e dovevo ancora preparare la cartella.

Latte con tanta schiuma.

Il fresco mattino e gli alberi di mimosa lungo la via che porta a scuola. Passavo sotto casa di Rodolfo, il mio compagno di banco,  e insieme ci arrampicavamo per cogliere i primi rametti gialli da portare alla maestra. Poi il portone  verde, che ogni anno diventava sempre più piccolo, e le roselline che si arrampicavano tra le due finestre del corridoio. La maetra Belsito arrivava con il treno e noi  posavamo sulla cattedra le mimose ormai spelacchiate.

La mezzaluna di biscotto cadde vicino al rametto di mimosa: a 500 chilometri dalla mia infanzia e tanti anni di distanza dalla mia scuola elementare. La guardavo cercando di ricordare quando avavano tagliato gli alberi di mimosa che costeggiavano le strade del mio paesino; quando il mio compagno di banco ed io avevamo smesso di salutarci. Perché il portone della scuola è stato dipinto di marrone scuro. Perché le roselline non c'erano più.

Una lagrima si insinuò tra le labbra e sapeva di sale; mi chiesi in quale punto dell'autostrada del sole è morta la signorina Belsito e con lei la mia infanzia.

L'infanzia.

Allora ero semplicemente bambina, tutto il mio mondo era la mia mamma e non stavo a crucciarmi per quello che occorre fare, dire, pensare.

Guardando quella mimosa caduta su una via di Napoli capii che era giunto il tempo di accettare colei che con tanta forza avevo voluto cacciare dal mio cuore per assumere una maschera di durezza: era la tristezza.

Da quel giorno non mi vergognai più di piangere.

Marisa 1983

 

 
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STORIA SEGRETA

 

 

In ognuno di noi esiste una storia segreta.Un cammino che si snoda tra le sequenze della nostra esistenza. E’ un sentiero che nulla ha a che vedere con le scene dei nostri giorni soliti. I nostri giorni soliti sono il risultato dei nostri attaccamenti, delle nostre abitudini. Ma nello spazio senza tempo, oltre i ritmi quotidiani che impregnano un’esistenza satura di egoismo,  esiste una vita reale, magica, vissuta dal nostro vero essere.Questo essere si rivela nei momenti di pura calma, di pura liberta’. Una liberta’ che nasce quando si accetta ciò che ci fa soffrire e si fa temere.    Il sentiero segreto lo scorgiamo nella solitudine; la solitudine vera. Non quella sognata o rappresentata a noi stessi, quella che in mille modi cerchiamo di fuggire, ma quella che nasce accettando il dolore come un varco che porta a se stessi. Quando entriamo nel silenzio assoluto del nostro vero essere, la solitudine  ci narra la nostra vera storia. E’l’alba di una vita nuova, delle cose ridate alla loro pace. Una realta’ indefinibile. E’ un segno dell’Infinito nel finito. Sboccia dal cuore un linguaggio nuovo,un linguaggio colmo d’amore per tutti gli esseri del Creato.Quando avviene cio’ non si può più mentire, mai con nessuno. La verita’ diventa il tempio del nostro essere. Ciò a cui rimanere ancorati. Ci si accosta, senza far rumore, dove ogni sorpresa ha cessato di ferire.Ogni velo di male si scioglie e senza alcuno sforzo si perdona.     Si scopre la capacita’ di amare senza più dolore.  L’amore del mondo, creatore della sofferenza, dell’attesa ansiosa, non è l’amore. E’ l’illusione di un sostegno che prima o poi franera’. Cio’ che si vuole possedere prima o poi si perde. L’amore nato dal bisogno dell’altro non è amore;  chiedere all’altro vicinanza significa non saper essere vicini. L’amore è un dono che giunge a chi ha eliminato da sé ogni illusione, a chi è stato capace di vincere ogni attaccamento. [L.Luisi, Il Sentiero segreto,  1967]

 

 

Linda Luisi - Poetessa napoletana di origine Lucana, 

 i suoi testi sono reperibili in varie antologie e riviste

 e tra le rassegne dei vincitori di molti premi letterari.

Alcune di queste sono state anche musicate dal fratello Luciano.

 Napoli antica

 Per la strada consunta e solitaria  saliva lentamente, curva e bianca, col suo piccolo scialle arrotondato.

 Ombra lieve nel freddo della sera con qualcosa d'antico in quell'andare un po' stentato e pure... un po' solenne.

 Così m'apparve nella vecchia via,

ombra lieve nel vento della sera,

sola e remota come la canzone

singhiozzata dall'ultimo pianino.

 

 

 

 

 

Sol che tu voglia

 

Sol che tu voglia camminarmi accanto

in quest'autunno dalle tinte d'oro

io ti farò rivivere l'incanto

di quel giorno assolato e il suo ristoro.

 

Ritroveremo intatto lo stupore

di quell'azzurro limpido del cielo,

del silenzio sospeso nel tremore

di nubi bianche tenui come un velo.

 

Poi, se vorrai, andremo più lontano,

tra i viali dell'antica tenerezza

e sarà ancora nostro il mondo arcano

dell'incantata, prima giovinezza.

 

Linda Luisi

 

 

 

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Non è procedendo sul piano orizzontale

del divenire-processo

che possiamo trovare la libertà,

ma è sul piano verticale.

 

Non è andando

che possiamo ritrovarci,

ma è fermandoci.

 

[Raphael, La via del fuoco]

 

 

Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo cio'  che e' limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conoci gia'
allora imparerai come si vola.

Il Gabbiano J. Livingstone

 
 

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