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MARIA LUISI CORTESE (1904-1994)

Post n°17 pubblicato il 18 Giugno 2010 da ma.risa

Stasera

 

è una sera  in cui le speranze si spengono e i ricordi si accendono come le lampare di questo mare antico.

 

Io penso a te.

 

Tiro fuori la tua foto, con venerazione, e ti guardo sorridere.

 

Sorridi dolcemente come la prima volta che ti vidi, in Vico Pace a Materdei, a Napoli: era il 1984. In questa foto chiedi di ricordarti...

 

come potrei mai dimenticarti, dolce amica mia, dolce Maria?

 

Un pomeriggio primaverile, come solo Napoli sa regalare, intriso del profumo dei segreti giardini che circondavano quella casa antica e silenziosa. In quella casa viveva una famiglia di quelle che ora non ci sono piu'.

 

Le note di un pianoforte mi accolsero appena varcato l'uscio di casa; apristi tu Maria, con quel sorriro sincero e quegli occhi ancora da adolecente. ?  Che bello', pensai  ' avere uno sguardo da fanciulla a questa eta!' Ci facesti strada per il lungo corridoio in penombra, seguita da Nikute', un gatto certosino.

 

In salotto tuo figlio  Luciano suonava in sordina, conobbi Gianni e Linda . Gianni era assorto nelle note , Linda l'avevo gia' conosciuta nello studio del fratello, il Centro Studi d'Arte in Via G. Gigante.

Quello che mi aveva colpita di Linda erano i capelli, una donna ancora splendita e i suoi capelli bruni erano naturali, lunghi e mossi. Facemmo amicizia subito. Le raccontai dei miei studi all' università Orientale e lui mi disse che aveva studiato filosofia alla stessa università. Poi era stata presa dal suo lavoro di assistente sociale e aveva lavorato per alcuni anni lontana da Napoli.

Capii che amava molto quel fratello artista e ne ammirava il genio come tutti noi.

Linda era una persona molto sensibile. Scoprii che anche lei aveva uno spirito artistico, scriveva e studiava la chitarra classica.

 

(continua)

 

 
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STORIA SEGRETA

 

 

In ognuno di noi esiste una storia segreta.Un cammino che si snoda tra le sequenze della nostra esistenza. E’ un sentiero che nulla ha a che vedere con le scene dei nostri giorni soliti. I nostri giorni soliti sono il risultato dei nostri attaccamenti, delle nostre abitudini. Ma nello spazio senza tempo, oltre i ritmi quotidiani che impregnano un’esistenza satura di egoismo,  esiste una vita reale, magica, vissuta dal nostro vero essere.Questo essere si rivela nei momenti di pura calma, di pura liberta’. Una liberta’ che nasce quando si accetta ciò che ci fa soffrire e si fa temere.    Il sentiero segreto lo scorgiamo nella solitudine; la solitudine vera. Non quella sognata o rappresentata a noi stessi, quella che in mille modi cerchiamo di fuggire, ma quella che nasce accettando il dolore come un varco che porta a se stessi. Quando entriamo nel silenzio assoluto del nostro vero essere, la solitudine  ci narra la nostra vera storia. E’l’alba di una vita nuova, delle cose ridate alla loro pace. Una realta’ indefinibile. E’ un segno dell’Infinito nel finito. Sboccia dal cuore un linguaggio nuovo,un linguaggio colmo d’amore per tutti gli esseri del Creato.Quando avviene cio’ non si può più mentire, mai con nessuno. La verita’ diventa il tempio del nostro essere. Ciò a cui rimanere ancorati. Ci si accosta, senza far rumore, dove ogni sorpresa ha cessato di ferire.Ogni velo di male si scioglie e senza alcuno sforzo si perdona.     Si scopre la capacita’ di amare senza più dolore.  L’amore del mondo, creatore della sofferenza, dell’attesa ansiosa, non è l’amore. E’ l’illusione di un sostegno che prima o poi franera’. Cio’ che si vuole possedere prima o poi si perde. L’amore nato dal bisogno dell’altro non è amore;  chiedere all’altro vicinanza significa non saper essere vicini. L’amore è un dono che giunge a chi ha eliminato da sé ogni illusione, a chi è stato capace di vincere ogni attaccamento. [L.Luisi, Il Sentiero segreto,  1967]

 

 

Linda Luisi - Poetessa napoletana di origine Lucana, 

 i suoi testi sono reperibili in varie antologie e riviste

 e tra le rassegne dei vincitori di molti premi letterari.

Alcune di queste sono state anche musicate dal fratello Luciano.

 Napoli antica

 Per la strada consunta e solitaria  saliva lentamente, curva e bianca, col suo piccolo scialle arrotondato.

 Ombra lieve nel freddo della sera con qualcosa d'antico in quell'andare un po' stentato e pure... un po' solenne.

 Così m'apparve nella vecchia via,

ombra lieve nel vento della sera,

sola e remota come la canzone

singhiozzata dall'ultimo pianino.

 

 

 

 

 

Sol che tu voglia

 

Sol che tu voglia camminarmi accanto

in quest'autunno dalle tinte d'oro

io ti farò rivivere l'incanto

di quel giorno assolato e il suo ristoro.

 

Ritroveremo intatto lo stupore

di quell'azzurro limpido del cielo,

del silenzio sospeso nel tremore

di nubi bianche tenui come un velo.

 

Poi, se vorrai, andremo più lontano,

tra i viali dell'antica tenerezza

e sarà ancora nostro il mondo arcano

dell'incantata, prima giovinezza.

 

Linda Luisi

 

 

 

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Non è procedendo sul piano orizzontale

del divenire-processo

che possiamo trovare la libertà,

ma è sul piano verticale.

 

Non è andando

che possiamo ritrovarci,

ma è fermandoci.

 

[Raphael, La via del fuoco]

 

 

Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo cio'  che e' limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conoci gia'
allora imparerai come si vola.

Il Gabbiano J. Livingstone

 
 

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