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Mad_Doll

il mondo delle bambole pazze e gli uomini di pezza

 

 

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Post N° 77

Post n°77 pubblicato il 17 Aprile 2008 da Ophelia86
 
Tag: Venezia

...E ora venite con me poichè vi ho trattenuto anche troppo, lontano dalla vostra gondola; venite con me in un mattino autunnale fino a un basso pontile o una banchina, giù in fondo al canale, dove i lunghi gradini discendono da entrambi i lati al livello dell'acqua: una marcita nera d'immobilità, a prima vista, anche se un secondo sguardo ti svela il mistero... sono gli scafi nera di Venezia che ingombrano il canale. Scendi amo su uno di questi più per verificare se si tratti di una vera imbarcazione, che per seguire uno scopo preciso, e quindi scivoliamo via. Da principio l'acqua sembra cedere senza sosta sotto la chiglia,lasciandola affondare in quella soffice inconsistenza. L'acqua è più chiara di quella che abbiamo scorto ultimamente e d'un colore verde pallido; gli argini, non più alti di due o tre piedi, sono un arruffio d'erba e fango, intervallati da qualche albero stento, e scivolano veloci dietro il minuscolo abitacolo della gondola come se scorressero contro a un fondale dipinto.
Uno dopo l'altro contiamo i colpi di remo che a ogni battuta sollevano appena la fiancata della barca, mentre l'argenteo rostro si lancia in avanti. La pazienza vien meno, ci solleviamo a fatica dai cuscini e, mentre ci appoggiamo al tetto della celletta galleggiante, ci punge la brezza marina. Dinanzi niente altro che il canale e la monotonia dell'argine; a Occidente la torre di Mestre sprofonda veloce e alle sue spalle sono ormai sorte ombre purpuree, color dei petali di rose appassite, lungo l'intera linea dell'orizzonte, sfumati quasi nel cielo del pomeriggio: le Alpi di Bassano. Ancora più avanti: il canale senza fine imbocca una svolta e quindi si frastaglia in un intrico di angoli che accompagnano una specie di bassi bastioni oggi completamente sbrecciati e ridotti a orribili lacerti che brancolano sopra le acque: i bastioni della fortezza di Marghera. Ancora una curva e una nuova prospettiva del canale; ma non infinita stavolta. L'argenteo rostro la solca celermentementre s'allarga: l'erba lussureggiante degli argini s'abbassa sempre più e alla fine si riduce ai nodi d'alghe brune d'una piatta sponda. Solo pochi anni fa avremmo potuto scorgere sulla destra, sopra essa, la distesa della laguna confondersi con l'orizzonte e il tiepido cielo meridionale protendersi sul Malamocco, verso il mare. Ora vediamo soltanto quelle che sembrano le mura basse e uniformi di un arsenale con gli archi ribassati che lasciano scorrere la marea: si tratta del ponte ferroviario, una costruzione che si impone su tutto. Ma là dove termina quella lugubre sequela d'archi, sorge dalle acque il profilo rotto di edifici in mattoni, bassi e indistinti. Al mezzo di quel profilo s'elevano quattro o cinque cupole, slavate, forse ancor più distanti; ma ciò che per primo cattura la vista è la nuvola di fumo nero che incombe torpida sul settore settentrionale e che sembra scaturire dal campanile d'una chiesa.

E'  VENEZIA.

da Ruskin   "Le pietre di Venezia"

Ho riportato una pagina, secondo me evocativa oltre che profetica, dal libro degli scritti di Ruskin durante il suo viaggio giovanile a Venezia nel 1845 . Chi l'avrebbe mai detto che il tramonto alle spalle di marghera aveva il colore di petali di rosa secchi??? altro che i colori fosforescentamente chimici  (permettetemi questo pseudo termine) arancioni e fucsia!!!! e quelli che prima erano gli sbriciolati lacerti dei bastioni della fortezza di marghera ora sono torri del petrolchimico... impressionante no??? forse è sempre stato quello il suo destino...             

... in  bilico fra lo splendore e il declino.

*Mad_purpurea_Doll*

 
 
 
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