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Laghi su Titano!

Post n°70 pubblicato il 16 Giugno 2012 da MaestroLuciani
 
Tag: Titano

Un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Arizona ha scoperto l’esistenza di laghi di metano liquido nella zona equatoriale della luna più grande di Titano

Saturno è sesto pianeta del Sistema Solare,un gigante gassoso,l’unico con un vistoso sistema di anelli formati da particelle di ghiacci e polveri di silicati.Intorno a Saturno gravitano circa 60 lune conosciute,ma Titano è l’unica luna del Sistema solare che mostra di avere un’atmosfera degna di attenzione.

Secondo uno studio condotto da Caitlin Griffith dell’università dell’Arizona e pubblicato recentemente su Nature vicino all’equatore di Titano,potrebbero esserci dei laghi tropicali fatti di metano liquido.In realtà la scoperta potrebbe essere più che credibile dato che già ai poli di Titano sono stati identificati dei laghi con le stesse caratteristiche.Lo studio è stato condotto attraverso le immagini a infrarossi pervenute dalla missione Cassini, nata dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Allo studio ha collaborato la sonda Huygens collocata sulla superficie di Titano dal 2004.La scoperta inoltre sembra essere particolarmente interessante perché gli scienziati avevano sempre pensato che su Titano il metano arrivasse ai poli dove era già stato osservato.In realtà,attraverso le immagini pervenute dalla missione Cassini,i ricercatori hanno potuto identificare delle chiazze scure anche in corrispondenza dell’Equatore.

Una delle chiazze si estende per circa 2.400 metri quadrati e proprio la chiazza potrebbe indicare la presenza di laghi di metano liquido sulla superficie della luna. Il ciclo del metano su Titano è piuttosto simile al ciclo dell’acqua sulla Terra e l’esistenza di laghi di metano liquido potrebbero essere perfettamente giustificati e alimentati da riserve sotterranee.Alle stesse latitudini sono anche stati scoperti campi di dune e una pianura alluvionale.

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Il telescopio più grande del mondo

Post n°69 pubblicato il 13 Giugno 2012 da MaestroLuciani
 

L’Osservatorio Australe Europeo (ESO),un consorzio di 14 Paesi europei a cui si è unito il Brasile, sta iniziando la costruzione del più grande telescopio ottico-infrarosso al mondo. Il Consiglio Direttivo dell’ESO ha infatti approvato lo scorso 11 giugno il programma E-ELT (European Extremely Large Telescope). L’E-ELT sarà il più grande “occhio” finora esistente rivolto al cielo, il suo specchio principale avrà, infatti,  un diametro di 39,3 metri. Il sito prescelto è la vetta di Cerro Armazones, una montagna alta 3.060 metri nel nord del Cile, vicino all’Osservatorio di Cerro Paranal dell’ESO. Lo specchio principale non sarà monolitico, ma costituito da un mosaico di quasi 1.000 specchi ottagonali di 1,4 metri di diametro e dello spessore di soli 5 cm. Questa enorme superficie riflettente sarà in grado di raccogliere 13 volte più luce del più grande telescopio attualmente esistente e di ottenere immagini 16 volte più nitide di quelle del telescopio spaziale Hubble.

Con la sua entrata in funzione, prevista per l’inizio del prossimo decennio, l’E-ELT affronterà i più affascinanti ed enigmatici argomenti dell’astrofisica contemporanea e mirerà a ottenere un considerevole numero di primati, fra cui quello di riuscire a identificare pianeti simili alla Terra nelle “zone abitabili”, cioè quelle che in teoria possono permettere lo sviluppo della vita, intorno ad altre stelle.

Effettuerà anche studi di “archeologia stellare” nelle galassie vicine e darà contributi fondamentali alla cosmologia, permettendo di caratterizzare le prime stelle e galassie, investigando la natura della materia oscura e dell’energia oscura. Ma gli astronomi si stanno preparando anche a qualcosa di inaspettato: un simile strumento sarà infatti in grado di portare nuove e imprevedibili scoperte nello studio dell’Universo e non solo.
Per approvare l’inizio del programma, dovevano essere favorevoli due terzi degli Stati Membri (almeno 10) . Alla riunione del Consiglio Direttivo hanno votato a favore  l’Austria, la Germania, l’Olanda, la Repubblica Ceca, la Svezia e la Svizzera. Altri 4 Paesi,  Belgio, Finlandia, Italia e Regno Unito, hanno votato a favore ad referendum, cioè previa conferma da parte delle autorità dello stato membro prima della prossima riunione del Consiglio Direttivo,  mentre i rimanenti 4 stati sembri stanno lavorando attivamente per aderire al programma nel prossimo futuro.


In seguito alla risoluzione, la spesa per i vari elementi del progetto, al di là delle prime opere civili, non inizierà fino a quando i contributi promessi dagli stati membri non supereranno il 90% dei 1.083 milioni di Euro necessari per completare l’opera (costi del 2012).
Nella programmazione attuale, entro il prossimo anno dovrebbero essere approvati i primi grandi contratti industriali per l’E-ELT e impegnata la maggior parte dei fondi. Questo dovrebbe dare sufficiente tempo per soddisfare le condizioni: la conferma dei voti di Belgio, Finlandia, Italia e Regno Unito, la partecipazione al progetto degli altri stati membri, il completamento della procedura di ratifica da parte del Brasile.
“Questo è un risultato eccellente e un grande giorno per l’ESO. Possiamo adesso continuare secondo il progamma previsto con questo progetto gigantesco”, ha detto il Direttore Generale dell’ESO, Tim de Zeeuw.

I primi contratti per il progetto sono già stati assegnati. Poco prima della riunione del Consiglio Direttivo è stato firmato un contratto per iniziare uno studio progettuale di dettaglio per l’ambizioso disegno dello specchio secondario adattivo M4. Questo è uno degli elementi che richiedono più tempo di elaborazione di tutto il programma E-ELT e perciò era necessario iniziare presto. È in corso il lavoro di progettazione dettagliata del tracciato della strada per la vetta del Cerro Armazones, dove l’E-ELT sarà costruito, e parte delle opere civili, tra cui la preparazione della strada di accesso al Cerro Armazones e il livellamento della piattaforma sulla cima stessa, dovrebbero iniziare già quest’anno.

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Rosita,la mucca clonata che fa latte umano

Post n°68 pubblicato il 13 Giugno 2012 da MaestroLuciani
 

Un gruppo di ricercatori argentini ha clonato una mucca modificando il corredo genetico dell’animale e introducendo i geni responsabili del latte umano in quello del bovino.La mucca clonata fa,infatti,latte umano.

In Argentina è stata clonata una mucca che è capace di produrre latte molto simile a quello umano.Circa un anno fa,un gruppo di scienziati e ricercatori argentini ha portato avanti un importante progetto volto a far evolvere la ricerca in merito alla clonazione.È stata,infatti,clonata una mucca,chiamata Rosita,che ha una particolarità importante,ovvero produce latte con una composizione che si avvicina molto a quello umano.Questo importante passo in avanti in ambito scientifico è stato reso pubblico attraverso un comunicato dell’Università Nazionale di San Martin (Unsam) e dell’Istituto Nazionale di Tecnologia Agrozootecnica (Inta).

Il gruppo che ha lavorato all’impresa ha inserito nel Dna della mucca i geni umani responsabili della produzione di lattoferrina e della lisozima.L’esperimento,secondo il ricercatore German Kaiser,non sarebbe volto alla sostituzione del naturale legame fra madre e figlio durante l’allattamento,ma nell’ essere un supporto per tutti quei bambini che non possono essere allattati,per qualsiasi motivo,dalle loro madri.

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Joggobot,il drone volante personal trainer

Post n°67 pubblicato il 11 Giugno 2012 da MaestroLuciani
 

Sentivate il bisogno di un personal trainer che vi portasse a correre?Sta arrivando,ma non è detto che sia in carne ed ossa.È un drone volante che in questo video viene presentato dal suo creatore.

Correre in compagnia è più facile e divertente,ma non tutti hanno la fortuna di avere un amico amante del footing.Fortunatamente gli irriducibili del jogging potranno presto contare su un compagno di corse d'eccezione:Joggobot,un drone in via di perfezionamento nei laboratori del Royal Melbourne Institute of Technology in Australia.



Il robottino volante si controlla tramite un'applicazione per smartphone che consente di inserire la velocità di corsa desiderata e la distanza che si desidera mantenere dal congegno:si può scegliere che vi affianchi come un amico,o che vi preceda,come un personal trainer,in base al tipo di compagnia che vi motiva di più.
Il drone riconosce la presenza dell'umano da un pattern azzurro e arancione presente su un'apposita maglietta,da indossare durante le corse.Quando la sua videocamera non vede più nessuno all'orizzonte,il robottino atterra e aspetta che il compagno lo raggiunga.Fortunatamente per i meno allenati,neanche Joggobot ha un'autonomia illimitata:si arrende dopo 20 minuti,il tempo di esaurimento delle sue batterie.

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Un radar che permette di vedere attraverso i muri

Post n°66 pubblicato il 09 Giugno 2012 da MaestroLuciani

Vedere ciò che accade dietro ad una parete è diventata realtà grazie ad una nuova tecnologia radar sviluppata dai ricercatori del MIT Lincoln Laboratory.

Il nuovo radar permette di vedere attraverso le pareti e ottenere immagini in tempo reale. Studiato per l'impiego militare potrà essere usato in ambito civile dalle squadre di soccorso per trarre in salvo le persone in seguito al crollo di edifici o in caso di incendio.Il nuovo radar è formato da una serie di antenne poste su due file che captano le onde e le inviano alle componenti informatiche,il tutto è collocato su di un carrello mobile.
L'apparecchio,testato su pareti spesse da 10 a 20 cm,è provvisto di trasmettitori che emettono onde ad una certa frequenza verso l'oggetto bersaglio,queste onde superano la parete e,dopo aver raggiunto il bersaglio,rimbalzano indietro e raggiungono i ricevitori del radar.Durante questo percorso il segnale viene in gran parte disperso tanto da rappresentare solo lo 0,0025% del segnale originale.Per questo motivo il sistema è provvisto di appositi amplificatori che riducono il problema della perdita di segnale.

"La vera difficoltà di questo sistema radar è riuscire a garantire una buona velocità,qualità di risoluzione e portata necessari per l'utilizzo in tempo reale" spiega Gregory Charvat coordinatore del progetto e ricercatore presso il MIT Lincoln Laboratory.

Le possibili applicazioni di questa nuova tecnologia si concentrano per ora in campo militare,infatti il radar è stato progettato per le operazioni che si svolgono in contesto urbano ipotizzando l'uso in situazioni di combattimento ad elevato rischio dove è importante avere un apparecchio che consente di ottenere rapidamente immagini di ciò che accade al di là di un muro o nell'edificio accanto.

Questa nuova tecnologia messa a punto dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) può essere usata su pareti di materiali diversi fino ad una distanza di 18 metri,tuttavia le dimostrazioni di laboratorio sono state eseguite a 6 metri dalla parete poiché i ricercatori affermano che questa sia la distanza realistica per una situazione di combattimento urbano.

La lunghezza d'onda impiegata dal radar è simile a quella degli apparecchi wireless per internet,questo comporta una maggiore dispersione del segnale rispetto all'uso di lunghezze d'onda maggiori ma permette di contenere le dimensioni del dispositivo che attualmente è di circa 2,5 metri e idealmente potrebbe essere montato su autoveicoli militari.

Il radar sfrutta le differenze di frequenza tra le onde che rimbalzando sulle pareti e quelle provenienti dal bersaglio,viene quindi cancellato il segnale proveniente dalla parete affinché si veda solo quello che arriva dall'oggetto bersaglio. La nuova tecnologia radar è in grado di fornire un quadro in tempo reale di ciò che accade dietro una parete poiché sviluppa un video alla velocità di 10,8 frames al secondo e le immagini hanno una buona risoluzione grazie agli avanzati algoritmi per l'elaborazione digitale delle immagini.

Il processore compara ogni nuova immagine a quella precedente e verifica i cambiamenti pertanto il radar può distinguere solo gli oggetti in movimento.Se si pensa ad un uomo che sta fermo dietro ad un muro bisogna considerare che compie comunque leggeri movimenti che vengono captati dal sistema radar e usati per localizzare il soggetto.

Il sistema digitalizza i segnali e mostra le persone sottoforma di sagome in movimento viste dall'alto.
I ricercatori stanno cercando di implementare questo sistema con nuovi algoritmi per convertire le sagome in segni più puliti così da rendere semplice e comprensibile la visione delle immagini.

Le possibili applicazioni del nuovo radar vanno oltre a quelle militari,infatti,con le opportune modifiche,l'apparecchio potrebbe in futuro essere impiegato in ambito civile dalle squadre di soccorso per il recupero ad esempio dei feriti in seguito al crollo di un edificio o in caso di incendio per valutare se in una casa ci siano delle persone da trarre in salvo. 

Staremo a vedere!

 

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